Al Volcan, lo stadio più caldo del Messico, si è giocata la partita più importante dell'anno per il fútbol mexicano: il Tigres di Monterrey schiaccia in casa l'Internacional de Porto Alegre per 3-1, ribaltando il 2-1 dell'andata. 

I padroni di casa accolgono gli avversari, prima che con undici uomini, con più di quarantamila tigri a riscaldare l'atmosfera sugli spalti: il supporto del Messico a questa campagna sudamericana è totale, il popolo Tricolor vuole portare la Libertadores in centramerica per la prima volta. La formazione che il Tuca Ferretti schiera è un 4-4-2, in cui spicca l'uomo simbolo della potenza economica messicana che domina il calcio locale: Andrè Pierre Gignac. Arrivato a parametro zero durante la pausa, il francese è stato accolto nella sua nuova squadra con un entusiasmo travolgente, e sarà al centro dell'attacco con l'ex della partita, Rafael Sobis, vecchio idolo del Colorado. Jurgen Damm e Javier Aquino sono gli esterni, entrambi volti nuovi dalle parti del Volcan. A centrocampo Pizarro e Arévalo Rios. L'Internacional parte con un sistema di gioco analogo, con intepreti di primo livello: Lisandro Lopez e Nilmar sono la coppia offensiva, supportati dall'estro e dalla classe di Andrés D'Alessandro e del Poko Pika Valdivia. In mezzo al campo torna Aranguiz, affiancato da Rodrigo Dourado. 

Le due squadre iniziano a studiarsi, ma il Tigres dimostra subito di voler passare dalle parole ai fatti al 18' minuto, quando Jurgen Damm crossa in mezzo un pallone che Gignac incorna e trasforma nel gol dell'1-0. Con questi punteggio i messicani sarebbero in finale, ma la gara è ancora lunghissima. L'Internacional de Porto Alegre si dimostra piuttosto indolente, senza una vera forza motrice in grado di spingere la squadra e, come se non bastasse, Ferretti abbassa il baricentro dei suoi uomini per creare densità sulla trequarti e rendere difficile la ricerca di spazi del Colorado. Valdivia prova a far saltare il banco ma viene contenuto benissimo dal Gringo Torres, che si gioca anche un cartellino giallo per fermare il craque della squadra di Aguirre. D'Alessandro si accentra spesso per far partire una manovra quasi inesistente, mentre il connazionale Lopez cerca di svariare in orizzontale, ma la situazione rimane intricata. Sul finire del primo tempo, la strada in salita dell'Inter si trasforma in un picco da scalare, sia emotivamente che calcisticamente: il giovane terzino Geferson tocca il pallone all'indietro in modo estremamente goffo e indelicato. Allyson viene superato, palla in rete. 2-0. L'autogol del brasiliano obbliga la sua squadra a segnare un gol per poter andare ai rigori.

Nella seconda metà di gioco Valdivia si sposta per vie centrali, per costituire una variante importante e provare a sorprendere la linea difensiva dei messicani, mentre D'Alessandro torna a destra per poter sfruttare il mancino nel modo migliore. Il Tigres però non cambia atteggiamento e al 48' Aquino, autore di una partita straordinaria, ubriaca la difesa avversaria sul fronte sinistro, entra in area e guadagna calcio di rigore. Dal dischetto va Rafael Sobis, che non regge la pressione e calcia addosso ad Allyson, portiere dalle grandi caratteristiche. Il rigore sbagliato potrebbe costituire il turning point per l'Internacional, che però non riesce a svoltare e al 55' subisce il terzo gol da Arévalo Rios, un colpo di testa in tuffo sul secondo assist di Damm. Il Colorado necessita di due gol per passare, e dalla panchina arrivano i rinforzi: fuori un impalpabile Nilmar, dentro Sasha. L'Inter inizia a mostrare qualche segnale di ripresa: Valdivia in posizione centrale riesce a creare qualche grattacapo agli uomini del Tuca, la squadra propone di più e al 59' lo stesso Eduardo Sasha colpisce di testa da pochi passi il pallone per accorciare le distanze, se non fosse per Nahuel Guzman, che para miracolosamente e mantiene ancora inviolata la propria porta. A un quarto d'ora circa dal termine esce Valdivia per far spazio ad Alex, che però non brilla particolarmente. L'assetto del Colorado è molto offensivo, ma gli uomini sono sulle gambe. All'87' il Volcan si accorge di avere una partita: Lisandro Lopez batte il Paton Guzman con il suo fiuto infallibile e porta il punteggio sul 3-1. Quando basterebbe un solo gol per raggiungere il River in finale, l'Inter non riesce a creare occasioni concrete, e pare alzare bandiera bianca. I tre minuti di recupero scorrono senza emozioni, e al triplice fischio dell'arbitro tutto il Volcan esplode in un'eruzione di gioia: il Tigres è in finale di Copa LIbertadores. 

La doppia sfida contro il River Plate si disputerà il 29 luglio e il 5 agosto, come al solito, quando dalla nostra parte d'Oceano si dorme. Gli auriazul hanno tutto il Messico al proprio fianco, per portare in patria la prima Copa Libertadores della storia del Paese. Dall'altra parte c'è un colosso della tradizione fútbolistica sudamericana, il River Plate, che farà valere la sua indole copera e il suo brillantissimo gioco, ordito da Marcelo Gallardo. Centro contro Sur, Messico contro Argentina, nuovo contro tradizione. La finale di Copa Libertadores è a un passo anche per tutti noi.