Messico e Brasile accolgono campioni sul viale del tramonto, ma innamorati del calcio. Non perdono quella naturale voglia di stupire Ronaldinho e Robinho. Immersi in un mondo meno competitivo, quasi "festoso", perfettamente calati in realtà in cui il pallone è ancora sinonimo di gioco, più che di denaro, riescono a incidere, divertendo con giocate che nonostante gli anni lasciano ancora a bocca aperta.

Ronaldinho ha scelto il Messico, il Querétaro, per un'esperienza diversa. La prima uscita ha riservato un boccone amaro. L'errore dal dischetto ha rinviato la gioia personale, prontamente trovata contro il Chivas. Proprio Dinho si ripresenta sul dischetto e questa volta non tradisce. Segna e fa segnare. Suo l'assist per Sanvezzo, sua l'impronta sul 4-1 finale.

In Brasile, invece, splende Robinho. Il Santos supera 3-1 la Figueirense e a sbloccare la partita, incollata sul punteggio di 1-1, è il sinistro dal limite dell'esile trequartista.

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Johnathan Scaffardi
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