Preview Premier League, ep.16: l'Arsenal

La scorsa annata è stata l'uscita dal tunnel della sconfitta per Wenger ed i Gunners: finalmente è arrivato un trofeo. Adesso si punta a qualcosa in più che il solito 4° posto

Preview Premier League, ep.16: l'Arsenal
Giroud, Ozil e Santi Cazorla con il kit 2014/15 dell'Arsenal
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Di Antonello Angelillo

Wenger ha riaperto il portafoglio portando all'Emirates giocatori importanti e giovani promesse: dopo aver conquistato la FA Cup a maggio, riuscirà a continuare a vincere?

Interrompere il digiuno è stata la liberazione, continuare sulla stessa strada è la nuova sfida, più difficile. Questa è la missione dell'Arsenal per la prossima stagione: fare il definitivo salto di qualità senza perdere giocatori importanti. Quel gol di Ramsey a Wembley, a maggio, ha tolto il gorilla dalla spalla di Wenger, che non portava all'Emirates un trofeo da nove anni, quando i Gunners giocavano ancora ad Highbury: adesso bisogna ripetersi, e migliorarsi. Gli elementi ci sono tutti: un attacco che con Sanchez girerà ancora meglio di prima, un centrocampo più maturo, un portiere che sembra trovar sempre più sicurezza. E la difesa? Meglio degli altri anni, anche se un rinforzo in più sembra necessario, vista anche la situazione incerta di Vermaelen. Per ora il bilancio dice che il manager alsaziano ha sborsato circa 80 milioni, ma potrebbe non essere finito qui il mercato. Insomma, Gunners più agguerriti che mai.

EVITARE GLI INFORTUNI: MISSIONE POSSIBILE?

L'arrivo di Sanchez ha portato nuova linfa all'attacco dei Gunners, oltre che un'alternativa credibile a Giroud nel ruolo di prima punta, vista la netta bocciatura di Bendtner e la mancata esplosione di Sanogo. Il cileno sarà però impiegato prevalentemente nei tre alle spalle della punta, che sarà ovviamente il confermatissimo ex-Montpellier. La scorsa stagione l'attacco dei Gunners è dipeso molto dai suoi gol, ma hanno avuto un ruolo fondamentale Ozil e Ramsey, con le reti ed i loro assist. I loro infortuni hanno però messo nei guai gli uomini di Wenger, che tra gennaio e marzo hanno attraversato un periodo difficilissimo, perdendo 15 punti nei confronti di Chelsea, Liverpool e Manchester City. L'Arsenal aveva chiuso il 2013 in testa alla classifica e si è ritrovato a fine campionato al solito obiettivo minimo, il quarto posto, anche se la stagione è stata salvata dalla FA Cup conquistata a Wembley. Alla sfortuna del gallese e del tedesco, si sono aggiunte le condizioni fisiche non ottimali di Wilshere e Gibbs, l'infortunio ai legamenti di Walcott, le assenze di Chamberlain e Arteta... Insomma, una lista troppo, troppo lunga. Il preparatore atletico dell'Arsenal è conosciuto soprattutto a causa del suo mancamento nella partita contro l'Italia, e troppo poco per l'inefficacia del suo lavoro, visti i risultati. Sfortuna? Anche, ma quando l'allenatore è costretto a schierare gli stessi undici giocatori per più di un mese, la colpa non è solo della sorte.

LE NOVITÀ: UNA FASCIA DESTRA TUTTA NUOVA:

Come già detto, la spesa di Wenger è stata decisamente di qualità. L'acquisto più importante è stato Alexis Sanchez, strappato al Barcellona (e alla Juventus) per una cifra vicina ai 40 milioni di euro. Uomo perfetto per gli schemi del francese: rapidità, ottimi piedi, tantissima qualità e duttilità. Il cileno sarà utilizzato perlopiù sulla destra, ma potrebbe giocare senza problemi anche a sinistra, e anche come punta centrale, ruolo che ha ricoperto a Udine, insieme a Di Natale. Nell'era post-Henry, Sanchez è il secondo giocatore più pagato dall'Arsenal, dopo i 50 milioni per Özil di 12 mesi fa. Ovviamente le aspettative sono altissime, ma Wenger sa bene come togliere la pressione dai propri giocatori: la squadra prima di tutto.

Alexis Sanchez

"Dipendiamo da tutti, non da uno solo" è la filosofia del manager alsaziano, pastore del bel gioco e del "passing and progressive football", come viene definito oltremanica. Cambiamento radicale sulla fascia destra dicevamo, anche in difesa: fuori Sagna e Jenkinson, dentro Debuchy e Chambers. Il francese, acquistato dal Newcastle per 15 milioni ha raggiunto finalmente un grande club, dopo tante voci e altrettanti dubbi: lo scorso anno sembrava vicinissimo al Real Madrid, ma alla fine è finito a Newcastle, dove ha avuto il primo approccio con la Premier League, dopo esser cresciuto e salito alla ribalta con la casacca del Lille. Terzino di spinta costante, ha sorpassato anche Sagna, passato a parametro zero al Manchester City, nelle gerarchie di Deschamps in Nazionale francese, grazie alla sua corsa e alla sua capacità di chiusura in difesa. Il suo vice sarà Chambers, acquistato per circa 20 milioni dal Southampton: tanti, per un ragazzo

David Ospina

di 19 anni, ma il suo futuro sembra radioso. Al primo anno in Premier League si è conquistato la maglia di titolare sulla fascia destra, a scapito di Clyne, mostrando grande resistenza, ma riuscendo anche a tenere difensivamente, nonostante nelle giovanili fosse utilizzato più spesso a centrocampo, presidiando sempre comunque la fascia destra. Ha preso il posto di Carl Jenkinson, passato in prestito al West Ham, per continuare il suo processo di crescita.

