Il Bayern suona la decima. Sinfonia meno suadente di altre volte, ma tanto basta. La banda Guardiola esce dal gelo di Mosca con tre punti e tanta autostima. Segnano tutti i tenori del filosofo Pep. Apre Robben, raddoppia Goetze, chiude Muller. In mezzo un mani di Dante, tante disattenzioni e le difficoltà, normali, su un campo reso pesantissimo da una fitta nevicata. Il Cska è poca cosa nella sera in cui l'uomo di maggior talento, Honda, spreca più del dovuto. Continua così la metamorfosi del nuovo Bayern che assomiglia sempre più al Barcellona dell'età dell'oro. Palleggio amplificato, scugnizzi veloci e imprendibili, nessun punto di riferimento davanti. A completare il tutto la fisicità garantita da gente come Kroos e J.Martinez. Fuori Lahm, per infortunio, entra Thiago Alcantara e il tasso tecnico sale ulteriormente. L'Europa è avvisata. I campioni siedono, con merito, sul trono. Tocca agli altri provare ad usurparlo.

 

Guardiola, senza Schweinsteiger e Ribery, parte con Lahm davanti alla difesa, J.Martinez preferito a Thiago e il duo Robben – Muller a supportare il falso nove Goetze. Slutski si affida al piccolo nigeriano Musa e al trio Zuber – Honda – Milanov.

 

L'inizio è marcato dalla foga dei padroni di casa. Pressing alto e costante. Qualche difficoltà per i bavaresi ad adattarsi a un terreno ghiacciato e complesso. Al primo affondo il Bayern però passa. Kroos ruba sapientemente palla sulla trequarti e imbecca Muller, bravissimo a servire sul dischetto Robben, che gira, di prima intenzione, in rete. Esecuzione perfetta. Dopo il vantaggio, prende corpo la supremazia territoriale ospite. Il giro palla tedesco non si concretizza però in veri e propri pericoli per Akinfeev. Lahm è costretto a lasciare il campo per infortunio al minuto ventisette. Dentro per lui Thiago. Dieci minuti dopo è Dante a non trovare la deviazione su una ghiotta palla in area russa. Il brivido per Neuer giunge allo scoccare del quarantacinquesimo minuto. Musa si incunea in area, ma, contrato, non riesce a dar forza alla sua conclusione di punta.

 

Nel secondo tempo ci si aspetta l'accademia in stile Guardiola, invece il Bayern rientra spavaldo, troppo, e disattento, esponendosi a clamorose sviste. Da un rinvio di Akinfeev la palla giunge al solissimo Honda, che si addormenta e consegna la palla a Neuer. Pochi minuti e il giapponese concede il bis. Tosic serve sulla corsa Nababkin, che crossa perfettamente per il compagno di squadra, ma il futuro milanista storpia malamente la conclusione, consegnando la palla nelle mani del colosso tedesco. Il Bayern tira un sospiro di sollievo e riaccende i motori. Sale in cattedra Goetze. Si beve l'intera difesa russa e piazza il sinistro alle spalle di Akinfeev. Al cinquantaseiesimo sembra finita. Non è così. Perché Dante tocca di mano in area e concede a Honda la chance del riscatto. Rigore perfetto e 1-2. La grande squadra emerge nel momento più “caldo”. Così risale la corrente l'undici di Pep. Robben accende Goetze, che colpisce il palo, ma sulla respinta Shennikov, sciagurato, stende l'oranje. Altro penalty e Muller non perdona. 1-3 e stavolta sì le velleità dei russi si spengono, complice fatica e campo. La perla finale è di Tosic. Conclusione perfetta, dopo l'assist al bacio di Milanov, ma traversa piena. La fortuna si schiera col più forte. Il Bayern espugna Mosca e aspetta la risposta del City. Nell'ultimo turno in palio il primato nel girone. Il Cska punta ora all'approdo in Europa League. Basterà non perdere in casa del Viktoria Plzen.