Probabilmente è stata la grande sorpresa della scorsa Premier League, onorando la sua centenaria storia e la tradizione che la vuole nelle alte piazze del massimo campionato inglese. Probabilmente però il quinto posto era del tutto inaspettato a Goodison Park e forse proprio per questo ha avuto un sapore molto più piacevole. Pochissimi ci avrebbero scommesso anche solo un penny, soprattutto nel primo anno del post-Moyes, il cui regno è durato ben 11 anni. Nessuno avrebbe pensato addirittura al record di punti della squadra dalla fondazione della Premier League: 72, frutto di 21 vittorie, 9 pareggi ed 8 sconfitte. Merito di una squadra compatta e ben costruita, uscita fuori col tempo ed ottimamente guidata da Roberto Martinez, quattordicesimo manager nella storia dei “Toffees” che evidentemente, in quanto a coach, hanno l’occhio lungo da più di un secolo.



LA STAGIONE PASSATA:

Una sorpresa, come detto, il quinto posto dell’Everton nella scorsa Premier League. Piazzamento che suona addirittura amaro considerando il quarto posto mantenuto fino al mese di Marzo prima di cederlo all’Arsenal di Wenger in rimonta , capace di chiudere con 7 punti in più. Una leggera caduta nel finale di stagione che si concretizza più palesemente nella sconfitta in semifinale di FA Cup ancora contro i Gunners per ben 4-1 all’Emirates.

In Capital One Cup l’avventura è stata decisamente meno emozionante, terminata al secondo turno contro il Fulham, a fine stagione retrocesso in Championship, nella sconfitta per 2-1 a Craven Cottage. Stagione tuttavia esaltante in campo ed in statistica facendo registrare la terza miglior difesa della Premier League con 39 reti al passivo e vincendo 21 delle 38 partite, superando il 50% che, nella maggior parte dei casi, è indice di piazzamento in zona Europa. Goodison Park si conferma stadio caldo e temuto dove, tra le grandi, solo i Citizens in piena corsa scudetto sono usciti vittoriosi (2-3) distinguendosi dalle altre big quali Chelsea (1-0), Manchester United (2-0), Arsenal (3-0) e Liverpool (3-3).

IL MERCATO:

Nonostante la grande stagione compiuta la campagna acquisti estiva non è mai decollata nella sponda blu di Liverpool e non ha portato volti nuovi alla rosa. Si tratta di un mercato basato principalmente su rinnovi e riconferme di pedine fondamentali nella scacchiera tattica di Martinez. L’unico volto nuovo è Besic, bosniaco classe 1992, prelevato dalla storica formazione magiara del Ferencvaros. Il secondo ed ultimo acquisto, sicuramente il più importante per spessore e cifre è quello di Romelo Lukaku, 28 milioni di sterline (circa 35 milioni di euro) ed acquisto più costoso nella storia del club; per lui un quinquennale. Tanti invece i rinnovi a lungo periodo, un quadriennale per il giovane talento Ross Barkley, dallo straordinario potenziale già in parte espresso, quinquennale per Coleman e Stones, tre anni di rinnovo per Barry e due per Hibbert. Confermata l’intelaiatura della squadra dunque, sebbene in uscita si sia registrata l’uscita di “Gerry” Deulofeu, tornato al Barcellona dal prestito, lui predestinato blaugrana che non ha esitato a tornare alla squadra dove ha giocatore, seppur solo nelle giovanili, da quando ha 9 anni. Non esattamente il mercato che Martinez si aspettava, desideroso, come sperava in Marzo, di puntellare la rosa con 5-6 innesti. Vero è che mancano ancora venti giorni, ma i 25 milioni disponibili sono stati interamente investiti per il bomber belga. Giusto o sbagliato?

