Tra la magia di Nasri e il raddoppio di Zabaleta, la Roma scopre di peccare in malizia ed esperienza. Le occasioni non sono certo mancate ai giallorossi, ma l'abitudine a partite di questo genere, alle sentenze come episodi, alla fine hanno fatto la differenza.

E torna il problema del nostro calcio: l'intensità e la vocazione a un gioco sempre propositivo. I "cavalli di battaglia" di Arrigo Sacchi rimbombano nelle stanze segrete della Serie A. La squadra più "europea" entro i nostri confini per filosofia e principi viene estromessa dalla Champions League. Che succede?

Il primo tempo di ieri sera sarebbe potuto terminare in maniera diversa, con Totti e compagni vicini al gol in un paio di situazioni. La ripresa ha evidenziato poi, complice un baricentro citizen più alto, un equilibrio più spostato verso gli inglesi.

Così avanza il City con Nasri, così retrocede la linea difensiva romanista. Il risultato cambia e mette a tacere le ambizioni capitoline. Il franco-algerino vince il duello con il pianista Pjanic. Nainggolan mostra a tutti la sua forza e il suo eccezionale bagaglio calcistico, ma predica da solo. Il City, in una parola, è più esperto. E allora non scoraggiarti Roma, l'anno prossimo potrai fare tesoro di questa esperienza e migliorare. Nel frattempo la caccia alla Juventus in campionato è sempre più viva.

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