L'anticipo serale della 3a giornata di Bundesliga si tinge di giallonero con il Borussia Dortmund che vince, seppur di misura grazie a una rete del "solito" Lewandowski, la sfida contro il Werder Brema e consolida il primato in classifica en attendant Bayern Monaco e Bayer Leverkusen, impegnati nei match casalinghi rispettivamente contro Norimberga e Borussia Mönchengladbach. I sogni di gloria di Dutt si infrangono dunque momentaneamente contro il Gelbe Wand di Dortmund.

Nel Dortmund ritorna nell'undici iniziale il capitano Sebastian Kehl in coppia con Sahin nel duo centrale di centrocampo, Subotic rientra in difesa e Kuba Blaszczykowski schierato dal primo minuto con Aubameyang in panchina. Ancora assente Gündogan per problemi alla schiena. Dutt torna a una difesa a quattro inserita in un 4-4-2 prudente che presenta Arnautovic come spalla offensiva di Hunt per un Werder al suo primo test veramente importante e con la voglia di sfatare la singolare statistica che non lo vuole mai vincente nelle prime tre gare consecutive di Bundesliga.

È un Werder che si muove bene in campo e molto ordinatamente ma, come da script, è il Borussia Dortmund a prendere immediatamente l'iniziativa subito dopo i primi minuti di gioco. Scenario dunque che si ripropone sempre uguale a se stesso con il Dortmund che alza ritmo e pressione e Werder costretto alla difensiva. Dopo un quarto d'ora dal fischio iniziale il controllo del gioco dei gialloneri diviene supremazia con il Werder risospinto nella propria metà campo, ma Dutt sta facendo un ottimo lavoro sui meccanismi del reparto difensivo e sui movimenti di squadra in generale durante la fase difensiva sapendo benissimo che i 66 gol presi nella scorsa stagione sono numeri da incubo. Pressing, chiusura degli spazi e delle linee di passaggio con possibilità di ripartenza.

Reparti sui quali c'è ancora da lavorare da parte di Robin Dutt sono centrocampo e linee offensive in entrambe le fasi poiché quando il Werder riparte non è velocissimo e quando ripiega in seguito a un'azione offensiva ancora meno, scompattando i reparti e lasciando praterie libere per gli avversari. Lo dimostra al 35' Blaszczykowski che si fa 60 metri di campo e si presenta solo davanti a Mielitz sparando un razzo terra-aria che si stampa sulla traversa. Nel finale del primo tempo si torna al solito copione col Dortmund che spinge tantissimo e sfiora il vantaggio in diverse occasioni mentre il Werder non riesce a decomprimersi sollevando un muro di cinta intorno alla porta di Mielitz.

Nella ripresa musica e suonatori non cambiano e il Borussia cerca ovviamente di stringere i tempi per passare in vantaggio, cosa che con questo tipo di organizzazione di gioco che rasenta la perfezione non tarda ad arrivare e puntualmente giunge al 55' con Lewandowski che raccoglie sotto porta un assist d'oro da parte di Reus spostatosi sulla destra. Una palla che chiede solo di essere spinta in rete in seguito a una distrazione di Prödl che lascia palla e polacco pericolosamente ravvicinati. Il Werder a quel punto accenna a una timida reazione presentandosi comunque con più costanza in proiezione offensiva. Il problema, come già detto, sono i meccanismi di rientro con un Werder che fa difficoltà a ripiegare una volta riversatosi nella metà campo avversaria, inoltre Arnautovic fa reparto in solitaria visto che Hunt è molto più impegnato a centrocampo per fronteggiare la pressione degli uomini di Klopp, e anche l'ingresso del nuovo acquisto Di Santo e di Felix Kroos non muta lo stato di cose.

L'unico neo invece della squadra di Jürgen Klopp, lo ribadiamo ancora una volta, è l'assenza di cattiveria. Il Dortmund fa oggettivamente fatica a chiudere le partite con il rischio di vanificare tutte le energie impiegate nell'assoluto dominio del match. Rimanere sul fil di lama fino alla fine dei 90 min. è controproducente soprattutto quando si affronteranno compagini ben più attrezzate offensivamente di questo Werder, il quale comunque procura non pochi brividi agli 80 mila del Signal Iduna Park quando Di Santo insidia l'angolino alto alla sinistra di un attento Weidenfeller all'86', quando cioè non ci sarebbe stato più tempo sufficiente per una controffensiva.

Ecco, nei riguardi del Werder Brema potrebbe sorgere una questione intorno alla scelta di mercato relativa a "sua altezza" (1 metro e 93) l'italo-argentino Franco Di Santo, uno che in cinque stagioni di Premier League tra ChelseaBlackburn e Wigan ha segnato solo 14 reti. Certo, era svincolato, ma se il markt a Brema si fermasse qui...

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