Nel momento in cui il mondo sportivo è in pieno clima Wimbledon, l'Argentina non fa mancare il suo tributo al torneo di tennis più affascinante del mondo, raggiungendo la finale di Copa America con un risultato che ha più a che fare con la racchetta che col calcio. A fare le spese è uno sfortunatissimo Paraguay, che perde 6-1 e si vede spegnere i sogni di una seconda finale consecutiva dopo quella dello scorso anno. Due infortuni a due giocatori chiave in mezz'ora e una difesa che fatica eccessivamente a contenere le sfuriate della Albiceleste.

Anche se guardando sul tabellino non si trova il suo nome, grande protagonista è stato Leo Messi. Le reti sono state firmate però da Rojo e Pastore nel primo tempo, da Di Maria (due volte), Aguero e Higuain nel secondo. Un dominio durato 85 minuti: negli ultimi cinque del primo tempo Barrios ha infatti provato a ridare speranza a una Albirroja tutto cuore, surclassata dallo strapotere Argentino.

LE SCELTE - Indisponibilità pesantissima per El Tata Martino: Garay nella serata di ieri ha infatti accusato un problema di natura gastro-intestinale che lo ha messo fuori gioco per la partita. Al suo posto dentro l'esperienza di Demichelis, mentre per il resto è il solito once con Messi e Di Maria ai lati di Aguero unica punta, con Biglia in mezzo al campo preferito a Banega.

Ramon Diaz vara invece un 4-4-2, cambiando rispetto al 4-3-3 visto nella sfida del girone: Ortiz stringe la sua posizione in mezzo al campo vicino a Victor Caceres per supplire all'assenza di Ortigoza, con Benitez e Derlis Gonzalez larghi. Cambiano anche i terzini: non Caceres e Samudio ma Valdez e Piris.

PRIMO TEMPO - Intensità e ritmo, il Paraguay sta benissimo in campo e non aspetta l'Argentina, ma la attacca, come annunciato da Ramon Diaz alla vigilia, e la tattica frutta poca sofferenza e anche una grande occasione per Santa Cruz su un'ottima sponda di testa di Valdez, il capitano della Albirroja strozza però la conclusione dal limite e la palla termina larga. Il primo tiro in porta Albiceleste arriva dopo 11 minuti, una girata di Pastore che non crea problemi a Justo Villar. Cominciano a scaldarsi anche gli animi e Ricci, già protagonista nel match tra Cile e Uruguay, estrae tre gialli in due minuti: uno di questi frutta il gol del vantaggio dell'Argentina segnato da Rojo, che era anche stato appena ammonito. In area il terzino è a suo agio e sul cross di Messi da punizione riesce a ribadire in rete col sinistro una palla vagante.

Il contraccolpo dal punto di vista psicologico per il Paraguay è nullo, ma tatticamente la squadra di Diaz si apre troppo al contropiede: Messi vede un varco e si scatena per allargare poi verso Pastore, il cui tiro è messo in corner da un ottimo Villar. Il Flaco ci prova anche da fuori e il risultato è decisamente migliore: passaggio tra le linee molto intelligente di Messi e destro immediato in diagonale che si insacca nell'angolino basso. In un attimo la partita si trasforma in un incubo per Ramon Diaz: si infortunano sia Derlis Gonzalez che Santa Cruz ed entrambi devono lasciare il campo a Bobadilla e Barrios. A mettere la ciliegina in senso opposto può essere il mancino di Messi su punizione, ma la pulga non trova lo specchio.

Le fasce restano l'unico appiglio per il Paraguay, Piris cerca di pennellare al centro un cross, Barrios svetta all'indietro ma trovare la porta è molto complicato, così com'è complicato arginare gli avanti dell'Albiceleste quando combinano, con Messi e Pastore sugli scudi. La stella del Barcellona ci prova ancora da piazzato, ma la sfera passa di molto poco sopra la traversa. A suonare la carica ci pensa ancora il bomber Lucas Barrios sul finale del primo tempo: Valdez a centrocampo anticipa Pastore di testa e lancia il suo numero 8, botta col mancino che piega le mani a Romero e palla che termina alle spalle dell'ex portiere Sampdoriano. L'apnea finale è per l'Albiceleste, che rischia anche di farsi raggiungere: l'intervallo arriva nel momento migliore per la squadra di Martino.

SECONDO TEMPO - A rimettere subito a posto le cose ci pensa Angel Di Maria, incredibilmente in contropiede: il Paraguay si fa trovare scoperto, Pastore sventaglia per il Fideo che chiude col suo sinistro in diagonale segnando il 3-1 dopo un minuto di gioco nella ripresa. Dopo non molto arriva anche la quarta rete, la segna ancora Di Maria ma gran parte del merito se lo prende Messi, che avvia l'azione e salta mezza difesa prima di aprire per Pastore: situazione di cinque contro due, il tiro del Flaco viene parato da Villar ma sulla respinta c'è ancora il fenomeno del Manchester United, un piatto sinistro facilissimo.

Ferito e colpito due volte nel giro di pochi minuti, il Paraguay non si scompone comunque e almeno ci prova, ma il problema ha un nome e un cognome: Lionel Messi. Il diez si scatena e gioca sul velluto, saltando uomini a ripetizione e spiegando calcio e ispirando i compagni. La difesa Albirroja, in affanno, se la cava grazie al suo portiere in diverse situazioni, soprattutto al 68' quando l'asso del Barcellona vola ancora una volta in slalom speciale seminando il panico. La reazione della squadra di Diaz si esaurisce in una punizione alta di Caceres.

Girandola di cambi per Martino tra centrocampo e attacco, ma cambiando gli addendi il risultato non cambia: Di Maria a sinistra fa quello che vuole e Aguero al 78' è al posto giusto nel momento giusto per realizzare di testa in area il quinto gol sul perfetto cross del Fideo. Il Kun segna ed esce, il Pipita entra e anche lui trova il gol: Messi influenza ancora una volta il gol avviando l'azione e poi servendo Higuain, ottimo il suo destro che si infila nel sette e archivia in definitiva la pratica.

Il ritorno in finale dopo il 2007 non poteva avvenire in modo migliore: vittoria rotonda e netta contro una squadra sfortunata ma che ha comunque fatto un gran cammino. Semplicemente in finale ci vanno i più forti, come testimonia il risultato. E sabato sera al Municipal saranno fuoco e fiamme...

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]