"Ogni estate penso sempre a quale sarà la mia prossima destinazione, anche perché tutte le volte che dico di voler rimanere in un posto poi accade esattamente il contrario. Stavolta non è stato così". Zlatan Ibrahimovic si racconta alla Gazzetta dello Sport: una conversazione a tutto tondo, dall'ottimo inizio di stagione con il Paris Saint-Germain al sogno Mondiale con la sua Svezia. Il centravanti e capitano della nazionale gialloblù è pronto a sfidare il rivale portoghese Cristiano Ronaldo per conquistare un posto tra le 32 di Brasile 2014 nella doppia sfida degli spareggi europei.

"A giugno sono andato a parlare con il presidente Al-Khelaifi", rivela Zlatan a proposito del numero 1 del club parigino, "e mi ha detto: rimani perché sei il giocatore più importante del PSG, soltanto tu ci puoi portare dove sogniamo di arrivare. Da li abbiamo rinnovato per un altro anno il contratto e ora sono felice. Stiamo crescendo sempre di più, siamo una squadra temuta e rispettata da tutti. Non dobbiamo però pensare di essere arrivati, in quanto per diventare un top club mondiale bisogna vincere qualcosa che non sia il campionato: ci stiamo lavorando e sono convinto che prima o poi ci riusciremo".

Sulla sfida al Portogallo, Ibrahimovic è carico e non ha paura di esporre il suo pensiero: "Il Portogallo è favorito per la squadra e le individualità che può schierare, ma noi siamo altrettanto quotati per essere giunti al secondo posto in un girone dove c'era la Germania, quella che reputo essere la nazionale più forte in Europa. Credo che per questo noi meritiamo di andare in Brasile e faremo di tutto per riuscirci". Gli obiettivi sono chiari: far diventare il PSG una squadra di livello mondiale e diventare il miglior marcatore di tutti i tempi con la Svezia. La consapevolezza è che il prossimo Mondiale possa essere il momento decisivo della carriera di Ibra, una vetrina a cui l'asso svedese non può e non vuole assolutamente mancare come accaduto nell'ultima edizione in Sudafrica. CR7 è avvertito!

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Fabio Capovilla
Classe 1989. Mi sono laureato in Scienze della comunicazione a Bergamo, dove mi sto per specializzare in editoria. Vavel è la mia prima collaborazione giornalistica che spero in futuro possa diventare una professione. Scrivo di Atalanta e di calcio francese.