Giugno 2014, aperitivo mondiale. Il Brasile chiama a raccolta le più forti nazionali del mondo, si gioca nella terra del calcio, dello spettacolo, del gioco. Un'esplosione di festa, l'Italia si presenta al via come nona potenza, questo dice la classifica Fifa, che pone proprio le stelle verdeoro al terzo posto, dietro Spagna e Germania. La spedizione iridata segna la fine del corso Prandelli, iniziamo bene con l'Inghilterra, naufraghiamo con Costa Rica e Uruguay, il ritorno a casa è mesto.
Da quel giorno per l'Italia è una descensio, cambia tutto, Conte è il punto di rottura col passato, la personalità forte attorno a cui ricostruire. Il cammino mostra i primi frutti, gli azzurri rientrano dalla porta principale e si affacciano nuovamente tra le dieci nazionali di primo livello. L'Italia scavalca la Spagna - a testimoninza del processo di cambiamento in opera in seno alle furie rosse, al termine di un ciclo straordinario - e la Svizzera e si colloca alle spalle dell'Uruguay.
L'unico cambiamento di rilievo è questo, perché davanti la situazione è immutata. Comanda la Germania, campione del Mondo, davanti all'Argentina, finalista in Brasile, alle spallle dei tedeschi e dell'Albiceleste, il nuovo corso, esploso l'anno scorso, di Colombia e Belgio, l'Olanda chiude il gruppo delle prime cinque.
Queste le posizioni di vertice: Germania (1770) punti, Argentina (1577), Colombia (1499), Belgio (1471), Olanda (1415), Brasile (1348), Portogallo (1191), Francia (1180), Uruguay (1164), Italia (1146 punti).