In giro per l'Europa

Una carrellata passando per i vari campionati europei, quelli più importanti e quelli meno seguiti, per scoprire un po' cosa succede calcisticamente parlando nel vecchio continente.

In giro per l'Europa
In giro per l'Europa
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Di Giorgio Dusi

Siamo arrivati al giro di boa dei campionati europei, tranne probabilmente per la Premier League, che come ogni anno non si ferma mai, e che sarà il main event calcistico dei prossimi giorni, con tre giornate di campionato che si giocheranno nel giro di una settimana a partire dal boxing day di Santo Stefano, per arrivare alla prima giornata del girone di ritorno che si giocherà il primo di gennaio. Insomma, oltremanica non ci si ferma mai.

Ci si concede una pausa decisamente lunga invece in Germania: la Bundesliga infatti, giunta al termine del girone di andata, ritornerà in campo addirittura il 30 gennaio, dopo il classico mese di pausa. Si ripartirà con una sola certezza: il Bayern Monaco, e chi altro se non loro? Una stagione in cui rischia di infrangere ogni record, che per ora li vede al comando della classifica con 11 lunghezze di vantaggio sul Wolfsburg primo "inseguitore". 45 punti raccolti su un totale di 51 a disposizione, per uno score di 14 vittorie e tre pareggi in 17 partite, con 41 gol fatti e solamente 4 subiti. Numeri da record per la squadra di Guardiola, pronta a portarsi a casa il terzo titolo consecutivo, anche perchè la più accreditata per darle fastidio, ovvero il Borussia Dortmund, sta vivendo una clamorosa crisi di risultati che l'ha portata addirittura all'ultimo posto, a pari punti con il Friburgo. Un calo che appare davvero inspiegabile, vista la qualità della rosa a disposizione di Klopp, che sta comunque volando in Champions League e sarà la prossima avversaria della Juventus: una parte di colpa se la possono prendere gli infortuni, ma per il resto trovare una motivazione a questo calo è difficilissimo. Certo la partenza di Lewandowski ha pesato, essendo il polacco un elemento chiave del tipo di gioco del Borussia, ma sono arrivati due giocatori importanti come Ramos e Immobile. Una cosa è certa: non mancherà mai il supporto dei tifosi, il muro giallo è a fianco della squadra, come dimostrato in diverse occasioni.

"Se cadrete, cadremo con voi": questo lo striscione esposto dai tifosi del Borussia Dortmund nelle ultime partite.

Interessantissima è la corsa alla Champions League, che vede diverse squadre immischiate, tra sorprese e certezze ritrovate. Oltre al già citato Wolfsburg, per ora la squadra sicuramente più forte e solida, ci sono anche Bayer Leverkusen e Borussia Moenchengladbach, squadre che fondano la loro filosofia sulla crescita dei giovani, e che giovani: tra questi citiamo sicuramente Calhanoglu per i primi e Kramer per i secondi, anche se quest'ultimo è ancora di proprietà delle aspirine. Va a caccia di conferme lo Schalke 04, che sembrava aver trovato continuità con Di Matteo in panchina, ma i troppi passi falsi contro le "piccole" e i vari infortuni stanno ostacolando la crescita della squadra di Gelsenkirchen, che può contare su una rosa di altissimo livello, aspettando anche il rientro completo di Sydney Sam. Nelle zone alte della classifica troviamo anche, a grandissima sorpresa, l'Augsburg, che ha perso in estate pezzi importanti come Hahn, ma si trova comunque in corsa per l'Europa, grazie a un ottimo mix di esperienza e talento, e soprattutto tanta volontà e sacrificio.

