Si gioca al Campìn di Bogotà il ritorno della prima semifinale di Copa Libertadores per designare la prima finalista del trofeo più ambito del Sudamerica. Si parte dal punteggio di 2-0 Olimpia dell’andata, risultato ostico da ribaltare ma non totalmente impossibile. La trama della partita è facile leggerla sin dall’inizio: l’Independiente Santa Fe fa la partita alla disperata ricerca di un gol che possa riaccendere le speranze colombiane affidandosi ai piedi del capitano Omar Perez e ai colpi di Wilder Medina, il giocatore più imprevedibile della squadra; l’Olimpia dalla sua, rinuncia quasi totalmente alle giocate offensive e si chiude dietro cercando di tamponare le offensive colombiane e giocando col cronometro che secondo dopo secondo li avvicina sempre di più alla finale.

Il primo tempo vede l’Independiente Santa Fe giocare un calcio brillante ma sfortunatamente sterile sprecando occasioni importanti soprattutto con Medina che, con una rovesciata pregevole prima, e con un piatto volante poi non riesce ad infilare la porta di Martìn Silva. L’Olimpia nella prima frazione di gioco resta difensivo e guardingo rendendosi pericoloso soltanto in un’azione offensiva con Enzo Prono che liscia di testa una buona opportunità.

Il secondo tempo continua sulla falsariga del primo: l’Independiente continua ad attaccare (seppur meno asfissiantemente)e l’Olimpia continua a temporeggiare tenendo il pallone di più tra le gambe soprattutto grazie ad un ottimo stato di forma del terzino uruguayano Alejandro Silva. La svolta della partita arriva ad un quarto d’ora dalla fine sugli sviluppi di un calcio di punizione: dopo una serie di rocamboleschi rimpalli Medina batte a rete e Martìn Silva respinge il pallone secondo l’arbitro aldilà della linea di porta portando così in vantaggio l’Independiente Santa Fe. Non sono bastati tanti replay per stabilire se la palla fosse entrata o meno ma da un’impressione visiva sembra che la sfera di gioco non abbia superato completamente la riga di porta. Parte dunque un finale al cardiopalma con il Santa Fe completamente insediato nella metà campo paraguayana. L’unico vero brivido però, dopo tante palle buttate in mischia senza criterio, è il palo clamoroso colpito da Borja a pochi minuti dal fischio finale che fa tremare sia la porta che il cuore di tutto il popolo dell’Olimpia. Dopo tante sofferenze l’arbitro fischia la fine e manda l’Olimpia a giocarsi la settima finale della propria storia.

Passa dunque la squadra più forte, quella che è riuscita nel miglior modo a gestire le situazioni: perfetta la partita in casa chiusasi con un rassicurante 2-0 e intelligente la gara di ritorno che nonostante i 2600 metri di altura non ha rovinato i piani della squadra guidata da Ever Hugo Almeida. Dall’altra parte l’Independiente Santa Fe esce consapevole di aver perso l’accesso in finale nel turno di andata e gli sforzi di questa notte sono serviti a poco; rimane però la sorpresa della competizione e l’orgoglio del calcio colombiano. La Libertadores adesso ha la sua prima finalista, questa notte scopriremo anche la seconda col ritorno di Atletico Mineiro-Newell’s Old Boys.