“Il calcio è uno sport che si gioca undici contro undici e alla fine vincono i tedeschi” diceva (bene) Gary Lineker. Dopo il successo al Mondiale della Germania dei “grandi”, segue il trionfo all'Europeo U19 della Germania dei “piccoli”.

In finale abbiamo visto le due migliori squadre del torneo, il Portogallo e la Germania, e la sfida più attesa del torneo, André Silva contro Davie Selke. I tedeschi sono scesi in campo con il 4-2-3-1 (modulo preferito dell'allenatore ma ne parleremo dopo), i soliti volti in campo meno Dudziak, perso nella fase ai gironi per colpa di un maledetto infortunio. I portoghesi hanno risposto con un ordinato 4-3-3, e nello specifico con gli stessi uomini scesi in campo nella semifinale contro la Serbia (trascinati ai rigori dopo lo 0-0 fino al secondo tempo supplementare). Ritmi alti nei primi trenta minuti ma il gol è arrivato solo al 39° con Mukhtar (sua seconda rete nel torneo ma di gran lunga la più importante). Il Portogallo accusa il colpo ma non reagisce, si chiude nel proprio blocco mentale. Ed il resto è noto a tutti: Germania campione.

Mukhtar, autore del gol che ha regalato alla Germania U19 l'Europeo

Questo “piccola” Germania ha molto in comune con i “grandi”. Analizziamo tutti i punti in comune. Partiamo dal movimento degli attaccanti senza palla. Nella Germania campione del Mondo, era riservato a Muller questo compito, nella Germania campione d'Europa U19, a Davie Selke. Cos'altro? Una non perfetta transizione difensiva che (raramente ma c'è stata, ad esempio contro l'Algeria) ha mostrato la squadra di Low e che (più spesso, ovviamente) ha lasciato vedere la Germania di Sorg. Infine: concentrazione altissima e sfruttamento dei difetti avversari (incapacità di reazione del Portogallo U19).

Marcus Sorg, attuale c.t. della Germania U19, è un tedesco col calcio dentro. Nasce nel 1965, durante gli anni della fase più critica della Guerra Fredda. Da ragazzo faceva l'attaccante nell'Ulm, squadra della sua città, gli piaceva tenere palla e fare gol. Ogni tanto si accorgeva anche del compagno di reparto e suo grande amico Spies Uwe e gliela passava. Ma ogni tanto. Diventato allenatore ha subito avuto le idee chiare: il modulo giusto è quello in cui si valorizza una punta prestante atleticamente (quanti ricordi nella mente del tecnico, un ritorno al passato, immaginando se stesso là davanti...) e nella Germania U19 quella punta con un bel fisicaccio si chiama Davie Selke ma anche il modulo in cui i due centrocampisti esterni devono possedere velocità e resistenza e nella Germania si chiamano Dudziak (Mukhtar dopo) e Brandt.

Sorg è un fan della Apple dichiarato, adora il Natale (come dargli torto, è nato il 24 dicembre ed ha raccontato che da piccolo riceveva i regali la mattina del 24 e la sera a mezzanotte), ha un debole per tutto ciò che è tecnologico, adora andare in mountain bike, non crede nel matrimonio, “ho fatto per quattro volte il testimone e tre matrimoni sono finiti male”, sorride. Si è laureato in ingegneria perchè suo nonno era un grande ingegnere, è un uomo di natura ottimista ed è un particolare democratico (“ascolto tutti ma le decisioni le prendo io”). Uno che col passato sta scrivendo il futuro di una piccola Nazionale.

Ora riavvolgiamo il nastro e torniamo all'inizio. Le squadre qualificate a questo europeo sono: Ungheria (padroni di casa), Ucraina, Bulgaria, Israele, Serbia (erano campioni in carica), Germania, Austria, Portogallo. Ci sono notevoli assenze come l'Italia, la Spagna, la Francia, l'Olanda, l'Inghilterra. Illustriamo prima le semplici regole di questa manifestazione e poi vi spieghiamo il perché del flop delle nazionali qui citate: il torneo si divide in un turno di qualificazione, un turno elite e una fase finale a otto squadre che si gioca solitamente a luglio. Il turno di qualificazione autunnale si gioca sotto forma di 13 mini-gruppi a quattro squadre. Si qualificano le prime due e la terza classificata tenendo conto dei risultati ottenuti contro le prime due classificate del proprio girone. Nel turno elite, che si gioca in primavera, le squadre qualificate e quella ammessa di diritto a questa fase disputano altri mini-tornei a quattro con le vincitrici dei gironi che accedono alla fase finale. Nella fase finale le squadre vengono divise in due gironi da quattro, con le prime due che si qualificano per le semifinali. Lì la competizione diventa a eliminazione diretta. Le prime tre di ciascun girone si qualificano anche per il Mondiale FIFA Under 20 successivo, in questo caso in programma in Nuova Zelanda dal 30 maggio al 20 giugno 2015.