Se in Germania c'è un solo padrone, diversissimo il discorso in Francia, dove il PSG sta deludendo, e nemmeno poco, tant'è che la panchina di Blanc sembra più ballerina ogni giorno che passa, e sembra si stia già pensando a un sostituto. 10 vittorie, 8 pareggi e una sconfitta non è un bilancio che si addice a una squadra che ha speso capitali di soldi per costruire una squadra competitiva, che si trova attualmente addirittura al terzo posto, superato sia dal Marsiglia capolista, e anche dal Lione. Val la pena spendere qualche parola sulla squadra di Marcelo Bielsa, più che mai El Loco: un mercato che non l'ha soddisfatto, comprese le finte promesse della dirigenza, che gli aveva messo a disposizione un budget molto più ridotto di quanto accordato alla firma, e gli ha comprato un giocatore (Doria) che di fatto lui non voleva. Eppure, dopo un inizio pessimo con tre sconfitte, la squadra ha preso il volo, trascinata dai gol di Gignac. Insomma, l'ennesimo miracolo di un allenatore che o si ama o si odia, ma che dovunque vada, riesce a ottenere quasi sempre il massimo dai suoi giocatori. Per quanto riguarda invece il Lione, squadra di proprietà del presidente Aulas, uno che i giocatori li lascia andare solo per tanti soldi, siamo un po' tutti sorpresi di vederlo lassù, ma pensandoci bene non ci dobbiam stupire più di tanto: la squadra sta lavorando sui giovani dalla fine del ciclo di quella squadra guidata da Juninho Pernambucano, e ora che gente come Gonalons, Umtiti, Lacazette e Grenier ha raggiunto la piena maturità, non poteva esserci un diverso epilogo. Non mancano le guide d'esperienza come Bisevac, ma in generale questa super stagione è testimonianza del fatto che lavorare costantemente sul vivaio paga.

Nella zona alta della classifica troviamo anche Monaco e Saint-Etienne, che non stanno avendo un rendimento costante, ma con delle difese che vanno solidificandosi (i biancoverdi hanno la migliore del campionato) stanno provando a rientrare tra le squadre di vertice, che non stanno comunque tenendo ritmi altissimi. I Monegaschi hanno acquisito fiducia anche dal passaggio del turno in Champions League, e nonostante le cessioni estive di Falcao e James, hanno trovato dimensione ed equilibrio grazie alle ottime idee dell'allenatore Jardim e dal talento di Moutinho e dei tanti giovani, aspettando l'esplosione di Kondogbia. Prova a costruirsi una buona classifica anche il Bordeaux di Willy Sagnol, partito bene e poi calato leggermente nell'ultimo periodo: sicuramente la squadra non è tra le migliori in quanto a qualità della rosa, ma la compattezza che è riuscito a dare l'ex terzino del Bayern Monaco può proiettarli in Europa. Molto più in basso il Lille, terza classificata dello scorso anno, che ha essenzialmente due problemi: si segna poco e la rosa è troppo corta. Sicuramente gli elementi sono buoni, Origi su tutti, ma sono davvero in pochi, e tante volte vengono lanciati giovani del vivaio, anche prematuramente.

Chi di elementi buoni ne ha (diciamo così) diversi a disposizione è Carlo Ancelotti, che sta distruggendo ogni record sulla panchina del Real Madrid. Mettiamo subito in chiaro un punto: un conto è avere i campioni, un altro è saperli gestire, e il "caso Blanc" lo dimostra. Le Merengues cavalcano una striscia aperta di 23 vittorie consecutive in tutte le competizioni e sono potenzialmente a +4 sul Barcellona nella Liga, grazie soprattutto a un Cristiano Ronaldo in forma quasi illegale, che ha segnato 25 gol in 15 partite di campionato. I Blaugrana invece sembrano un po' in calo dopo un inizio di stagione ad altissimi livelli, con sole vittorie, 9 consecutive, e solamente 7 gol subiti, arrivati tutti dal Clasico in poi, partita di rottura per la stagione, visto che la squadra di Luis Enrique da quella partita ha cominciato a faticare un po'. I campioni in carica dell'Atletico Madrid sono la terza forza, ma quest'anno non sembrano in grado di tenere il passo delle due grandi, che sembrano a tratti di un altro pianeta. Era piuttosto lecito attendersi un leggero calo da parte dei ragazzi di Simeone, che restano comunque pericolosi e pronti a sfruttare i passi falsi del duo di testa, anche se, come detto, non sembrano gli stessi della scorsa stagione.

