Si ferma, al Bernabeu, il sogno del Madrid. Dopo la battuta d'arresto dello Stadium, in attesa del verdetto europeo, Ancelotti saluta la Liga e consegna virtualmente il titolo nelle mani di Luis Enrique. 2-2 casalingo con il Valencia, una partita non fortunata per l'undici di casa, bloccato per 3 volte dai legni e costretto a rincorrere dopo l'uno-due firmato Paco Alcacer-Javi Fuego. Pepe e Isco firmano il pari, ma un punto non basta, perché il Barca corre e il Real rischia di chiudere, in netto anticipo, la campagna stagionale.

Ancelotti risponde alle critiche tornando all'originale 4-3-3. Chicharito punta centrale, qualche aggiustamento sugli esterni, con Arbeloa e Coentrao, Isco e James in mediana. Il Madrid spinge, ma la traversa dice no a Bale e poco dopo, quando Ronaldo va in cielo a colpire di testa, è ancora il legno a salvare l'immobile Diego Alves.

A passare è così il Valencia. Cross dalla sinistra, Pepe, in acrobazia, non trova la palla, Paco Alcacer devia alle spalle di Casillas. Il Real affonda sette minuti dopo. Al 26', punizione dalla trequarti, difesa allo sbando, Javi Fuego, tutto solo, spizza in rete. Da qui, molto Real, di nervi e di rabbia. Palo di Hernandez, dopo una pregevole combinazione con Bale, rigore fallito da CR7. Il Valencia si copre e punta a colpire in contropiede.

Nella ripresa, le reti del Madrid. Pepe, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, accorcia, a una manciata di minuti dal termine la prodezza di James. Si libera di un avversario e dal limite lascia partire un destro secco che si infila sotto la traversa. Il Real merita il pari, Ancelotti maledice la sorte, contro la Juventus 90 minuti che decidono il futuro del tecnico e di questo Real.

L'infortunio di Kroos, fuori già nella prima frazione, preoccupa. Senza Modric, un ulteriore problema in mediana.