Il Bernabeu aspetta il campione, si tinge d'oro per osannare Cristiano, Pallone d'Oro per la terza volta, a un passo da Messi, e si prepara a una serata di grande calcio. Il derby di Coppa del Re porta con sè i connotati della serata di gala. C'è in palio un posto nei quarti, la supremazia a Madrid, in primis. Il fantasma di Simeone aleggia su Ancelotti e una squadra da record si scopre improvvisamente perforabile. Il 2-0 dell'andata, sponda Atletico, garantisce linfa a un match già elettricamente carico. Il Real non presenta riserva, tra i pali Navas, il resto è un insieme di stelle, guidate da Cristiano. Il Cholo scherza, tiene al suo fianco Gabi e Arda, rilancia Torres, per l'indisponibile Mandzukic. Tutto pronto per la remuntada, così sogna il Bernabeu. La scenografia regale si affloscia una manciata di secondi dopo il via. Suona la musica del Nino, rapace all'appuntamento con lo squillo di Griezmann. Nella notte di Ronaldo, ecco Torres.

La parentesi rossonera, chiusa frettolosamente, col ritorno all'Atletico, terra di dolci ricordi, restituisce linfa ai muscoli dello spagnolo, rapidità di pensiero, di testa. I movimenti non si insegnano alla scuola calcio e Torres è attaccante di razza, ha fiuto, posizione, classe. Solo oggi appare nostalgico, annoiato, lento, appannato. Assente. Il miracolo di Simeone riporta Torres ai tempi di Liverpool, di Madrid.

Al primo sigillo, fa seguito il secondo, ancora all'inizio, a colpire nel vivo la volontà bianca. Parte la ripresa, sul punteggio di 1-1, col Real riversato in avanti, con un frullato incredibile di piedi buoni e supersoniche accelerazioni, riattivato dal pari di Ramos nella prima frazione. Meno di un minuto e Torres fa 1-2, gioco, partita, incontro Atletico. Griezmann è l'ispiratore, Sergio Ramos contribuisce, Torres chiude. Il Bernabeu perde forza, l'urlo della marea galattica si spegne col passare dei minuti, segna Ronaldo, non una novità. Il Pallone d'Oro non incide, non è al suo meglio.

Il Real, in testa alla Liga e in rampa di lancio in Champions, saluta la Coppa, forse non un male. Anche le stelle chiedono riposo e il Mondiale per Club intossica muscoli e idee. Ancelotti esce dal campo corrucciato, non solo per l'eliminazione. Simeone è un problema non da poco. Motivatore, guerriero, gentiluomo. Simeone e Torres, legati l'uno all'altro, nella serata del secondo, la mano del primo. L'Atletico c'è, ancora una volta, il Real si interroga.