Esattamente 365 giorni prima di ieri, il 17 Maggio 2014, il Barcellona perdeva il titolo di campione di Spagna al Camp Nou, proprio per mano dell'Atletico Madrid. Quel pomeriggio sembrava fosse finita un'epoca, quella del grande Barcellona di Messi e del tiki-taka. Alla fine però le cose sono andate diversamente... 

In estate i big vanno in Brasile per giocare il mondiale, mentre la società capisce che bisogna affidare una nuova giuda tecnica alla squadra. La decisione è presto fatta: via Tata Martino, dentro Luis Enrique. Le critiche non tardano ad arrivare, ma Lucho è consapevole di non esser più il giovane ed inesperto allenatore visto sulla panchina della Roma e fin dai primi giorni gonfia il petto e ostenta sicurezza. Il mercato poi, visto l'imminente blocco degli acquisti, si fa corposo e scintillante: arrivano giocatori del calibro di Suarez, Rakitic, Mathieu, Bravo, Vermaelen, Rafinha e Ter Stegen. Il Barça spende quasi 140 milioni di euro per una campagna acquisti faraonica. Ai blocchi di partenza però, il Barça sembra ancora in confusione: la rivoluzione estiva toglie la squadra dai riflettori della Liga, considerata una faccenda a due tra Atletico Real

La partenza comunque è incoraggiante, anzi addirittura sorprendente. Il Real e l'Atletico invece partono lente e il Barça di Luis Enrique si mette subito in testa. Poi arriva il Clasico di andata al Bernabeu, giornata coincisa anche con il debutto di Suarez in blaugrana. Neymar illude il Barça che si fa rimontare e affonda sotto i colpi del Madrid, perdendo anche la vetta del campionato. Subito dopo la batosta del Clasico ne arriva una ancor più rumorosa ed inaspettata, in casa con il Celta Vigo. Si parla di Barcellona ridimensionato, ma una squadra con questi campioni non può arrendersi senza lottare. Pian piano i ragazzi di Lucho si riprendono e arrivano alla sosta nataliazia a stretto contatto con il Real. Il crocevia della stagione però è dietro l'angolo: 4 gennaio 2015 alla prima dopo la sosta Luis Enrique decide per una formazione senza troppe stelle in casa della Real Sociedad. Messi e Neymar si accomodano in panchina, storcendo il naso. Il Barça perde e non approfitta dello scivolone del Real a Valencia, ma soprattutto scattano le polemiche tra la squadra capitanata da Leo Messi e Luis Enrique.

I 7 giorni successivi all' 1-0 dell'Anoeta sono, nonostante le temperature invernali, i più roventi della storia recente dei blaugrana: Si parlò anche di esonero per Luis Enrique deciso dallo stesso Messi andato a colloquio con Bartomeu. Alla fine però il caso rientrò, o almeno venne nascosto, soprattuto poichè era la vigilia dell'attesissimo match con l'Atletico Madrid. Quella serà però la storia di questa stagione cambiò volto: Il Barcellona era diverso. Una squadra attenta, decisa e concentrata strapazzò 3-1 gli uomini di Simeone. Messi dopo le polemiche che lo accompagnarono per tutta la settimana, da vero leader, si mise a disposizione della squadra, tornando nella posizione di attaccante destro. Le cose funzionarono a meraviglia. Da quella serà ripartì Messi, da quella serà costruì il Barça

Nel girone di ritorno il Barça mette la freccia e recupera punti su un Real stanco e poco lucido. Messi torna l'originale regalando spettacolo, gol e assist, in particolar modo per Suarez entrato alla perfezione nei meccanismi della squadra, nella posizione di attaccante centrale. I gol arrivano a valanghe e le vittorie sono una conseguenza della ritrovata verve offensiva del Barça. Si inizia a parlare di MSN (Messi - Suarez - Neymar), come tridente più forte al mondo, ma soprattutto si parla di sorpasso sul Real che arriva prontamente ad inizio marzo, nonostante un brutto passo falso con il Malaga. Il Clasico del 21 marzo serve per sentenziare la superiorità barcelonista sul Real. Risultato finale: 2-1, il Mathieu che non t'aspetti e il gioiello di Suarez regalano un +4 considerato già come mezza Liga. 

Lucho però è uno tosto che non si fa di certo condizionare da giornali e tifosi. Il Barça prosegue anche in Champions: City e PSG vengono annichilite da Suarez e Neymar, mentre in campionato arrivano goleade irripetibili: 6-0 al Getafe e 0-8 al Cordoba. La mezza beffa del Sanchez Pizjuan da solo un po' di pepe in più al finale di stagione che vede il Barça di Lucho supersonico anche con il Bayern. Finale di Champions e finale di Copa Del Rey, non male per chi era sul punto di essere cacciato dai suoi stessi calciatori. La vittoria sulla Real Sociedad concede il primo match point in casa dell'Atletico, proprio quell'Atletico che lo scorso anno li aveva cacciati dalla Champions costringendoli a fare da semplici spettatori alla cerimonia di premiazione della Liga. Occasione troppo ghiotta, destino troppo magnanimo. Messi non sbaglia, il Calderon canta, ma contro questo Barcellona non basta più. 

Alle 20.55 del 17 maggio 2015 il cerchio si chiude. Il Barcellona è Campione di Spagna. 365 giorni dopo la vendetta pertetta è completata. Un po di commozione c'è ripensando che l'ultima Liga l'aveva conquistata il povero Tito, ma alla fine tutti si lasciano andare compreso quel duro di Lucho. La Liga è sua, la Liga è del miglior Messi di sempre, è di un gruppo che ha saputo rimettere insieme i cocci di una, cento, mille tempeste. La Liga è del Barcellona