In partite come queste, solo lo zampino dei campioni può risolvere i problemi di una squadra, e il Brasile di campione ne ha uno vero: Neymar. Praticamente da solo il fuoriclasse del Barcellona riesce a condurre i suoi alla vittoria con un Perù straordinario, arresosi solo nel recupero a una rete di Douglas Costa, ispirato ancora una volta ovviamente dal numero 10. Una partita equilibratissima, tesa e intensa, con la squadra di Gareca che tiene testa a quella ben più quotata di Dunga, che però, per sua fortuna, ha i campioni. Anzi, il campione. E per ora l'uomo copertina di queste prime 6 partite di Copa America non può che essere lui, che mette una firma importante, da capitano, sul 2-1 della Selecao.

Inizio a dir poco vivace con il Brasile che va sotto dopo soli tre minuti con un pasticcio difensivo incredibile: David Luiz si trascina palla in area sul pressing di Guerrero e serve un passaggio corto a Jefferson che prova a spazzare, ma gli esce un rasoterra inguardabile. Ci sarebbe Dani Alves, che però si addormenta e si fa anticipare da Cueva, pronto a calciare in porta per il vantaggio Peruviano. Passano solamente due minuti però, e Neymar risistema le cose: comincia lui l'azione, la palla va larga a destra dove c'è Dani Alves, e sul suo cross al centro proprio il numero 10 va a staccare di testa firmando l'immediato 1-1. Occasioni che piovono come acqua dal cielo: Guerrero da una parte ci prova in contropiede senza successo, poi una doppia occasione per la squadra di Dunga, prima con un destro in diagonale di Fred messo strepitosamente in corner da Gallese e poi uno di Neymar largo di poco.

L'attaccante del Barcellona è subito tra i più scatenati e poco dopo ci vuole uno Zambrano miracoloso per salvare sulla linea un buon tocco sotto del 10. Il Perù però non vuole farsi schiacciare e anzi risponde quasi colpo su colpo: Jefferson si fa perdonare la collaborazione con David Luiz sul gol al quarto d'ora respingendo alla grande un destro di Farfan. C'è un momento di respiro fino al 20', quando Tardelli colpisce di testa in area senza inquadrare la porta, lasciato troppo solo dalla difesa di Gareca. Dopo un inizio col botto, succede meno fino alla mezz'ora, ma non manca lo spettacolo, con Neymar e Farfan protagonisti assoluti con giocate di altissimo livello. Prevale comunque l'equilibrio sul rettangolo verde, merito anche del Tigre: i suoi sono molto ben messi in campo e il Brasile deve sudarsele le conclusioni, come accade al 35', quando Willian riesce a calciare in diagonale col destro senza trovare la porta.

Un attimo prima Guerrero e Farfan avevano cercato una super combinazione in area, ma Miranda aveva chiuso. Segnali di fiducia che aumenta però: il Perù chiude la Selecao nella propria metà campo e ci prova da fuori con Lobaton, trovando una presa plastica di Jefferson in due tempi. Tutto bene in attacco, in difesa però i problemi sono molteplici, e li crea tutti Neymar: al 41' inventa una verticalizzazione per il taglio di Filipe Luis, che aspetta troppo a concludere e col destro la manda sugli spalti, ignorando colpevolmente Diego Tardelli che si era proposto. Ci prova anche su punizione il capitano (tra l'altro prendendosi un giallo nel tentativo di togliere la schiuma), ma senza inquadrare la porta. Neo che non influenza il suo super primo tempo.

Anche nella ripresa è quasi un one-man-show: sempre Neymar, incredibilmente Neymar. Al 53' va vicino a dipingere un Picasso, provando un difficilissimo destro praticamente da fermo e con lo specchio coperto, cogliendo in pieno la traversa: avrebbe meritato miglior fortuna. Dalla distanza tenta la fortuna anche David Luiz su punizione, non inquadrando lo specchio della porta. I ritmi sono comunque più bassi rispetto alla prima frazione di gioco, resta alta l'intensità, soprattutto per merito del pressing che il Perù esercita sui portatori di palla avversari. Crea anche una mezza occasione la squadra di Gareca, un colpo di testa di Guerrero, che però non impensierisce Jefferson.

Dunga ricorre alla panchina inserendo Douglas Costa al posto di uno spento Diego Tardelli, ma le uniche idee del Brasile le genera sempre Neymar: ottima la sventagliata sulla destra per Dani Alves, sul suo cross al centro interviene Willian, ma Zambrano è decisivo e si immola, respingendo il tiro. Al 75' proprio il neo-entrato potrebbe trovare il gol in contropiede, condotto ovviamente dal solito numero 10 che resiste su Advincula e mette in condizione di calciare il trequartista dello Shakhtar, ma quest'ultimo tocca malissimo e non trova la porta. Ancora sullo stesso asse ci prova la Selecao 10 minuti dopo, Gallese in uscita bassa ferma tutto.

Finale con tanti volti nuovi in campo: sceglie Firmino ed Everton Ribeiro Dunga, mentre il Perù opta per Carrillo, Reyna e Yotun. L'ala dello Sporting Lisbona si mette subito in mostra con una buona accelerazione, ma sul suo pallone al centro riesce a spazzare in qualche modo la difesa del Brasile. Diversi cambi, ma al 90' la grande occasione è ancora per Neymar, esausto: Dani Alves lo mette in porta, ma il suo sinistro finisce largo di pochissimo. Se si deve fare perdonare però ci riesce benissimo, e anche in grande stile: parte da sinistra, rientra sul destro e poi mette una palla in orizzontale geniale ancora per Douglas Costa, mettendo fuori gioco almeno 6 avversari. Stavolta il trequartista è freddissimo e batte Gallese, regalando tre punti pesantissimi al Brasile, risolvendo una gara complicatissima contro un Perù all'altezza, condannato solamente dall'estro di Neymar.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]