Jurgen Klopp, il congedo del mago di Dortmund

Finisce l'era dell'uomo più innovativo e rivoluzionario degli ultimi anni del calcio europeo. Ecco perchè.

Jurgen Klopp, il congedo del mago di Dortmund
Il congedo del mago di Dortmund
SebCutrona
Di Sebastiano Cutrona

Istrionico, geniale, divertente, scontroso e sorridente allo stesso tempo: tutto ciò è Jurgen Klopp, l'uomo che per diversi motivi più ha affascinato gli appassionati di calcio di tutta Europa. Klopp sbarca nella città della Ruhr nel 2008, arriva dal piccolo Mainz, e ha soli 41 anni. Lo chiamano Il Mago, e dando un'occhiata al percorso con il club biancorosso è facile capire perchè: si qualifica sorprendentemente alla Coppa Uefa 2005-2006, dopo aver accarezzato per buona parte del campionato addirittura il sogno di una qualificazione in Champions, e viene eliminato solo dal Siviglia, che alla fine quella Coppa Uefa la alzerà al cielo. 

Klopp a Dortmund riesce a conquistare tutta Europa, perchè Jurgen Klopp è quanto di più sfuggente ci possa essere per chi tende a catalogare i tedeschi secondo lo stereotipo che li vuole sempre rigidi e poco avvezzi al sorriso. Klopp dice subito di volere una squadra e uno stadio che somiglino a una band heavy metal, conquistando subito i tifosi più giovani, e ha sempre la battuta pronta, sa stare allo scherzo e buca lo schermo. Ma allo stesso tempo è carismatico e scupoloso, capace di incazzarsi e di ringhiare in faccia al quarto uomo, se è il caso, come ci ricorda un frame di un Napoli-Borussia Dortmund della scorsa edizione della Champions, in cui non a caso fu espulso e seguì il secondo tempo nella pancia del San Paolo, di fianco al custode dello stadio, che si stropicciava gli occhi incredulo nel ricordarsi che quel signore gentile e simpatico è l'allenatore della squadra che a pochi metri da lì si sta giocando un match di Champions. 

Klopp è l'artefice del miracolo giallonero, di una squadra che più che a una band heavy metal somiglia a un luna park, perchè chiunque, almeno una volta, non ha resistito alla tentazione di salire sulla giostra-Borussia. Una squadra che gioca sempre bene, che ha un'idea di gioco che diventa un punto di riferimento per mezza Europa, che nell'epoca della dittatura Bayern vince 2 Bundesliga, una Coppa di Germania e 3 Supercoppe tedesche, e che, soprattutto, fa penare maledettamente il Bayern per almeno 3 o 4 anni abbondanti, al punto da contendergli una finale di Champions, raggiunta eliminando anche il Real Madrid di Mourinho e in cui sfiora i supplementari, non fosse per Arjen Robben, la bestia nera di Klopp. Il Borussia Dortmund di Klopp ha lanciato un messaggio potentissimo: che se hai una squadra che è un collettivo di persone che sanno giocare a calcio, lo fanno a memoria, e in cui ognuno gioca per il compagno e non per se stesso, non hai limiti, puoi battere chiunque. E quindi nessuno critica Klopp dopo uno 0-3 casalingo con la Juve o dopo che, in questa stagione, il Borussia ha navigato in zona retrocessione. Sarebbe folle chiedere la testa di uno così.

Nell'era in cui il mondo si è diviso tra guardioliani e mourinhani Jurgen Klopp è stato entrambe le cose, ecco perchè ha affascinato tutti gli appassionati di calcio. L'amore per il bel calcio e il gioco tecnico di Guardiola, ma anche il carisma, la scrupolosità tattica e la voglia di imbattersi in guerre psicologiche di Mourinho.

Chissà dove andrà adesso il Mago Klopp, chissà quanti corteggiatori l'avranno già contattato e quanti tifosi staranno sognando di vederlo sulla loro panchina, e chissà se sarà ancora possibile ripetere una storia del genere, ma di sicuro l'addio di Klopp al Borussia Dortmund è la fine di un'epoca, di 7 anni che sono stati un'epopea che merita una lunga pagina nella storiografia del calcio.