Clamoroso all'Emirates Stadium: l'Arsenal soccombe di fronte al Monaco, finisce 3-1 in terra inglese. Un risultato totalmente inaspettato e imprevedibile quello maturato in questa gara d'andata dell'ottavo di finale di Champions League, che ha lasciato spiazzato chiunque: una vittoria maturata grazie a una difesa solidissima che ha concesso davvero poco, e quel poco che è stato concesso non è stato concretizzato dai ragazzi di Wenger, quasi attonito anche lui di fronte alla prestazione dei suoi. Un Giroud inguardabile che si è mangiato due gol, Mertesacker totalmente fuori dalla partita, Ozil ininfluente, come anche Sanchez, che ha il merito di averci messo quantomeno la volontà, come anche Cazorla, quasi unico sufficiente tra i suoi.

Dall'altra parte, Jardim vede la sua squadra quadrata, compatta e pronta a ripartire per fare male: in questo modo arrivano il secondo e il terzo gol, realizzati da Berbatov e Ferreira Carrasco, che era subentrato proprio al bulgaro, mentre il primo gol era stato messo a segno da Kondogbia con un gran sinistro dal limite deviato da Mertesacker, anche sfortunato nell'occasione. Forse per Wenger sarebbe stata la volta buone per schierare Gabriel, decisamente più veloce del tedesco (e non che ci voglia molto), per arginare meglio le ripartenze di un Monaco schierato in campo con il classico 4-2-3-1, ma con tante sorprese di formazione: in campo ci sono il '95 Martial e il '96 Tourè, con Fabinho, terzino naturale, in mediana. Risponde l'Arsenal con il 4-3-3 iper-offensivo, con il tridente formato da Sanchez, Welbeck e Giroud, con solo Coquelin uomo di copertura a centrocampo.

Nei primi minuti la tattica di Wenger paga: il Monaco resta asserragliato dietro e subisce per tutto il primo quarto d'ora l'iniziativa avversaria, con un Welbeck subito sugli scudi, cercato per la sua velocità, e spesso e volentieri innescato da Cazorla, vero uomo in più dell'Arsenal. Quando però i francesi entrano in partita, comincia a soffrire un po' anche la squadra di casa, ma nessun grosso allarme per Ospina. Giroud comincia la sua guerra con la porta avversaria: colpo di testa che non inquadra la porta. Al 33' ottima occasione anche per Sanchez, che combina con Ozil (una delle poche cose buone della partita) e calcia col sinistro, mandando la palla di poco alta sopra la traversa. Al 38' arriva il gol del vantaggio monegasco: Moutinho serve Kondogbia, che ai 25 metri lascia partire un sinistro potente, deviato da Mertesacker, che si insacca alle spalle di un incolpevole Ospina. Da lì la partita comincia a cambiare: l'Arsenal si disunisce, e comincia a lasciare praterie ai contropiedi avversari. "Fortuna" vuole che il Monaco non colpisca prima dell'intervallo, e mandi i Gunners, incapaci di sfruttare la tante occasioni generate sulle fasce, negli spogliatoi in svantaggio di un solo gol.

Nella ripresa cambia quasi radicalmente la partita: l'Arsenal si riversa quasi totalmente in avanti, creando altre occasioni interessanti. La più clamorosa arriva dopo neanche un minuto: Sanchez, spostato a destra, vola in fascia e serve al centro Giroud, che da pochi passi non centra lo specchio, mandando la palla a lato di un nulla. Continua ad attaccare la squadra di Wenger, ma si sbilancia troppo e vien punita in contropiede: Fabinho si trova di fronte Mertesacker, totalmente fuori posizione a metà campo, e lancia Martial nello spazio, passaggio laterale per Berbatov che controlla e davanti a Ospina col destro non fallisce, segnando il 2-0. Era rimasto solo Koscielny a difendere contro i due attaccanti, visto che il compagno di reparto tedesco ha cercato un anticipo francamente insensato. Il contraccolpo mentale iniziale è durissimo, ma poi ancora Sanchez prova a suonare la carica con un destro respinto male da Subasic: sulla palla vagante si avventa Giroud, che a porta vuota riesce a calciare alto. Wenger ne ha viste abbastanza, e lo toglie, inserendo Walcott, che è subito protagonista al 65': il suo doppio tentativo viene respinto da Subasic, che però lascia lì la palla sulla quale arriva Welbeck, che clamorosamente colpisce proprio Walcott, rimasto lì a terra. Dentro anche Chamberlain per provare la scossa, ma i problemi sono dietro: ogni volta che il Monaco riparte, tutto lo stadio trema. Non succede quasi più nulla fino al 90', la difesa dei francesi si chiude sempre a meraviglia e non concede spazi. L'Arsenal è in difficoltà, ma le speranze vengono riaccese da Chamberlain, che dopo un corner messo fuori, stoppa la palla, finta il tiro e poi, col destro a giro, mette la palla nel sette alle spalle di Subasic, riaprendo tutto il discorso, partita e qualificazione. Lo stesso inglese però, nel quarto e ultimo minuto di recupero, perde palla e lancia in contropiede Ferreira Carrasco, subentrato a Berbatov, che appena entrato in area incrocia col destro: Ospina la tocca appena, la palla bacia il palo e poi si insacca. Finisce 1-3, delirio francese all'Emirates.