Leo Messi scatta, segna, assiste, sorride. Il Barcellona ne fa 5, a Bilbao. Il San Mames, un gigante, si inchina, alla Pulce. Nove vittorie di fila e Luis Enrique, il burbero, porta il Barcellona a meno 1 dalla vetta. Basta lasciar fare a Leo, anche a Bilbao, anche contro un undici, quello dell'Athletic, difficile da digerire. 

L'Athletic è qualcosa più di un gruppo, il Bilbao trascende l'idea semplice di squadra. Qui, al San Mames, il pallone è elevato a un'idea superiore. Si gioca per un'ideale, per un concetto più importante, c'è qualcosa che spinge chi scende in campo con la maglia biancorossa. Si porta sulle spalle il peso di una collettività, di un senso di appartenenza. Nei primi minuti la furia sprigionata in campo intimidisce anche il soave Barcellona. L'Athletic aggredisce, ringhia, fino a quando Messi sistema il pallone. La sorte aiuta Leo e la traiettoria, ritoccata, si fa imprendibile. Diventa la partita perfetta. Xavi e Rakitic addormentano il gioco, l'Athletic si riversa in avanti e apre le acque a Leo. Il 2-0 è il perfetto manuale del contropiede, finalizza Suarez, partecipano Messi e Neymar. 

Il cuore del Bilbao nella ripresa, due reti, di Rico e Aduriz, nel mezzo ancora Messi. Provoca l'autogol di De Marcos, porge il cioccolatino a Neymar. C'è il suo zampino anche nel 2-5 di Pedro. Vince il Barcellona e Luis Enrique non pensa di togliere Leo, il passato è lontano, l'Athletic esce a testa alta, di là semplicemente Messi. 

La Liga riapre al duello a tre tra Barcellona, Real Madrid e Atletico Madrid. Il Real è davanti, ma sente il fiato degli inseguitori. Ancelotti maledice infortuni e trasferte lontane. Il Mondiale per Club infittisce il calendario e difficilmente porta benefici oltre la fama. Il Real è stanco, a volte impaurito. Senza Modric manca vivacità nel mezzo, dietro la coperta è coperta. Al Calderon, il Real è parso povero, una bestemmia. Sergio Ramos,Pepe e Marcelo fuori, Casillas disastroso. Una marea si è riversata sulle macerie bianche. L'Atletico ha azzannato la preda sanguinante. Non solo cattiveria, calci, rottura,  anche gioco e divertimento. 4 reti, la sensazione di assoluta impotenza, Ancelotti immobile, Ronaldo improvvisamente umano. 

Nelle vene della Madrid di Simeone sangue vero, rosso fuoco, nel Madrid stelle sbiadite. Ora la Liga riparte ed è come una volata senza padrone. In tre punti tutto il meglio, bello, bellissimo, per chi guarda. Il Real ha un piede avanti, eppure sembra inerme. Serve una risposta, Real.