Alle spalle delle big three c'è un quartetto di inseguitrici composto da Siviglia, Valencia, Villarreal e Malaga. Se per le prime due non ci sorprendiamo, vista la qualità delle rose, ci stupiamo un po' di più delle altre due. Certo il sottomarino giallo anche lo scorso anno si è messo in evidenza conquistando l'Europa League, ma in pochi avrebbero scommesso sulla conferma della squadra di Marcelino, allenatore che si sta mettendo in evidenza come uno dei migliori in Spagna. Ancora più sorprendente il Malaga, che dopo la crisi economica si è ripreso, costruendo una squadra giovane con elementi interessantissimi come Horta e Rescaldani, mentre invece un veterano come Roque Santa Cruz saluterà il calcio europeo dopo aver segnato caterve di gol, soprattutto con la maglia del Bayern Monaco, per passare a giocare in Messico. Dopo queste quattro, uno stacco quasi incredibile di 10 punti e tutte le altre, tutte in 10 punti: dal Celta Vigo in clamorosa flessione (5 sconfitte consecutive), alle due basche Athletic Bilbao e Real Sociedad, quest'ultima con al timone David Moyes, passando per l'Eibar dei miracoli, squadra con un fatturato bassissimo che si basa sopratutto su fondi arrivati tramite donazioni, tra cui quelle di David Silva e Xabi Alonso, e si trova attualmente a 20 punti al suo primo anno nella Liga. Storie che forse solamente il calcio spagnolo può raccontare.

Spostandoci un po' più a ovest, spendiamo qualche riga anche per parlare della Primeira Liga Portoghese, che come al solito è una corsa a due tra Benfica e Porto, con i primi avanti di ben 6 punti, ma reduci da una brutta eliminazione in Champions League e soprattutto con tante voci di mercato che circondano alcuni elementi chiave della squadra di Jorge Jesus, Enzo Perez su tutti. I Dragoes nhanno invece inaugurato la linea verde, già iniziata in realtà da qualche anno, ma che forse è stata confermata definitivamente quest'anno con le cessioni di alcuni giocatori importanti e d'esperienza, e il prossimo a partire potrebbe essere Jackson Martinez, nel mirino di diversi club europei. Un po' più sotto troviamo lo Sporting Lisbona, in ripresa dopo un inizio difficile, che dovrà lottare per un posto in Europa con il Braga di Rafa, interessantissimo trequartista/ala già convocato per gli scorsi mondiali, e con il sorprendente Vitoria Guimaraes, rivelazione del campionato. In fondo, ancora senza nemmeno una vittoria il neo-promosso Gil Vicente, fanalino di coda.

Corsa a due anche in Eredivisie, e le protagoniste sono sempre loro, l'Ajax e il PSV Eindhoven. I campioni in carica non si stanno confermando ai livelli dell'anno scorso, un po' scossi dalla cessione di Blind, faro del centrocampo passato al Manchester United in estate, e faticano a ingranare come al solito, anche se c'è da dire che chi gli sta davanti, il PSV, sta tenendo un ritmo davvero infernale, con 14 vittorie in 17 partite e 48 gol fatti, contro i "soli" 43 della squadra di De Boer. In ripresa il Feyenoord, che in estate è stato vittima di un vero e proprio esodo, a partire dall'allenatore Koeman, passando per Pellè, Janmaat, De Vrij e Martins Indi. Spazio dunque ai giovani: Vilhena, Kongolo, Te Vrede e soprattutto Boetius, ala sinistra dal potenziale impressionante, pronto a essere il nuovo crack d'Olanda, dopo però Depay, miglior giocatore per distacco della Eredivisie. Si riconferma nei piani alti lo Zwolle dopo un ottimo inizio (sarà la volta buona per raggiunger l'Europa?), insieme al Twente e all'AZ Alkmaar. Passa invece un pessimo momento il Dordrecht, neo-promossa e fanalino di coda, distante dalla zona salvezza e con già un piede al piano di sotto.

Sembra essere una questione cittadina invece quella del campionato turco, con la classica sfida interna alla città di Istanbul, che vede davanti a tutti il trio composto da Besiktas, Fenerbahce e Galatasaray, tutte in due punti. Questi ultimi in particolare devono riscattare un inizio di stagione clamorosamente deludente sotto la gestione di Cesare Prandelli, che ha fallito miseramente la missione, e da quando ha passato il testimone ad Hamzaoglu, la squadra ha raccolto 4 vittorie consecutive, riportandosi davanti al Fenerbahce, che come ogni anno va a strappi, ma quando accelera è difficile prenderlo, e a ridosso del Besiktas, che guidato da Demba Ba in attacco (8 gol per lui) sta volando e costruendo la sua classifica soprattutto in trasferta. Più in basso invece Bursaspor e Trabzonspor, squadre che sulla carta potrebbero anche infastidire le tre di vertice, ma non riescono a trovare un loro equilibrio interno nonostante la presenza di talenti, attuali e vintage, come Josuè e Belluschi per i primi e Cardozo e Yatabarè per i secondi.

