Se ti chiami Real e porti in giro per il mondo l'etichetta di squadra più vincente, più forte, con il simbolo del primato in Europa griffato sul petto, allora non ti basta vincere, devi farlo in un certo modo. Non puoi permetterti figuracce, men che meno nel giardino del vicino di casa, al Calderon, contro nemici più che rivali. La protesta del Bernabeu racconta di un ambiente che ribolle, impaziente. La puara è di veder sfumare tutto, sì anche i campioni hanno paura. Ancelotti ha il volto sfigurato dalla tensione, prova a sistemare i suoi, sostituisce gli assenti, ma il perfetto equilibrio del passato è utopia, perché senza Modric e James il Real perde troppo in termini di qualità e ogni occasione è il frutto estemporaneo di un assolo singolo, una nota non inserita nel contesto musicale. L'inizio è letargico, Casillas, capro espiatorio dopo la sconfitta con l'Atletico, tramortito dai fischi. Il Deportivo annusa l'impresa, ma poi è Real. 

Con Ronaldo e Bale - solo traversa - con Isco, un gioiello a giro per calmare le acque e sorridere. Il fenomeno spagnolo sembra il più pronto, a dispetto della carta d'identità. Mentre stelle affermate sgomitano per prendersi la scena, incuranti dei mali attuali della squadra, Isco fa quel che serve, dando armonia e calcio. Il raddoppio di Benzema, servito da Ronaldo, chiude i conti nella ripresa, nel mezzo il palo di Borges, Casillas su Oriol Riera e qualche sporadico applauso che si innalza nell'arco dell'incontro. 

Il Real resta in vetta, solitario, questa è la notizia buona. Non un gran Real, no di certo, non sono solo le assenze, quelle incidono, ma non bastano. Stanchezza, richieste, pressione, forse assuefazione involontaria. Madrid è piazza che non perdona nulla e se non corri sempre al massimo presenta il conto, sottoforma di protesta e sentenza. Mercoledì torna la Champions, il Real cammina, con lo Schalke potrebbe bastare, più in là no. Tra qualche settimana bisogna sprintare, strappare, colpire, da Real. 

D'altronde se ti chiami Real è un destino scritto, vincere non basta.