In principio era il Liverpool, poi è arrivato il Manchester City, senza dimenticare l'occhio dell'Arsenal, sempre attento ai giovani d'Europa. Poi si è aggiunto anche il Manchester United, e in Liga non sono stati a guardare: Real Madrid e Barcellona si sono interessate, e ovviamente non potevano mancare all'appello. Da cosa sono accomunate tutte queste squadre oltre che dall'essere delle big? Dal portafogli pieno? Non solo. Sono tutte impazzite di fronte a Leroy Sané, talento cristallino classe 1996 di proprietà dello Schalke 04, e stanno dando il via a quella che si preannuncia essere un'asta che ci accompagnerà per diversi anni.

Che sia speciale lo si può già intuire guardando la sua famiglia. Il padre Souleyman Sané è stato un attaccante capace di collezionare 55 presenze con la Nazionale senegalese, mentre la madre è Regina Weber, ginnasta tedesca che ha avuto l'onore e il merito di mettersi al collo un bronzo olimpico a Los Angeles nel 1984, evento raro per una teutonica, conoscendo soprattutto il dominio nella specialità di russe, rumene e americane, per poi ritirarsi solo nel 1987. Nel 1996, mentre il padre portava avanti la sua carriera vissuta tra Germania, Austria e Svizzera (quell'anno giocava nel Losanna), ad Essen, città dell'est nel distretto di Dusseldorf, nella Renania Settentrionale - Vestfalia, nasce Leroy. Prende la cittadinanza francese dal padre, spostatosi in Germania per questioni di servizio militare, e quella tedesca di nascita.

Muove i primi passi da calciatore nel Wattenscheid, squadra omonima della città a cui appartiene, nel 2001. Non una società prestigiosa (attualmente in quarta serie), ma che dal 1990 al 1994 ha disputato la Bundesliga. E chi era l'attaccante di quella squadra? Souleyman Sanè, ovviamente, eletto anche miglior giocatore nella storia del club. Tornerà anche dal 1997 al 1999. Ma restiamo su Leroy: nel 2005 lo nota lo Schalke 04, non proprio una a caso, essendo da sempre la sua squadra preferita (e che attualmente detiene i cartellini anche dei due fratelli, Kim e Sidy, rispettivamente classe 1995 e 2001). La storia d'amore si interrompe dal 2008 al 2011, perchè Rudi Voller, dirigente del Bayer Leverkusen, se ne innamora e lo porta nel settore giovanile delle aspirine, ma sotto pressioni del ragazzo deve rinunciarci nel 2011, perchè Leroy vuole scrivere pagine importanti con la maglia della sua squadra, lo Schalke.

Al suo ritorno nei minatori, nella stagione 2011/12, gioca piuttosto poco. Motivazione semplice: i suoi pariruolo erano Max Meyer (che non ha bisogno di presentazioni) e i tre capocannonieri di quella stagione, Dittgen, Avdijaj e Bodenroder. Insomma, in attacco di spazio ce n'è poco, anche perchè ad eccezione del secondo tutti quanti si trovavano già nel settore giovanile dello Schalke. Quell'anno l'under17 chiuse al secondo posto dietro al Colonia, e l'anno successivo arrivò il titolo, e nel finale di stagione anche qualche minuto in più, che gli valsero una prima presenza con l'under19. Giocò anche una partita da terzino sinistro.

La vera consacrazione arrivò nella stagione seguente, l'annata 2013/14, la prima con l'under19 e non solo. Titolare inamovibile, una stagione da 13 gol e 15 assist coronata dalla vittoria del campionato di categoria, con la semifinale di UEFA Youth League conquistata e persa sotto i colpi del Barcellona di Munir El Haddadi (11 gol nella competizione). A fine marzo cominciano ad arrivare le prime gioie, con la convocazione in prima squadra da Jens Keller, lo stesso tecnico che l'aveva allenato nell'under17 la stagione precedente. Era il 28 marzo, partita contro l'Hertha Berlino. Da una settimana Sané era ufficialmente un professionista, avendo firmato un contratto fino al giugno 2017, attualmente ancora in corso. L'esordio arriva il 20 aprile, nella sconfitta per 3-1 con lo Stoccarda, rimpiazzando Max Meyer, amico e ancora una volta compagno. Leroy resterà in prima squadra fino a fine stagione.

