GRUPPO A (Australia-Corea del Sud-Kuwait-Oman)

Nel primo gruppo troviamo ovviamente i padroni di casa. Anche a livello di club l’Australia sta passando un ottimo momento: i Sydney Wanderers hanno conquistato la Champions Asiatica, ed ora la nazionale vuole far sentire la sua voce. Anche il campionato, avendo avuto dal 2012 al 2014 un campione assoluto come Alessandro Del Piero, ha avuto una risonanza mediatica non indifferente. I gialloverdi sono allenati dall’australiano ma di evidenti origini greche in quanto nato ad Atene, Ange Postecoglou. Unico obbiettivo, la vittoria. La Corea del Sud non sta passando un momento idilliaco. La nazionale, che negli ultimi anni è cresciuta molto mostrando anche risultati apprezzabili, è in crisi. Il Mondiale brasiliano, terminato al primo turno con un pareggio e due sconfitte, ha indignato la nazione. Il tecnico Hong Myung-Bo è stato licenziato, la squadra è stata affidata al tedesco Uli Stielike, che ha giocato anche la finale del Mondiale ’82 al Bernabeu. La rosa non dispone di grande qualità, se non grazie al giovanissimo Son Heung-Min che milita in Germania nel Bayer Leverkusen, e l’ex Arsenal Park Chu-Young. La terza squadra del gruppo è il Kuwait. Molti associano questa nazionale allo storico e clamoroso episodio del Mondiale 82’, quando lo sceicco Sabah scese in campo a far annullare il quarto gol francese. Ora, nefandezze a parte, la squadra proprio negli anni ’80 ha raggiunto l’apice, vincendo la Coppa, poi nel 1984 si fermò alle semifinali. La Guerra del Golfo ha impedito molti aspetti del sistema calcio kuwaitiano, ma la guida tecnica è solida, con il brasiliano Vieira che ha già vinto il torneo nel 2007alla guida dell’Iraq. Il girone si chiude con l’Oman. Fino a qualche anno fa, questa dormiente nazione era la squadra materasso nel continente, col passare del tempo, con infrastrutture ed una discreta organizzazione, la selezione ha raggiunto buoni risultati, come il secondo posto nella Coppa del Golfo 2007 e la vittoria nel 2009. L’attuale allenatore è il francese Paul Le Guen, che nelle qualificazioni al Mondiale ha sfiorato lo spareggio intercontinentale con l’Uruguay, che ha affrontato la Giordania.

GRUPPO B (Uzbekistan-Arabia Saudita-Corea del Nord-Cina)

L’unico successo dell’Uzbekistan risale esattamente venti anni fa quando, nel 1994, vinse i giochi asiatici al suo debutto. Quella squadra non è minimamente paragonabile a quella attuale, uno dei mattatori era Mirjalol Qosimov, oggi 44 anni e commissario tecnico degli uzbeki. Nel 2011 ottennero un quarto posto tutt’altro che disprezzabile. Il centrocampo è forse il reparto messo meglio, con il record man di presenze, 110, Kapadze, e l’ex giocatore dell’Anzhi di Kerimov, Odil Ahmenov. In attacco ci si basa su Shatsikikh, 36 anni e miglior goleador di sempre con 34 marcature. Nel gruppo B troviamo anche l’Arabia Saudita. Molti, pensando a questa nazionale, ricorderanno il meraviglioso gol di Saeed Al Owarain al Mondiale 1994 contro il Belgio che schierava in porta un certo Preud’homme, che permise agli arabi di passare il primo turno eliminatorio. Presenza costante dunque dal 1994 al Mondiale tedesco del 2006. Ha vinto il torneo per tre volte, 1984, 1988 e 1996. E’ allenata dallo spagnolo Lopez Caro, che per un breve periodo è stato anche alla guida del Real Madrid, della Spagna Under 21 e dei romeni del Vaslui (affrontati dalla Lazio nell’Europa League 2011-12). A guidare in campo questa selezione è il capitano Saud Kariri, ben 130 match in nazionale. Dopo l’esperienza non felicissima al Mondiale sudafricano del 2010 si è sentito parlar poco della Corea del Nord, che però ha un buon settore giovanile, basti pensare ai buoni risultati ottenuti dall’under 19 e 23, molti dei quali sono già stati promossi nella nazionale maggiore. La squadra è buona, ma è difficile pensare in grande, visti i lavori in corso. Grandissima demograficamente, non grandissima sul terreno di gioco, in sintesi: la Cina. Squadra misteriosa, allenata dal francese Alain Perrin, che ha sostituito lo spagnolo Camacho esonerato dopo il 5 a 1 contro la modesta Thailandia. La nazionale si ispira al Guangzhou dei record targato Marcello Lippi, ma i vari campioni che hanno vinto la Champions Asiatica non sono, per ovvi motivi, selezionabili. Per tornare ad un Mondiale, come nel 2002, ci vuole del tempo, la ristrutturazione è in pieno atto.