LA ROSA:

A pensarci bene probabilmente ne è valsa la pena. Giocatori come Lukaku non passano spesso e vanno presi a tutti i costi, specie in campionati dove il bomber di razza serve come il pane. Fatto sta che la rosa rimane un po’ stretta in vista degli impegni di Europa League e questo potrebbe sicuramente essere un punto dolente per la prossima stagione. Se infatti è vero che confermarsi è molto più difficile che affermarsi, il non aver aggiunto volti nuovi alla squadra potrebbe rendere più vulnerabile e prevedibile il gioco dell’Everton. D’altro canto però vale anche l’opposto: una squadra solida della quale si mantiene l’ossatura potrebbe, con alcuni accorgimenti tattici e variazioni nella costruzione dell’azione e nello stile di manovra, diventare un ostacolo ostico per compattezza e mimeticità durante le partite. Non a caso la squadra ha impressionato nella scorsa stagione per la sua concretezza e la sua tenuta psico-fisica, mista ad una rosa ad alto tasso tecnico con giocatori come Coleman, Baines, Barkley, Mirallas e Lukaku. Ma, senza sprofondare in ulteriori speculazioni, sarà il campo a parlare. Molti precedenti di squadre poco variate un anno con l’altro non sono tuttavia esattamente propizi, ma ci auguriamo un futuro in contrasto con la tradizione.

FORMAZIONE TIPO:

Il 4-2-3-1 è il modulo principale adottato da Martinez nella scorsa stagione e, giocoforza, non verrà sicuramente ritoccato viste le poche variazioni alla rosa. La formazione somiglierà quindi a quella dell’anno scorso, con la sola assenza di Deulofeu, a sua volta rimpiazzato da Pienaar o Oviedo. A centrocampo i titolari dovrebbero rimanere Barry e McCarthy, per il quale Martinez nutre profonda ammirazione avendolo avuto anche al Wigan. DDa valutare il reale spazio di Besic nella zona centrale, comunque in staffetta con Alcaraz, all’occorrenza anche centrale di difesa, e Gibson. Confermata la linea arretrata con Baines e Coleman sulle corsie laterali e Jagielka e Distin coppia centrale.

IL MANAGER:

Roberto Martinez è forse uno dei manager tatticamente meglio preparati dell’intera Premier League. Poco vicino alla mentalità corrente di giocare con un solo modulo risulta molto duttile tatticamente nel corso della sua carriera riuscendo prima allo Swansea, poi al Wigan ed ora all’Everton a costruire squadre solide ed a disputare straordinarie stagioni. La promozione con uno Swansea quasi al collasso finanziario, comprato ad una sterlina (si, esatto, una sterlina) pochi anni prima dai tifosi e trionfante in League 1 nel 2008, la promozione in Premier e le salvezze con il “suo” Wigan, sette stagioni da calciatore nel sobborgo della Greater Manchester per lo spagnolo, e la Coppa d’Inghilterra vinta a Wembley contro il City nella stagione in cui la retrocessione - purtroppo - è arrivata. Mai una stagione da reale sconfitto nella sua carriera. Decisamente non da poco visto anche il calcio di qualità che le sue squadre son sempre riuscite ad esprimere, anche se spesso tecnicamente non all’altezza. Ama le sfide e le vince, la scorsa stagione deve averlo fatto capire bene. I presupposti per la nuova stagione sono quelli di una nuova sfida, difficile da vincere ma sicuro di affrontarla.

LE ASPETTATIVE:

La sfida di Martinez e dell’Everton è quella di riabbracciare la Champions League, sebbene molte squadre, le big, sembrino molto meglio attrezzate dal punto di vista tecnico, soprattutto grazie alla loro disponibilità finanziaria, incomparabile a quella delle casse dei Toffees. Un piazzamento in Europa League sarebbe anch'esso una vittoria, questo Martinez lo sa, ma non ci si può concentrare solo sul campionato. C’è una competizione europea da affrontare, una FA Cup da vivere e per la quale combattere ed una Capital One Cup dove non sfigurare.
Ma in fondo, lui e l’Everton, non hanno mai sfigurato.