Un gol per tempo, un risultato giusto, un pareggio che rispecchia quanto visto in campo, con Islanda ed Ungheria a dividersi la posta in palio e un tempo per parte. Un rigore dubbio siglato da Sigurdsson sul finire del primo tempo porta gli ice-man così vicini al traguardo della prima vittoria della loro storia in un Europeo che il pareggio su autogol di Saevarsson, al minuto 87, ha il sapore amaro della beffa. L’Ungheria, mai doma, non cede e, nella ripresa, più volte riesce a sfondare il muro difensivo alzato dagli uomini di Lagerback, fino al tanto agognato pareggio, fortuito ma meritato.

Ancora una volta un gol, decisivo, nei minuti finali. Un copione scritto e rivisto più volte in questo primo turno del torneo continentale. Un gol sacro, figlio di uno sforzo esemplare, che potrebbe valere l’accesso agli ottavi. È così che i magiari confermano, al momento, la leadership del Gruppo F in attesa dell’altro match del girone, la sfida da dentro-fuori tra Portogallo e Austria in campo alle 21.

Due squadre organizzate, dal piglio fiero e risoluto. L’Ungheria resta sempre in partita, controlla il gioco e si muove bene. L’Islanda è solida, concentrata e, in difesa, un segugio che non lascia passare una mosca.

Il Velodrome di Marsiglia accoglie la sfida del gruppo F dopo le difficili settimane vissute. Scontri tra tifosi magiari e polizia, anche oggi, sembrerebbero oscurare lo spettacolo del campo ma, nello stadio si respira aria di speranza e sorpresa. A scontrarsi, due delle realtà più strabilianti di questo inizio torneo. Ci si chiede dove possa arrivare davvero la piccola Islanda, capace di fermare il Portogallo del fenomeno Cristiano Ronaldo nel primo match disputato, seguita e sostenuta da un popolo che sogna e si diverte mostrando la faccia più vera e bella di questo sport. Ci si chiede se in patria ci fosse la percezione di quanto di buono potesse fare questa Ungheria. Fatto è che la vittoria all’esordio contro la favorita Austria, ha messo in luce una forza tattica e di carattere che poco lascia al caso.

Lo schema di gioco era chiaro. L’Ungheria avrebbe controllato, l’Islanda avrebbe puntato sulla maggiore imponenza fisica e sulle ripartenze. E così è stato per gran parte del primo tempo. Magiari al controllo del campo e del pallone. Una buona cifra tecnica e passaggi precisi per addormentare il match. Ma gli uomini dei ghiacci non sono qui per caso e vogliono dimostrarlo. Un impianto difensivo che farebbe rabbrividire la migliore Italia catenacciara, un muro invalicabile che smorza qualunque velleità magiara e qualche scarno tentativo. Lo sanno bene Priskin, che prova a rendersi pericoloso al minuto 14 con un colpo di testa andato a vuoto, e Dzsudzsak, disinnescato da Gudmundsson che devia in angolo. Un primo tempo giocato a ritmi blandi, che stenta a decollare nelle occasioni seppur l’Islanda prova già all’ottavo a rendersi pericolosa con una doppia incursione di testa di Sigurdsson  prima e Bodvarsson poi, finite in un nulla di fatto. Chi pregustava un finale di tempo in linea con il match, un epigolo senza infamia e senza lode, si sarà ricreduto al 40’. Un Kiraly disattento, sbaglia l’uscita e nella confusione Kadar commette l’ingenuità di stendere Gunnarsson in area, cambiando l’inerzia del match, Karasaev non ha dubbi, è rigore per l’Islanda. Sigurdsson dal dischetto non fallisce e regala attimi di felicità traboccante ai suoi.

Si va dunque al riposo con l’Islanda sorprendentemente in vantaggio e con la speranza di vivere una ripresa più avvincente. Al rientro in campo nessun cambio da rilevare nei 22 guerrieri. Nulla sembra esser cambiato, ma l’Ungheria decide che non può finire così. I magiari riprendono in mano il gioco, producono il solito possesso palla del primo tempo, ma non riescono ancora a trovare mai quell'efficace cambio di passo. Gli islandesi non si disuniscono, la linea difensiva è sempre lì, compatta. Nel primo quarto d'ora è ancora l'Islanda a sfiorare la via del gol: prima con Bodvarsson (al 55'), poi con Sigthorsson di testa: il suo tentativo al 61’ scivola vicinissimo al palo. La pressione ungherese però inizia a farsi sentire con maggiore vigore. Tanto che il muro islandese tentenna fino a mostrare le prime crepe. La reazione dei magiari è rabbiosa, tutta imbrigliata nel siluro di Dzsudzsak, parato in due tempi e con qualche brivido da Halldorsson. Sfiniti, stanchi, ma duri a morire: l'Islanda prova a non crollare, ma l’epilogo, il peggiore, è alle porte. A tre minuti dalla fine infatti il malcapitato Saevarsson, nel tentativo di bloccare un'azione d'attacco dell'Ungheria, beffa il suo stesso portiere infilando in rete.

La macchia ungherese del Velodrome esplode in un festival di urla e canti, la povera Islanda crea e disfa il suo sogno vittoria ma resta ancora in corsa per il passaggio del turno, magari tra le migliori quattro terze. Ed ora occhio alla sfida tra Portogallo e Austria, le due deluse di questo girone.