Basterebbe elencare i nomi dei ventidue in campo, con rispettiva aggiunta dei possibili sostituti, per raccontare di Manchester City - Barcellona. Una parata di stelle, un concerto di campioni sul prato di Manchester, dodici mesi dopo l'ultima volta, anche allora ottavi di finale. Il Barcellona è essenzialmente simile a se stesso, anche nella versione griffata Luis Enrique, ama il bel calcio e, visti gli interpreti, non può farne a meno. La tecnica straborda, in mediana, come in avanti. Qualche avvicendamento rispetto a quella gara, Xavi siede in panchina, gli anni passano anche per il Professore, Rakitic prende il suo posto, garantendo fosforo e talento. Davanti l'affamato Suarez, a formare un tridente da urlo con Messi e Neymar, insomma ancor più Barcellona, per vendicare una stagione avara di successi. I catalani puntano senza mezzi termini a un colpo grosso, in patria o in Europa. In corsa ovunque, reduce da una striscia positiva interrotta dal Malaga, il Barcellona lancia il guanto di sfida a Pellegrini e al City.

A Manchester, l'atmosfera è incandescente. Il City cerca la consacrazione europea, perché il tempo dell'attesa è ormai terminato. Una selva di contratti milionari abita lo spogliatoio dell'Etihad, ma fino ad oggi, nelle notti di Champions, raramente si è vista una squadra. Scampate le sabbie mobili di un gruppo durissimo, ora serve la scossa, contro Messi, un incubo.

L'anno scorso due sconfitte, pesanti, segnate da una superiorità psicologica del Barcellona disarmante. Pellegrini si mostra ottimista, cambia il suo credo, aggredire per non essere aggrediti, togliere respiro al Barcellona, impedire il naturale svolgimento della ragnatela catalana. Il City vuole azzannare il Barca, soffocarlo.

Manca Touré ed è assenza pesantissima. Le difficoltà patite nel mese di gennaio raccontano dell'importanza dell'ivoriano, non solo a livello tecnico. Fernando e Fernandinho allungano i tentacoli in mediana, ma Yaya è un'altra cosa. Un solo dubbio nel City, una punta di peso, Dzeko, per assorbire meglio le ripartenze, con un attracco sicuro davanti, o uno scugnizzo in più, Navas, veloce, imprendibile, per aumentare corsa e spinta?

Dubbi non ne ha Luis Enrique, che arretra Mascherano al fianco di Piqué e si affida all'illusionista Iniesta in mediana. Davanti tre tenori, Neymar assiste Suarez e Messi.

Questi i probabili 22: