Sono ormai tre anni che Marco Verratti gioca nel PSG, ma adesso sta finalemente avendo tutte le attenzioni che merita, anche grazie alle ottime partite disputate in Champions contro il Chelsea, dove ha trascinato i parigini ai quarti di finale.

Il centrocampista ex Pescara ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport, dove ha commentato il suo grande momento, soffermandosi sulla nazionale e anche su tanti altri aspetti: "Conte mi prova in varie posizioni, ma non so se corrispondo al giocatore ideale per il suo tipo di gioco. In Nazionale ci si deve adeguare, anche se non posso neppure mettermi a fare da domani il difensore centrale. Giocare mezzala come a Parigi mi sembra difficile anche con l’Italia, perché i centrocampisti di Conte giocano senza palla, corrono molto e attaccano la profondità. Non sono proprio le mie caratteristiche. Mentre penso che potrei dare molto di più davanti alla difesa. Lì c’è Pirlo? Allora vorrà dire che giocherò panchina destra o panchina sinistra". Dopo le evidenti battute Verrati cerca di essere più serio: "In Nazionale ci sono gerarchie da rispettare. Anche perché l’allenatore vede poco i giocatori e deve avere riferimenti certi. Davanti a me ci sono grandi giocatori. Ma se mi è data la possibilità di esprimermi, cerco di dare il massimo. Finora le occasioni Conte me le ha date. Spetta a me sfruttarle sempre. Nessun giocatore si dovrebbe sentire il solo a potersi prendere la responsabilità di squadra sulle spalle. Siamo un gruppo e Conte sta costruendo una grande squadra secondo una filosofia diversa, un calcio più particolare. Certo, anch’io vorrei giocare sempre, ma in campo si va in undici. Diciamo che sono problemi di Conte".

Si cambia poi argomento, con Verratti che si sofferma su Borussia Dortmund-Juventus: "L’ultima volta ho detto Juve e Immobile mi ha mandato un messaggio per dirmi che sono scemo. Da italiano dico 2-2 con doppietta di Ciro, e passa la Juve. Incontrare i bianconeri sarebbe solo più emozionante perché giocherei contro tanti amici". Su Chelsea-PSG e la corsa Champions: "Era un ottavo dal valore di una semifinale o di una finale. L’abbiamo preparato con cura. Quando giochi a questi livelli e sei uscito ai quarti per due anni di seguito senza perdere, pensi solamente a vincere. La Champions è il nostro obiettivo. Ce la metteremo tutta, ma è un torneo difficile. Il PSG è stato costruito per vincere in Europa. Ma anche se hai la squadra migliore puoi farti eliminare lo stesso. Se vincessimo quest’anno sarebbe quasi una sorpresa, visto che il progetto è cominciato poco tempo fa. L’anno scorso abbiamo avuto troppo rispetto e timore del Chelsea. Ma solo certe sconfitte ti insegnano a essere più cattivo. Quest’anno eravamo convinti di essere più forti".

Su un eventuale scambio con Paul Pogba: "L’idea dello scambio non mi piace a priori. Se una squadra mi vuole davvero, mi prende e basta. Poi, se il PSG mi obbligasse ad andarmene via per far spazio a Pogba è tutto un altro discorso. Comunque la questione non è all’ordine del giorno". Infine due parola sul percorso fatto in Francia e sull'eventuale futuro: "Quando firmai per il PSG, mi dissi che venendo dalla provincia italiana sarei scappato dopo due mesi. Invece dopo tre anni sono ancora qui, e a Parigi è nato pure mio figlio. Se poi fosse il PSG a non volermi più sarebbe un altro discorso".

Ormai possiamo dirlo anche ad alta voce: è nata una stella e si chiama Marco Verratti!