Semplicemente Neymar. Uomo da record, che ai record non pensa "Penso ad aiutare la Selecao". 22 anni, questo il responso della carta d'identità, 40 reti, questo il tabellino in maglia Brasile. Meglio di lui solo mostri sacri, da Pelè a Ronaldo, fino a Romario e Zico. O'Ney si riprende il Brasile, segna e diverte. Conta poco si tratti di un'amichevole. I verdeoro hanno svoltato. Il progetto Dunga è agli albori, ma linea guida è la stessa intrapresa da Scolari in epoca precedente. Si gioca per il ragazzo prodigio, l'idolo della gente, il talento in missione. A Singapore, il Giappone soccombe, distrutto da Neymar. Quattro reti, in novanta minuti, quattro squilli, diversi, letali. Tardelli e Coutinho ispirano le prime firme, il terzo gol è da opportunista, il quarto, di testa, rende merito all'invito di Kakà. Non era al meglio Neymar, lo conferma Dunga, non può certo dirlo il campo.

Tanto Neymar, ma anche tanta Argentina. In un match con poca storia, l'Albiceleste gonfia sette volte la rete, trascinata dal solito Messi - autore anche di un simpatico siparietto con un invasore di campo, premiato con un autografo - ma soprattutto dal pipita Higuain. Due gol anche per il centravanti del Napoli. Due gol che possono scuotere Gonzalo, reduce da un periodo di preoccupante appannamento. Benitez spera, Napoli anche. La rappresentativa di Hong Kong assiste impotente alla recita, mentre il Tata Martino prova schemi e uomini, annunciando il ritorno in Nazionale di Tevez.