Basta il nome, Leo Messi e il resto non ha più molto senso. E’ questo che staranno pensando i tifosi del Barcellona risorti al Calderon di Madrid grazie alle perle di Neymar e della Pulga argentina, tenuto inizialmente in panchina a causa della nascita del secondo figlio Mateo, venuto alla luce ieri. Nel duello forse prematuro con l’Atletico di Simeone non manca nulla: intensità, talento, qualità, gol e polemiche; un concentrato di emozioni lunghe per un’intera partita che alla fine ha visto trionfare il Barça campione di tutto, in rimonta a causa dell’illusorio vantaggio siglato da Torres in apertura di ripresa. A sbrigare la pratica Atletico ci hanno pensato Neymar con una punizione alla Messi, e lo stesso fuoriclasse argentino con un gol dei suoi: tocco sotto con l’esterno del piede per scavalcare tutti i 190 e più centimetri di Oblak. Ora il Barça dopo tre giornate di Liga conduce a punteggio pieno, con cinque punti di margine sull’Atletico e una lunghezza sul Real Madrid del ritrovato CR7. Intanto, il mirino della pulga e dei suoi compagni di giochi si è fermato su Roma, stadio Olimpico, mercoledì serà ad attenderli c'è la Roma, ma soprattutto c'è la Champions.

LE FORMAZIONI:

Simeone ripropone lo stesso assetto tattico utilizzato nei primi match stagionali, 4-4-2 compatto e ordinato con Filipe Luis e Juanfran sulle corsie, e la coppia tutta uruguayana Godin, Jimenez a difesa della porta di Oblak. A centrocampo vengono riproposti i veterani Gabi e Tiago in posizione contrale, mentre Koke viene nuovamente utilizzato da esterno sinistro, ruolo dove egli stesso ha dichiarato di trovarsi meglio. A destra viene data fiducia a Oliver Torres, mentre in coppia con l’intoccabile Griezmann viene riproposto Fernando Torres e non Jackson Martinez, ancora tra le riserve.

Luis Enrique invece, deve rinunciare a Bravo infortunato e a Piqué squalificato per la vicenda accaduta in Supercoppa. Il tecnico catalano dunque, rilancia Ter Stegen finito nell’occhio del ciclone proprio nella finale di Supercoppa, e si affida a Vermaelen che con Mascherano, Jordi Alba e Dani Alves completa il reparto difensivo. A centrocampo non ci sono sorprese con il tris d’assi Sergio, Iniesta e Rakitic pronto come sempre a creare gioco e occasioni da gol per i tre davanti che però presentano una grossa variazione; con Neymar e Suarez infatti, c’è Rafinha e non Leo Messi che si accomoda in panchina dopo che ieri sua moglie Antonella ha dato alla luce il suo secondogenito Mateo.

IL MATCH:

La partita del Calderon come sempre caldissimo e rumoroso, si apre con l’Atletico in sofferenza, soprattutto sulla corsia di destra dove Rakitic dopo soli due minuti mette in nel mezzo un pallone respinto probabilmente con un braccio da Filipe Luis che scatena le proteste dei culé, non ascoltate da Mateu Lahoz direttore di gara del match. Come da abitudine, l’Atletico è molto aggressivo e il Barça dopo qualche spazio di troppo in avvio, comincia a soffrire l’aggressività a metà campo degli avversari. La strategia di Simeone sembra chiara: aggressione al portatore di palla, riconquista e contropiede veloce per sfruttare le difficoltà nell’uno contro uno della coppia Mascherano, Vermaelen. La strategia del Cholo sembra funzionare quando al 15’ Griezmann riconquista e lancia in velocità Torres che batte diretto in porta, trovando però la decisiva deviazione di Vermaelen che poi si farà male e sarà costretto a lasciare il campo a Mathieu. Il Barça però, come suo solito non si scompone e continua nel suo classico gioco, affidando tutte le manovre d’attacco a Iniesta, che qualche minuto dopo illumina la scena per Rakitic che però calcia troppo sul primo palo agevolando l’intervento di Oblak.

I minuti passano e l’Atletico non riesce più ad uscire dalla morsa del Barcellona che mette sul piatto la classe di Suarez e Neymar, pericolosissimi a cavallo della mezz’ora. Il primo a suonare la carica è Suarez che a botta sicura, da meno di un metro si vede negare la gioia del gol da un super intervento di Oblak che smanaccia il pallone sulla traversa. Poi tocca a Neymar, che manda al bar mezza difesa rojiblanca prima di calciare, una, due, tre volte a colpo sicuro, ma sempre respinto da Gimenez e Godin, monumentali per spirito di sacrificio e attenzione difensiva. Si va negli spogliatoi con la sensazione che il match sia pronto per esplodere da un momento all’altro, con l’Atletico ancora pericoloso in verticale e il Barça pronto a pungere proprio quando meno te lo aspetti.

La ripresa non delude e come previsto nella prima frazione di gioco regala, gol, polemiche e spettacolo. Stavolta a partire forte è l’Atletico, che dopo un minuto protesta ferocemente per un fallo di mano, stavolta si evidente di Mascherano in area. Per Mateu Lahoz si può continuare a giocare nonostante i fischi assordanti di tutto il Calderon. Nonostante il torto subito, l’Atletico non si disunisce e anzi, al minuto 51’ confeziona l’azione perfetta, rifinita da Griezmann e conclusa alla perfezione da Fernando Torres che scappa in profondità a Mascherano e fredda con un destro chirurgico Ter Stegen per il gol dell’1-0 Atletico.

Il match si infiamma è il Barcellona trova subito il pari, 4 minuti più tardi con una perla, la perla di Nejmar Jr. che disegna su calcio di punizione, una parabola tanto bella quanto imprendibile che Oblak può solo ammirare. 1-1 e palla al centro, ma dal minuto 60’ con un Messi in più; si perché, Luis Enrique decide di muovere il suo crack dalla panchina proprio al momento giusto, quello in cui la MSN si ritrova e vince la partita. Siamo al minuto 77’ quando il Barça, già pericoloso in precedenza trova la combinazione giusta per aprire la cassaforte dell’Atletico: Iniesta inventa, Suarez rifinisce in modo spaziale, e Messi conclude con un tocco sotto d’esterno. E’ l’ennesima perla della Pulga che dedica il gol al figlio, Mateo venuto al mondo solo ieri. L’Atletico accusa il doppio colpo blaugrana, ma tenta comunque la disperata rimonta affidandosi ai nuovi arrivi, Jackson Martinez, Ferreira Carrasco e Vietto che però non riescono a creare un bel niente all’interno dell’area culè.

Finisce così, 2-1 in favore del Barça che rimonta l'iniziale vantaggio di Torres grazie ai suoi fuoriclasse, Neymar e Messi dimostrandosi una volta di più la squadra da battere in Spagna e in Europa. Ora, il Barcellona è in vetta alla classifica con 9 punti, e dopo sole tre giornate e già a +3 sull'Atletico e a +1 sul Real; la Roma è avvisata, mercoledì all'Olimpico sfiderà un trio di marziani.