Allegri e la finale, un rapporto complicato. Le telecamere inseguono il tecnico bianconero e le emozioni da subito prendono il sopravvento. La Juventus parte contratta e Allegri si imbufalisce, si sbraccia, richiama i suoi a un pressing più continuo, a una maggiore attenzione. 

Dopo il pari di Morata, l'idea di poter far saltare il banco, Dani Alves strattona lievemente Pogba, il francese cade, la Juve protesta, il Barca riparte. Pochi secondi separano il possibile penalty dal vantaggio messo a referto da Suarez, al termine di una ripartenza ispirata da Messi.

La Juventus, pronta ad attendere per poi colpire il Barcellona, scopre il rovescio della medaglia, è il dazio che si paga quando si affrontano campioni come quelli blaugrana. Si cresce anche così, soprattutto così e l'occhio di Allegri è già proiettato al futuro.    

"Non ho nulla da rimproverare, hanno giocato una buona partita. Sul piano tecnico e tattico è stata una gara ben giocata da entrambe le squadre. Nel primo tempo abbiamo rischiato un paio di volte, poi però siamo arrivati al tiro, abbiamo tirato molto in porta. Certo, non dimentichiamoci che avevamo di fronte il Barcellona: purtroppo non siamo riusciti a segnare nel nostro momento migliore e abbiamo subito gol un po' da polli".

"Ridurre ulteriormente il gap col Barça? Siamo arrivati in finale e più di così non potevamo fare. Ora bisogna consolidare la nostra posizione tra le prime otto d'Europa. I gol presi? Quando giochi contro i più grandi campioni, devi stare attento e non concedere proprio quando ti sembra di avere la partita in mano, poi è chiaro che gli episodi incidono sull'andamento della partita. E noi siamo stati un po' meno fortunati del Barcellona".