Dunque: l'Italia ha collezionato 3 sconfitte (contro Israele, Repubblica Ceca e Svezia), 2 vittorie (contro Liechtenstein e Danimarca) ed un pareggio (contro la Bulgaria) nella prima fase di qualificazione. Non numeri da far girar la testa ma numeri che l'hanno fatta arrivare, seppur zoppicando, all'ultimo giro : la fase elite. Talento omogeneo, bel gruppo. Capocannoniere degli Azzurri è Luca Crecco: gioca nella Lazio ma è appena passato in prestito alla Ternana, classe '95, un Florenzi alla biancoceleste. In porta titolare, a sorpresa, non c'è Scuffet che aveva fatto bene con l'Udinese la stagione scorsa tanto da costringere l'Atlético Madrid a fargli la corte (poi rifiutata) ma Gollini, ex Manchester United, ora al Verona.

La Spagna fa una magra figura anche l'Europeo under 19, oltre che ai Mondiali. La Rojita aveva ben cominciato il suo percorso (due vittorie contro Danimarca e Lituania) ma ha steccato alla fase élite contro la Germania - che poi sarebbe diventata campione – perdendo 3-1. Miglior marcatore degli iberici: Munir El Haddadi (3 gol in 3 partite), attaccante della florida cantera catalana. Nel solo anno 2014 ha siglato 4 gol in 11 apparizioni con la maglia della Masia.

Per la Francia è stato un percorso di qualificazione da dimenticare. Premettendo che il c.t. Smerecki non aveva a disposizione i nuovi Zidane o Platini, les Bleus hanno messo insieme tre pareggi in tre partite (contro Islanda, Irlanda del Nord e Belgio, non proprio delle teste di serie). Due i top scorer: Corentin Jean, attaccante del Troyes, ha militato in tutte le giovanili francesi partendo dall'U16 e Adrien Rabiot, centrocampista de PSG, anche lui nel giro delle giovanili della Francia dall'U16. Tutti e due hanno siglato due reti per ciascuno. Numeri che non hanno permesso ai transalpini di ragguingere la seconda fase di qualificazione.

L'Inghilterra è stata la squadra che forse ha più meritato di superare la fase elite di questa competizione: un pareggio (contro la Slovenia), quattro vittorie consecutive (contro Andorra, Svizzera, Montenegro, Scozia) ed una sola determinante sconfitta (contro l'Ucraina, 1 -0). Il gruppo inglese ha gonfiato la rete 18 volte (molto aiutano le goleade contro Andorra, 7-0 e Montenegro, 6-0). e concesso solo 3 gol. Lewis Baker, 19 anni, centrocampista, è stato il miglior marcatore con 4 reti. Tenetelo d'occhio perché il ragazzo, durante il 2013-2014, con la nazionale inglese U19 ha segnato 9 volte in 14 presenze. La porta la vede ed anche bene. Ovviamente gioca alla corte della vecchia volpe Mourinho.

L'Olanda merita il trofeo di squadra più discontinua: una vittoria (contro la Moldavia), un pareggio (contro il Galles), ed una sconfitta (contro la Georgia). Avventura cominciata e terminata in autunno. Il top scorer si chiama Richairo Zivkovic, classe 1996 attaccante dell'Ajax che ha però fatto le giovanili nel Groningen. Curiosa la sua famiglia: suo padre è di Curaçao (isola nel Mar dei Caraibi, di fronte alle coste del Venezuela, sotto il controllo dei Paesi Bassi) e sua madre è serba.

Ora prendete il blocco note ed una penna e appunte i seguenti nomi dei giocatori che si sono messi in luce in Ungheria.

