18 luglio, Barcellona. In una giornata estremamente calda, il popolo catalano si ferma e corre a rispondere alla chiamata del club. Per una volta, non è una questione di campo. La frenesia con cui la gente si ammassa in una lunga coda, in attesa di conoscere l'esito delle elezioni in corso, è la chiara testimonianza dell'importanza del momento.  Un apposito foglio da depositare all'interno di un'urna, pensieri e idee per il futuro, i soci decidono il destino di quattro uomini, di quattro candidati. Messi, Suarez, Neymar, i funamboli del verde, i maestri del Camp Nou cedono il passo alle alte sfere del mondo blaugrana, si elegge il Presidente.

La lotta è feroce, da una parte Bartomeu, l'attuale guida, dall'altra Laporta, il vecchio traghettatore, il Presidente dal 2003 al 2010. La campagna elettorale vive di differenti impostazioni. Bartomeu è pacato, non si spinge mai oltre il limite, lascia spazio alla squadra e si fa forza con la forza della squadra. I titoli parlano per Bartomeu più di polemiche e scandali. La Champions League è il fiore all'occhiello, la Liga un ritorno al potere, uno schiaffo al Real.

Laporta è invece più acceso, gioca la carta mercato, annuncia Pogba per toccare le corde emozionali della gente. Attacca, senza difesa. In ritardo, Joan gioca d'azzardo, al rialzo. Un bluff. Il mondo catalano dice sì a Josep Bartomeu, ed è un sì che non ammette repliche. Oltre il 54% dei voti per il Presidente, il 33% per Laporta. A distanza siderale si collocano Benedito e Freixa.

A Barcellona, oggi, si torna a correre, agli ordini di Luis Enrique, si torna a godere dello spettacolo senza eguali di stelle senza fine. Bartomeu, composto, ritrova posto nel suo "palchetto" presidenziale. Parola al campo, come piace al Presidente.

"È stato un risultato straordinario - ha detto Bartomeu - : il mondo ha visto che il Barcellona è un club democratico, in pochi possono vantare tale privilegio. Nelle ultime settimane abbiamo ascoltato quattro progetti diversi, a volte complementari a volte no, per il futuro del club: oggi la maggioranza ha scelto un presidente e da domani lavoreremo tutti insieme".