Spostandoci più a Nord, precisamente in Russia, davanti a tutti marcia lo Zenit San Pietroburgo di Andrè Villas Boas, fresco di clamorosa eliminazione in Champions League, ma che in campionato continua a marciare nonostante siano arrivate le prime due sconfitte (contro Mordovia e Terek), ma i punti di vantaggio sulla prima inseguitrice, il CSKA Mosca, rimangono 7, quindi sono sufficienti per stare tranquilli e gestire il vantaggio. Inoltre, a causa della discontinuità, la squadra allenata da Slutskiy non sembra rappresentare un pericolo. Va di rincorsa invece la Dinamo Mosca, squadra ricchissima di talento che sta pian piano trovando la giusta amalgama, anche se il pessimo inizio sembra aver compromesso le ambizioni. Per la cronaca, la rosa annovera giocatori del calibro di Valbuena, Denisov, Kokorin, Kuranyi, Dszudszak e Zhirkov. Molto più sotto i "cugini" dello Spartak, anche loro con problemi di integrazione dei nuovi arrivati, come anche la Lokomotiv: le due squadre moscovite si trovano comunque in un gruppone che comprende anche il Kuban, il Krasnodar e il Rubin Kazan, e il secondo posto appare alla portata di tutti, anche se la Dinamo, ora che ha ingranato, sembra avere qualcosa in più.

Dai monti Urali alle Alpi, cambiano paesaggi e usanze, ma non il freddo (con le dovute proporzioni) e il fatto che c'è una squadra che domina e tutte le altre che inseguono e farneticano: in Austria è il caso del Red Bull Salisburgo, autentica macchina da gol (57 in 19 partite, media altissima di 3 a partita) che però perderà una pedina come Kampl, acquistato dal Borussia Dortmund; in Svizzera invece è il Basilea, giustiziere del Liverpool in Champions, a dettare legge grazie alla tanta gioventù presente in squadra, tra cui l'interessantissimo Embolo, classe '96 che si è già messo in mostra anche su palcoscenici importanti. Quasi incredibile invece quello che succede in Grecia, dove l'Olympiakos ha un'avversaria molto credibile, ovvero il PAOK Salonicco, che attualmente gli è addirittura davanti di un punto, 34 contro 33, e il testa-a-testa non sembra destinato a decidersi fino a maggio. Si sta riprendendo invece il Celtic, dopo un inizio di stagione in sordina: il cambio di allenatore, dovuto alle dimissioni di Lennon, si è fatto sentire, e il nuovo allenatore Deila ci ha messo un po' ad entrare nei meccanismi della squadra. Ora però tutto ristabilito, primo posto in classifica e 4 punti di vantaggio su Dundee United e Aberdeen, squadre assolutamente da tenere d'occhio, in particolare per i primi nominiamo l'attaccante olandese Ciftci.

Tra le altre "decadute" citiamo l'Anderlecht, che insegue nella Jupiler League belga la capolista Brugge, che avrà sì perso Lestienne, ma ha trovato i gol del giovane cileno Castillo e soprattutto le parate di Ryan, vera e propria saracinesca australiana che anche in Europa League ha parato di tutto al Torino. Ultimamente anche in Danimarca c'è sempre una sorpresa davanti, a parte lo scorso anno, dove il Copenhagen ha fatto valere il suo strapotere: quest'anno è il Midtjylland a guidare la classifica a +8 sulla squadra della capitale, e sta mettendo in luce il classe '95 Sisto, giocatore assolutamente da tenere d'occhio. Non stanno bastando invece i gol di un altro astro nascente del calcio europeo come Kramaric, già a quota 21, per tenere il Rijeka a contatto con la Dinamo Zagabria: sono 7 i punti di distacco tra le due squadre, e i capitolini si proiettano ancora verso il titolo. Comandano invece Legia Varsavia e Steaua Bucarest nei ripettivi campionati, quello polacco e quello rumeno, e anche in Serbia non c'è molta corsa, con il Partizan davanti alla Stella Rossa di 6 punti. Chiudiamo con il campionato ucraino, fermato a causa della guerra civile che si è scatenata qualche mese fa, ma che è ripreso e vede la Dynamo Kiev davanti allo Shakhtar Donetsk nell'eterna corsa a due che ha caratterizzato questi anni.