Ieri il calcio al Bernabeu ha visto protagonista una sola squadra degna del suo appellattivo, il Barcellona. La squadra di Luis Enrique è riuscita ad incantare di nuovo il mondo grazie ad una prestazione maiuscola sotto tutti i punti di vista. I Blaugrana, privi anche di Messi per un'ora, sono riusciti a distribuire il pallone in ogni angolo del campo con velocità e tecnica che ricordano l'ipnotico Barca di Guardiola ma a differenza di quest'ultimo ieri si è vista una squadra giocare sempre con lo sguardo avanti la porta, sempre a cercare il gol anche sul risultato di 4-0. Ciò che ne è venuta fuori è stata una prestazione fuori da ogni logica con Neymar e Suarez in una forma paradisiaca mai accarezzata nella loro carriera; soprattutto il brasiliano, da tanti sopravvalutato, ha fatto ancora ricredere qualcuno (se ce ne fosse ancora stato bisgono) sulle sue capacità e sulla sua qualità di leader offensivo durante l'assenza della Pulce. Esame passato a pieni voti per O'Ney. 

La chiave della supremazia blaugrana rispetto al Real è stato il centrocampo con Sergi Roberto onnipresente. Questo ragazzo è un bel prospetto per il futuro. Ma allontandoci da ciò non ci sono più parole per descrivere Iniesta capace di trasformare il rumore di un tiro in una sinfonia come il miglior Beethoven. E stavolta passa anche a piedi voti la difesa del Barca anche se si è concessa le solite amnesie.

Dall'altra faccia della luna solo veleni per Benitez. Per assurdo la squadra ha giocato come nelle scorse giornate ma c'è un po' di differenza tra Sporting Gijon e Barcellona. Nessuno si è salvato dall'ecatombe di ieri, nemmeno Ronaldo cosi fuori dal gioco e fischiato anche dal suo pubblico. Fischi ingenerosi comunque. Bale e Benzema sono la brutta copia dei funamboli ammirati l'anno scorso, forse perchè il gioco di Benitez non li esalta. Qui si può ritornare alla folle decisione di Perez di  interrompere i rapporti con Ancelotti.

Il tecnico ex Napoli e Inter è dunque sulla graticola, non solo per il non gioco e i magri risultati ma anche per uno spogliatoio totalmente avverso soprattutto dalla parte dei senatori come Ramos, Ronaldo e Marcelo che di figuracce cosi ne hanno fatte poche cosi come il Bernabeu che ieri ha manifestato tutto il suo disappunto.

Le statistiche della partita non rendono merito alla supremazia del Barcellona che ha tirato più o meno le stesse volte dei padroni di casa ma il dato che lascia trasparire una differenza, per ora incolmabile tra le due squadre, è proprio il possesso palla. Il Real Madrid ha totalizzato una percentuale del 40% spesso condita da passaggi in orizzontale e privi di ogni pericolosità mentre il 60% dei catalani è stato veloce,attivo e frenetico con ogni componente delle squadra pronto a muoversi sempre nella direzione giusta come una partita a scacchi giocata in maniera esemplare da Luis Enrique che può sorridere anche per il buon rientro di Messi capace già di seminare il panico per mezz'ora. La Roma non può certo sorridere perchè è molto probabile che la Pulce giochi titolare in Champions. 

Era poco pronosticabile alla vigilia del match, che si aprisse una voragine tale tra Barcellona e Real Madrid ma il campo ha parlato incorando ancora la spettacolarità e perfezione blaugrana mentre Benitez dovrà decisamente invertire il trend per colmare il gap. Florentino Perez permettendo.