Snobbato per tanti anni, salito alla ribalta negli ultimi giorni. Il miracolo Albania ha fatto tornare in voga il nome di Gianni De Biasi anche al di fuori del paese balcanico (dove è cittadino onorario e c'è chi vorrebbe intitolargli uno stadio, il prossimo di Tirana). In tanti si sono espressi su di lui, dal premier Rama che lo ha pubblicamente lodato, passando per Marcello Lippi ("gli allenatori italiani hanno sempre qualcosa in più"). Oggi si è conferrato alla Gazzetta dello sport in un'intervista nella quale ha parlato non solo del presente, ma anche del passato e del futuro.

IL RIMPIANTO - "Sento davvero tanto affetto attorno a me, e ne sono felice perché ho lasciato sempre la mia impronta. L’unico rammarico della mia carriera resta Udine, dove non ho avuto la possibilità di lavorare: era una realtà ottima per me, ma non sono riuscito a spiegare che cosa sono e volevo fare. Non ne ho avuto il tempo".

L'APPRODO IN ALBANIA - "Tramite un procuratore albanese che vive in Italia. E pensare che io non volevo neppure incontrare i dirigenti federali: avevo appena chiuso male con l’Udinese, volevo una rivincita diversa e in Serie A. Poi ho capito che per fare un certo tipo di calcio bisogna essere al centro del progetto e spesso in Italia l’allenatore non lo è. Ed è cominciata la mia avventura a Tirana".

SENSO DI APPARTENENZA - "Mi sento Albanese? Vero. E non soltanto per una questione di passaporto. In piazza in queste ore è una cosa pazzesca, difficile da spiegare. Ci sono una bandiera e un popolo. Che va oltre il confine perché gli albanesi sono ovunque con il loro entusiasmo e l’amore per la patria. La qualificazione dà speranza, dice che i sogni si possono realizzare, non restano solo obiettivi. Siamo cresciuti tanto, ma a certi livelli non sarà facile continuare: ci proveremo ancora".

IL LAVORO - "Effettivamente, cerco sempre di lavorare sotto traccia con i miei giocatori. Cerco l’empatia con loro per tirarne fuori il massimo, voglio il loro coinvolgimento non solo una risposta tecnica". 

I RICONOSCIMENTI - "Uno stadio? Non scherziamo, però ci hanno annunciato che nel nuovo impianto di Tirana, quando sarà realizzato, ci sarà una targa con i nostri nomi per ricordare l’impresa di questa squadra".