Proprio un anno fa, di questi tempi, veniva presentato al Real Madrid come nuova stella del futuro centrocampo merengue. Oggi, a pochi giorni dai 23 anni, il brasiliano Lucas Silva viene invece trattato da oggetto indesiderato all'Olympique Marsiglia, club al quale la Casa Blanca l'aveva ceduto in prestito la scorsa estate. Eppure, per questo talento che al Cruzeiro aveva fatto meraviglie, tanto da meritarsi in patria l'appellattivo di nuovo Juninho Pernambucano, più per la struttura fisica che non per le magie sui calci di punizione, gli elogi si erano sprecati, al punto che per accaparrarselo il Real dovette muoversi in anticipo e superare la concorrenza dei più importanti club europei, tra i quali anche alcuni dell'èlite del calcio italiano.

Accolto a Madrid da Carlo Ancelotti, amante dei piedi buoni in mezzo al campo, Lucas Silva riuscì in tempi relativamente brevi ad entrare nelle rotazioni in mediana degli allora campioni d'Europa, superando di slancio il basco Asier Illaramendi e accreditandosi come prima alternativa a Toni Kroos e Luka Modric, con il secondo troppo spesso ai box per infortuni nella seconda parte della stagione 2014/2015. Lo stesso Ancelotti lo buttò nella mischia di Gelsenkirchen da titolare nell'andata degli ottavi di finale di Champions League contro lo Schalke 04, gara vinta dai merengues per 2-0 (il ritorno fu molto più complicato, con Sanè e Huntelaar a far tremare l'intero Bernabeu in una partita che decretò la fine dell'idillio tra Iker Casillas e la aficiòn blanca). Furono quelli i primi passi del brasiliano nel calcio europeo, ma sia le difficoltà della squadra che un atteggiamento personale troppo timido ridussero l'ex Cruzeiro al rango di riserva nella tarda primavera, al punto che Ancelotti gli preferì persino Sergio Ramos accanto a Kroos in alcuni match chiave della stagione come quello di Torino contro la Juventus. Dotato di ottima tecnica, discreta visione di gioco, ma non (ancora) della personalità per prendersi le responsabilità di un reparto chiave di una squadra come il Real, il giovane Lucas finì quasi nel dimenticatoio a fine stagione, quando con l'avvicendamento in panchina Ancelotti-Benitez, il club merengue decise di riportare all'ovile l'altro brasiliano Casemiro, nel frattempo valorizzato dal Porto, per cercare di effettuare la stessa operazione con il talentino delle nazionali giovanili verdeoro.

Ecco dunque il prestito all'Olympique Marsiglia, squadra di giovani ma in un momento storico difficile quanto a proprietà, società e allenatori. In Francia il ragazzo ha totalizzato, fino alla fine di gennaio, ventisette presenze, di cui poche da titolare e molte in Europa League, senza mai incantare, anzi dando segnali di insofferenza per un difficile ambientamento in Ligue 1. La situazione è deflagrata negli ultimi giorni, con i media francesi che parlano di rottura totale con la dirigenza dell'OM (e con il presidente, che gli avrebbe intimato di scendere dal pullman della squadra dopo l'ennesimo screzio) a causa del rifiuto del brasiliano di accettare l'Anderlecht, nuova destinazione per un giovane che non aveva alcuna voglia di sentirsi trattato come talentino con la valigia sempre in mano. Alle accuse del suo club d'adozione (il suo cartellino rimane di proprietà del Real), Lucas Silva ha risposto con un duro comunicato, in cui ha difeso la legittimità delle proprie scelte: "Sono sempre cresciuto in mezzo a tante difficoltà, è mia abitudine affrontarle e superarle - l'esordio dell'ex Cruzeiro - ho dovuto lasciare il Real per le regole sugli extracomunitari e perchè mi erano arrivate molte proposte da club europei. In estate scelsi l'OM per il grande interesse mostrato nei miei confronti dal presidente e dall'allenatore. Ora ho deciso di rimanere a Marsiglia per dimostrare che gli accordi presi vanno rispettati. Non mi interessa tornare in Brasile, e il Real è d'accordo con me. Anzi, voglio ringraziare il Real per l'appoggio che ho ricevuto in questo periodo".

Dunque, nessun addio al calcio europeo, a quello francese in particolare, per Lucas Silva, convinto di poter tornare al Real Madrid per sfruttare un'altra occasione e imporsi anche al Santiago Bernabeu. Resta però da verificare quale impatto avrà sul suo minutaggio la sua decisione di rimanere all'OM a dispetto della volontà della società, che potrebbe anche decidere di lasciare il brasiliano ai margini del campo per i prossimi mesi. Quel che è certo è che il ragazzo ha mostrato quella personalità che non aveva ancora fatto vedere con la camiseta del Real. Chissà se Zinedine Zidane, uno che Marsiglia la conosce bene, avrà apprezzato tanta ostinazione.

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Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]