L'annata 2014/15 potrebbe essere paragonata a una rampa di lancio. E che rampa di lancio... Ma andiam per gradi. Comincia la stagione ancora con l'under19 prima di entrare nelle grazie di Roberto Di Matteo, che dalla dodicesima giornata in poi lo convocherà praticamente sempre, permettendogli di segnare il primo gol contro quel Colonia spesso avversario nelle giovanili. Entra al 74' al posto di Fuchs e all'85' di testa insacca il gol che vale solo l'1-2, a cui non viene dato seguito. Ormai è una crescita costante. La svolta è facile da individuare, e arriva in uno dei principali teatri del calcio a livello mondiale.

Siamo al 10 marzo 2015, ottavi di finale di Champions League. Lo Schalke ha perso per 2-0 l'andata in casa con il Real Madrid e si gioca il ritorno al Bernabeu in piena emergenza. A peggiorare le cose al 29' arriva l'infortunio di Choupo-Moting, Di Matteo sceglie Sané per sostituirlo. Situazione di 1-1, poi la partita si evolve e si porta sul 3-2, questo ragazzino riccioluto classe 1996 inizia a regalare lampi di classe. La perla è nell'aria: sinistro da fuori, Casillas resta a guardare e 3-3. Non è finita, perchè il portiere spagnolo gli nega la doppietta, lui si riscatta mettendo lo zampino nel 4-3 di Huntelaar, un risultato che non basta per la qualificazione. Le luci della ribalta si sono già accese.

La strada si mette in discesa, arriva un altro gol contro l'Hertha quattro giorni dopo, poi sette presenze da titolare, con anche un gol sul campo del Wolfsburg. Il sogno è diventato realtà. Quest'anno Sané è un elemento imprescindibile per Breitenreiter: i numeri parlano di cinque gol e cinque assist, ma è riduttivo fermarsi a quelli. La stagione è iniziata anche con la prima convocazione nell'under-21 tedesca (dopo le 11 presenze raccolte in under-19), ma è durata poco la sua esperienza nella squadra di Hrubesch. Nel novembre scorso anche Joakim Low gli ha regalato un gettone, quello più importante, con la maglia del Die Mannschaft, allo Stade de France, in quel Francia-Germania 2-0 coincidente con gli attentati di Parigi.

Leroy Sané ormai è una realtà del calcio europeo, ha compiuto 20 anni l'11 gennaio e si vocifera che il Barcellona abbia già l'accordo per portarlo al Camp Nou dalla prossima stagione, 37 milioni di euro la cifra. Solo voci per ora, nessuno vuole mollare la presa su questo fenomeno. Longilineo, rapido, con un dribbling capace di lasciar impietriti gli avversari come Medusa, dotato di un piede sinistro che in pochi hanno nel panorama calcistico europeo di oggi. Posizione? Ovunque, sulla trequarti, soprattutto dietro la punta, ma anche ala, su entrambe le fasce.

Potrebbe essere l'ennesimo gioiello sfornato dal calcio tedesco negli ultimi anni, anzi, probabilmente lo è già. Lui e Meyer in coppia sono un vero piacere per gli occhi, anche perchè cresciuti insieme nelle giovanili. Le loro strade potrebbero presto separarsi, difficilmente lo Schalke riuscirà a trattenerlo di fronte alle offerte che si preannunciano in arrivo. Intanto però tutta Gelsenkirchen si coccola il proprio gioiello home-made, pronto ad esplodere e ad andare alla conquista dell'Europa.