GRUPPO C (Emirati Arabi Uniti-Iran-Qatar-Bahrain)

Gli Emirati Arabi Uniti si presentano alla rassegna iridata guidata da Mahdi Ali, che con l’under 20 ha vinto una Coppa d’Asia e disputato un buon Mondiale under 20, eliminato ai quarti dal Costarica. Proprio da qui vengono gli sceicchi che si sono interessati (e investito laute cifre) nel calcio europeo, intenzionati anche a valorizzare a suon di milioni questa nazionale emergente. Costantemente in guerra, l’Iran non ha permesso un lavoro ottimale al suo tecnico, Carlos Queiroz, che è riuscito a portare la squadra in Brasile per il Mondiale, ottenendo una modesta figura, basti pensare che se non fosse stato per Messi al 90’ la squadra avrebbe ottenuto uno storico 0 a 0 contro l’Albiceleste. L’apice della selezione iraniana è stato tra il finire degli anni 60’ e l’inizio dei 70’, quando vinse tre Coppe d’Asia consecutivamente. Il giocatore più conosciuto è Askhan Dejagah, pilastro del Werder Brema dal 2007 al 2012, ora gioca nell’Al-Arabi, in Qatar. Ed è proprio del Qatar che vogliamo parlare. Questo minuscolo stato ma enorme a livello economico, è all’ottava partecipazione nella competizione, dove ha ottenuto i quarti di finale (miglior risultato) nel 2001 e 2011. Il campionato è in lenta ascesa, dove molti giocatori per concludere la carriera vannò lì. E’ una prova generale per il Mondiale 2022, dove il Qatar (salvo dovesse qualificarsi per Russia 2018) sarà alla prima partecipazione. La sorpresa di questo gruppo C è il Bahrain. Poche volte calcisticamente si è parlato di questo stato, molto più per il Gran Premio di F1 che ogni anno si svolge. La selezione è allenata dall’iracheno 53enne Adnan Hamad, che ha vinto il suo girone di qualificazione, piazzandosi prima del Qatar, concendendo un gol in sei sfide. Il miglior risultato è un quarto posto in Cina nel 2004, nelle altre tre apparizioni i “Lupi Rossi” sono stati estromessi al primo turno.

GRUPPO D (Giappone-Giordania-Palestina-Iraq)

Il Giappone è reduce da un Mondiale non particolarmente brillante, l’eliminazione al primo turno è corrisposta con l’addio di Alberto Zaccheroni, che ha comunque chiuso un ciclo ottimo, se si considera la vittoria in Coppa d’Asia nella scorsa edizione. La squadra è stata affidata al messicano Javier Aguirre. Nelle prime sfide ha dato molto spazio alla sperimentazione, ma ha poi richiamato i vari senatori, quali Honda, Uchida e Okazaki, vero bomber dei samurai. Non sarà un torneo facile per loro, ma dal Giappone ci si aspetta sempre molto. Passiamo ora alla Giordania, che è guidata dall’inglese Ray Wilkins, ex giocatore di Chelsea, Manchester United e Milan. La squadra ha vinto il proprio girone di qualificazione, ha come pilastro il portiere Shafi, più di 100 caps in nazionale. E’ la terza partecipazione per loro in Coppa, nel 2004 e 2011 si sono fermati ai quarti. Curiosità: tra i convocati vi è un difensore del Venezia, Shadi Ghosheh. Prima e storia partecipazione in Coppa d’Asia per la Palestina, che ha ottenuto il pass grazie alla vittoria nella AFC Challenge Cup dello scorso anno. Un ottimo risultato per questo territorio afflitto da problemi politici e sociali. E’ una storia particolare quella della Palestina, effettivamente esiste dal 1962, ma la FIFA l’ha riconosciuta solo nel 1998. Dal 2008 gioca le sue sfide in casa. Ultima squadra del raggruppamento, anch’essa martoriata dai conflitti, è l’Iraq. Nel gruppo C di qualificazione si è piazzata alle spalle dell’Arabia Saudita e prima della Cina. Proprio l’Iraq nel 2011 ha ospitato l’edizione vinta dal Giappone, essendo stata eliminata ai quarti di finale. Per loro è la settima apparizione, torneo vinto una sola volta, nel 2007.