PORTIERI: Davvero pochi i portieri che hanno brillato nell'Europeo U19 in Ungheria,

Bogdan Sarnavskiy (Ucraina): dello Shaktar Donetsk, 19 anni, 187 cm, con un bel caratterino, sa farsi sentire dalla difesa. Lo ricordiamo soprattutto per la parata sul rigore di Vutov che ha regalato poi la vittoria all'Ucraina alla seconda giornata.

Ivan Lucic (Austria): fresco acquisto del Bayen Monaco (ex Union St Florian). Potente fisicamente (193 cm per 92 kg), molto reattivo. Unica pecca: deve migliorare le uscite sulle palle alte.

DIFENSORI:

Fabian Holthaus (Germania, terzino sinistro) : lezioso in fase d'impostazione, perfetto in quella difensiva. Il giocatore del Bochum è risultato uno dei meno dei discontinui del torneo, buona tecnica.

Rafa (Portogallo, terzino sinistro): Luis Rafael è il gioiellino del Porto. Miglior difensore della manifestazione per la FIFA: ha qualità, costanza nel rendimento e personalità. Un sinistro educatissimo, non ha paura di tirare i calci piazzati.

Kevin Akpoguma (Germania, terzino destro): nelle sue vene scorre il sangue nigeriano, gioca per l'Hoffenheim, spinge sulla fascia, bravo nelle due fasi, il fisico lo aiuta molto, se la cava bene coi cross.

Srdjan Babić (Serbia, centrale): classe 1996, un anno più piccolo degli altri, gioca nel Vojvodina, lo corteggia la Stella Rossa. Non ha paura di nessuno ed è stato il miglior difensore dei suoi.

CENTROCAMPISTI:

Nemanja Maksimovic (Serbia, centrocampista centrale): del NK Domzale, alto 1.89 m, giocatore offensivo, bravo in cabina di regia a dettare la manovra. Il Verona è interessato a lui.

Marcos Lopes (Portogallo, trequartista): gioca nel Lille ma il suo cartellino è di proprietà dei campioni di Premier League, i Citizens, che a loro volta l'hanno pagato caro dal Benfica. Giocate funamboliche e dribbling ubriacanti. Quando parte palla al piede non (lo) vede più nessuno. Tiro potente e preciso. Difetto? Manca di continuità.

Andrija Zivkovic (Serbia, ala destra): classe 1996, del Partizan Belgrado, velocissimo, tecnica sopraffina, ottimo nel dribbling.

Jeremy Dudziak (Germania, ala destra): può giocare – e bene – in tutti i ruoli di fascia. Tecnicamente molto dotato, sinistro pericoloso. È del Borussia Dortmund.

Levin Oztunali (Germania, mezzala/trequartista/ala destra): giocatore duttile, in casi d'emergenza è capace di fare anche il terzino destro. Turco-tedesco ex Amburgo, tanto forte che, i suoi ex tifosi, quando hanno saputo del suo passaggio al Leverkusen, non l'hanno presa bene. E come dargli torto. Nipote di Uwe Seeler.

ATTACCANTI:

Davie Selke (Germania, prima punta): non poteva non esserci in questa rassegna il capocannoniere del torneo. 6 reti in 5 partite (14 gol in 15 partite con l’Under 19), la punta del Werder Brema è dotata di fisico possente (192 cm). Può segnare in acrobazia, di testa, di rapina, con una breve progressione palla al piede. Deve affinare la tecnica.

André Silva (Portogallo, punta/ala destra): non poteva mancare nemmeno l'altro grande marcatore dell'Europeo, nonché altro gioiello che il Porto si coccola. Non è proprio una prima punta ma un attaccante mobile e tecnico. Meno alto di Selke (182 cm) ma con più muscoli. Deve migliorare il gioco spalle alla porta.

Michael Ohana (Israele, seconda punta): ottimo controllo palla. Se la squadra l'avesse aiutato, avrebbe reso di più. Attualmente veste la maglia del MS Ashdod, i “Delfini” d'Israele.

Romario Baldé (Portogallo, ala sinistra/destra): del Benfica, classe 1996, chiamato per sostituire Nuno Santos (rottura del legamento crociato per lui), all'esordio ha subito segnato un gol.

Ed infine, non possiamo che concludere con “Deutschland über alles” anche un mese dopo la fine del Mondiale. Che un nuovo ciclo abbia inizio.