Il difficile viene sempre nel momento in cui bisogna ripetersi. Lo sa bene il West Bromwich Albion che, dopo la cavalcata che è valsa la promozione nel 2010, ha dimostrato negli ultimi tre anni di poter competere ad alto livello con chiunque. Il secondo posto in Championship sotto la guida di Roberto Di Matteo apre le porte della massima competizione inglese con non pochi dubbi sul futuro del club, ma anche con tanta umiltà e voglia di portare avanti un progetto sempre attento alle esigenze economiche di una società non di prima fascia. Di quell’annata fantastica, fatta di gol e gioco spumeggiante, sono tutt’ora in rosa onesti professionisti del “football”, da Jonas Olsson, difensore centrale forte fisicamente e abile nel gioco aereo, Gabriel Tamas, terzino destro rumeno, oltre a Mulumbu, sempre ricercato in fase di calcio mercato per la sua assoluta duttilità in mezzo al campo, e agli eterni talenti di Morrison, Brunt e Dorrans. Un centrocampo fatto di tecnica ed esplosività fisica invidiato da molti per compattezza e sacrificio in giro per il Regno Unito. Dopo le prime due stagione in Premier League chiuse praticamente con un bottino invariato, 47 punti, 12 vittorie il primo anno, 13 il secondo, e un piazzamento in classifica ben lontano dai malanimi della zona retrocessione, il 2013 era l’anno delle conferme.

I Baggies decidono di partire in panca con la scommessa Steve Clarke, al primo anno come head coach, dopo le importanti esperienze con Chelsea, West Ham e Liverpool. La continua ricerca dell’affare giusto e della cura imprescindibile delle casse, vede un mercato incentrato sulle partenze per fine contratto di Scharner, Shorey, Tchoyi, Fulop, oltre ai due milioni incassati per la cessione di Cox al Nottingham, e l’arrivo di elementi utili ai fini di saldo e risultati. Dalla firma sul contratto definitiva di una certezza come Foster, fino agli innesti di Popov in prestito dalla Dinamo Kiev, del centrocampista argentino Yacob, del talento marocchino El Ghanassy, fino agli arrivi degli attaccanti Rosenberg e Romelu Lukaku dal Chelsea. L’occhio attento di Clarke sa di avere nelle mani un gruppo fatto di potenziale umano e tecnico non da poco, ma la salvezza rimane l’unico vero obiettivo ricercato dal presidente Peace.

Il West Brom ha in organico anche altri nomi noti nel panorama calcistico inglese e non solo. Alla prima occasione buona Odemwingie e Gera rubano la scena alle nuove scommesse e ai vecchi leoni stendono alla prima di campionato il Liverpool. Un 3-0 che non ammette repliche e che inizia a far intravedere la stella di Lukaku in gol al 77’. Clarke parte forte e si prende una rivincita non da poco sul suo vecchio club. I 27000 di Hawthorns capiscono subito che se ne vedranno delle belle. La conferma del potenziale dei ragazzi terribili di Clarke arriva sul campo del Tottenham. Ciò che si intravede è al voglia di non mollare mai, corsa e cuore che portano Morrison a realizzare il gol del pareggio al 92. L’inizio è pazzesco, in sei partite arrivano 11 punti e tre vittorie. L’Everton e il Reading ne fanno le spese a settembre e tutti capiscono che passare dalle parti di Birmingham non sarà un affare per nessuno. Shane Long, classe 87’ tutto corsa e dinamismo, firma due gol e diventa un altro eroe per i tifosi. Dopo a vittoria con il Qpr firmata Morrison, Gera e Mulumbu, i Baggies subiscono due sconfitte. Il City è la prima squadra, dopo il Liverpool in coppa di Lega, ad espugnare il terreno amico, ma quanta fatica con Long ultimo a mollare. La corsa alla salvezza si completa forse poche settimane dopo quando arrivano quattro successi consecutivi contro ben tre dirette concorrenti alla permanenza il Premier. Southampton, Wigan e Sunderland cadono sotto i colpi di Odemwingie, Morrison, Lukaku, Long e Fortune. Sei punti arrivano in trasferta, i tre storici con il Chelsea dell’ex Di Matteo, chiudono il poker di dodici punti messi in cascina in meno di tre settimane.

Natale non porta regali insperati ai tifosi perché la squadra subisce un calo fisiologico, conseguenza di un inizio lanciato. Nonostante qualche difficoltà, soprattutto in fase realizzativa, arrivano sei punti in quattro giorni con Qpr e Norwich che chiudono il 2012 con il bottino di 33 punti e un Chris Brunt ritrovato anche in zona gol. Con una classifica già delineata e un vantaggio consistente sul terz’ultimo posto, il West Bromwich affronta la seconda parte di stagione con il freno a mano tirato, lasciando sul campo punti di troppo che non fanno sorridere un guerriero come Clarke. Intanto, dopo appena 3 presenze e un gol e un contributo pressoché nullo, El Ghanassy passa in prestito all’Heerenveen.

La squadra concede il fianco agli avversari in più di un occasione, ottenendo solo quattro successi nelle restanti 18 partite di campionato. Importante per la classifica e non solo, il successo ad Anfield con il Liverpool e quello interno due settimane dopo con il Sunderland. Lukaku è ormai una certezza, Long una sicurezza, Fortune si ritaglia spazi importanti e segna gol pesanti. Nonostante le dieci sconfitte, tre delle quali a salvezza già ampiamente conquistata, la posizione in classifica non precipita mai clamorosamente. Complici avversari non in grado di insidiare l’ottava piazza, il campionato si chiude con un pareggio che sa dell’incredibile con il Manchester United. 5-5 il finale dopo lo svantaggio iniziale di tre reti. Con nulla da chiedere alla stagione i padroni di casa reagiscono con le reti di Mulumbu, Morrison e alla tripletta della consacrazione a firma Lukaku. Due gol arrivano addirittura in poco meno di due giri di orologio. Il risultato è un ottavo posto miglio piazzamento assoluto da quando si è tornati in Premier e record di punti, 49, che migliora di due lunghezze il bottino delle passate stagioni.

Foster è una sicurezza in porta, Olsson una muraglia in difesa, dove brilla l’esperienza di McAuley e la solidità di Ridgewell. Il centrocampo regala giocate ad alta velocità e solidità in fase di copertura. Morrison, Brunt e Gera offrono un ottimo contributo in fase realizzativa, 12 gol in tre e assist utili per i compagni, saranno ben 18 alla fine. L’attacco offre non pochi spunti di riflessioni e pedine buone per il prossimo mercato. Lukaku vive la stagione della consacrazione, 17 gol e 7 assist, Long aggiunge 11 reti e Odemwingie, infastidito a gennaio dalle voci di mercato di gennaio, non fa mancare il suo apporto fatto di 5 gol e tante occasioni create. Rosenberg, arrivato dal Werder Brema, non riesce mai a trovare la via della rete ma totalizza 27 presenze. Statistiche e curiosità che non possono prescindere dalla mano di Steve Clarke, ottimo nella sua prima stagione da allenatore, e capace di consegnare agli annali un West Bromwich da record. Il presente parla da solo, per i tifosi invece, il futuro è una coppa alzata al cielo che manca dal lontano 1968.