Una vittoria sofferta, cinica, da grande squadra. La Juve che s'impone sui tedeschi del Borussia Dortmund è la squadra che aveva chiesto Allegri in conferenza, chiusa, attenta, spietata. Così è stata. La gara ha detto che i bianconeri possono far male alla difesa di Klopp ma anche subire tanto le folate dei gialloneri che tengono ancora aperta la porta della qualificazione. Un piccolo rimpianto non aver chiuso il risultato negli ultimi venti minuti.

LE SCELTE - Allegri sceglie gli undici migliori, con Morata preferito a Llorente e la scelta premierà Allegri. Klopp sorprende e manda in campo Immobile assieme a Mkhitaryan, Reus ed Aubameyang. In mediana ci sono Gundogan e Sahin, tutto confermato nel reparto arretrato.

Il piano tattico è subito chiaro con gli ospiti che gestiscono il possesso palla ed il fraseggio e con i bianconeri che preferiscono una tattica più attendista in attesa di ripartire e cercare Tevez e Morata negli spazi. Detto, fatto. Nonostante un brivido iniziale provocato da un destro di Immobile, da un contropiede e da una triangolazione stretta tra i due attaccanti bianconeri nasce il gol del vantaggio che fa esplodere lo Stadium: Morata si allarga e calcia di sinistro, Weidenfeller è infelice nell'intervento e il Tevez rapace come pochi in area non perdona. Il gol potrebbe favorire il tema tattico di Allegri, ma non ha fatto i conti con la sorte: Chiellini scivola concedendo un Ferrero Rocher già scartato a Marco Reus che s'invola verso la porta e trafigge un Buffon incolpevole tra lo sgomento e la delusione del pubblico fino a quel momento delirante. Il Borussia gestisce possesso, fraseggio e ritmi della gara; la Juve sembra fin troppo attendista e lascia giocare forse troppo i tedeschi che però hanno la presunzione di peccare di concretezza e lucidità quando la manovra deve convergere verso Immobile o chi per esso. Il centrocampo di Allegri non incide e soffre tremendamente quello avversario; Pirlo, il migliore del quartetto di archi bianconero è il migliore ma deve abbandonare la scena. La Juve è sorniona, attenta, pronta a graffiare da grande squadra. Minuto 42, Tevez è il solito fromboliere ed apre la difesa prima di allargare a Pogba; l'unico squillo del francese regala a Morata l'appoggio per il vantaggio all'intervallo. Stadium in delirio.

L'inizio della ripresa non modifica i temi tattici della gara. Il Borussia nei primi minuti sembra voler dare un cambio di velocità ed intensità alla gara, ma l'organizzazione difensiva degli uomini di Allegri non permette a Reus ed Aubameyang (Immobile si spegne col passare dei minuti, Mkhitaryan non pervenuto) di accendersi e creare superiorità. Con il passare dei minuti la spinta e la pressione ospite cala alla distanza. Il fraseggio inizia a diventare un'arma a doppio taglio per i tedeschi che subiscono la maggiore freschezza atletica dei padroni di casa. I venti minuti finali sono un assedio che meriterebbe maggiore fortuna. Le occasioni da rete fioccano in rapidissima successione, con la difesa dei giovani gialloneri della Ruhr in affanno ed in debito d'ossigeno: Tevez più volte, Morata e soprattutto Pereyra sul finire, sfiorano il terzo gol che avrebbe garantito maggiore sicurezza nella trasferta di ritorno. Al fischio finale di Lahoz il catino bianconero esplode, ma è un boato che per quanto positivo non soddisfa del tutto il popolo binconero. La Juve non riesce ad incrementare il vantaggio ed al Signal Iduna Park sarà una battaglia per portare a casa la qualificazione.