Sempre Ibrahimovic, sempre e comunque. Nel bene e nel male c'è Zlatan e il mondo, parigino in primis, ruota attorno a lui. La tempesta che si scatena sul Lorient, al Parco dei Principi, ha le sembianze di un gigante svedese, partito da Malmoe alla conquista dell'Europa. Forte, di carattere, uno che non le manda a dire, in campo e fuori. Il Psg si stringe attorno a Ibrahimovic e segue la via aperta dall'incedere del colosso. Due penalty, una terza segnatura di rabbia, un potento tiro in cui è racchiusa tutta la voglia di rivalsa per le critiche apparse su giornali e stampa. Ibrahimovic, non uno da compromessi.

La squalifica in Champions - minima - l'uscita al vetriolo dopo la sconfitta con il Bordeaux, la convocazione al cospetto della commissione francese in merito a esternazioni che hanno portato alla risposta addirittura dei personaggi più eminenti di Francia, poi il campo, dove Ibrahimovic comanda, non solo con la parola. Lo fa con i gesti, i richiami, l'esempio. Il primo a sporcarsi le mani, il primo a dare la sveglia a stelle non sempre pronte. Il Psg vive una stagione strana, in Ligue 1, dove lo strapotere è evidente, non riesce ad avere continuità, tanto che la vittoria con il Lorient vale il primato, ma il Lione può provare il controsorpasso e il Marsiglia è in scia, mentre in Europa la notte londinese sembra aver aperto scenari interessanti.

Il Lorient è gruppo modesto, ma ha individualità pericolose, come Jordan Ayew, occupa la sedicesima piazza in campionato, non può sulla carta spaventare il ricco Psg, eppure il campo dice altro. La velocità di Jeannot e Ayew inibisce il Psg, privo tra gli altri di David Luiz, Marquinhos, Cabaye, Lucas e Aurier. Il pari del Lorient, nella ripresa, sembra rievocare cattivi presagi, il Psg crea, ma non conclude. Lavezzi sciupa tutto, e Blanc manda in campo Rabiot, ma per vincere bisogna tornare da Ibrahimovic. Apre con il rigore al 4', mette il 2-1 sul secondo penalty di giornata conquistato da Pastore, griffa il 3-1 in contropiede.

Assiste, ma i compagni dilapidano, Lecomte è in giornata di grazia. Alla fine uno sguardo truce, verso chi condanna e punta il dito, una sentenza, a suon di gol, è Ibra.

Blanc si gode la vittoria, il Psg ha qualche problema, ma i tre punti consentono di riassaporare, almeno momentaneamente, la prima posizione. Verratti, se posto nel mezzo, è delizioso, per impatto e creatività, Motta si adatta a difensore centrale, con intelligenza, il Psg mette in campo talento in dosi industriali, tanto che Pastore agisce tra centrocampo e attacco con fluidità. Qualcosa si paga in equilibrio, ma la gamma di scelta a disposizione di Blanc è spaventosa, occhio ai parigini.