Wenger ha sistemato anche la questione portiere: dopo la cessione a parametro zero dell'eroe di coppa Fabianski allo Swansea e la scadenza del prestito di Viviano, è arrivato Ospina, portiere colombiano che si è messo in luce al mondiale con la sua Nazionale. Sarà, almeno inizialmente, il vice-Szczesny e portiere di coppa, ma attenzione alle sorprese, anche se il posto da titolare sembra saldamente del polacco. Tra le altre cessioni, Eisfeld è passato al Fulham, mentre Wellington Silva ha firmato per l'Almeria: prestito annuale per lui. Andato in scadenza invece Nicklas Bendtner, ancora attualmente in cerca di una squadra.

LA FORMAZIONE TIPO:

Wenger ha a disposizione tantissimi uomini, così da poter variare spesso il proprio 4-2-3-1, modulo intoccabile per l'allenatore Alsaziano. Tra i pali sicurezza Szczesny, con Ospina prima alternativa; in difesa sulle fasce partono Debuchy e Gibbs, con Chambers e Nacho Monreal inizialmente in panchina; coppia di centrali solida con Koscielny e Mertesacker, con Vermaelen, se non dovesse esser ceduto, pronto a subentrare. Tanta scelta a centrocampo, dove i titolari sono Ramsey e Wilshere, i più duttili, preferibili a specialisti come Arteta e Flamini, o a Diaby, che però non garantisce continuità per colpa dei problemi fisici. Il reparto offensivo è sicuramente il più ricco di talento: Sanchez e Ozil sono gli intoccabili, con il primo che può giocare sia da ala destra che da prima punta, mentre il secondo è il direttore d'orchestra che sta in mezzo al campo. A seconda della posizione del cileno, troverà spazio uno tra Walcott e Giroud, mentre sulla sinistra si giocano il posto Cazorla, il favorito, e Chamberlain, che però può giocare praticamente ovunque, anche in mediana se necessario. Altre alternative validissime sono Podolski, Campbell, Sanogo e Gnabry. Insomma, una rosa parecchio ampia, e Wenger potrà far girare tantissimi uomini.

LA SCORSA STAGIONE:

Partenza deludente anzichè no: la stagione dei Gunners è cominciata con una sconfitta casalinga per 3-1 contro l'Aston Villa. Da lì in poi è cambiato tutto, anche grazie all'arrivo di Ozil: primi in classifica a fine dicembre, con cinque punti di vantaggio sulle inseguitrici. Poi il nuovo crollo, coincidente con gli infortuni del Mago di Oz e Ramsey: eliminazione dalla Champions League e caduta libera in campionato. A salvare la stagione ci ha pensato per fortuna la FA Cup, che ha regalato ai Gunners un trofeo che mancava dal 2005, anno in cui vinsero proprio la coppa nazionale, quell'anno a spese del Chelsea. Questa volta è stato l'Hull City a cadere al cospetto della banda di Wenger, dopo una partita bellissima, decisa dal solito Aaron Ramsey ai supplementari: 3-2 e trofeo nella bacheca dell'Emirates. In campionato è arrivato il solito quarto posto, obiettivo minimo che permetterà all'Arsenal di disputare la diciottesima Champions League consecutiva: da quando Wenger è seduto sulla panchina dell'Emirates (e prima ancora di Highbury), i Gunners non hanno mai mancato di partecipare alla maggior competizione europea per club. Quest'anno l'eliminazione è arrivata per mano del Bayern Monaco, agli ottavi di finale: all'andata finisce 2-0 per i tedeschi, in una partita rocambolesca in cui Ozil sbagliò un rigore al 10° e, venti minuti dopo, sbaglia anche Alaba, dopo l'espulsione di Szczesny. Le reti di Kroos e Muller nella ripresa condannano i Gunners, che all'Allianz riescono a strappare un 1-1 insufficiente per raggiungere i quarti.

Stesso discorso per la Capital One Cup, dove è stato il Chelsea a giustiziare la squadra di Wenger, che alla fine ha comunque raggiunto l'obiettivo: vincere un trofeo.

L'ALLENATORE:

1 ottobre 1996. Data storica per l'Arsenal, perchè fu il giorno in cui Arsene Wenger prese le redini della squadra. Nativo di Strasburgo, il manager dell'Arsenal ha un passato poco conosciuto come calciatore, in cui però riuscì a conquistare un campionato francese, nel 1979, con la maglia proprio dello Strasburgo, prima di diventare, solo due anni dopo, allenatore nelle giovanili della squadra dell'Alsazia. Nel 1987, dopo una stagione di basso livello con il Nancy, divenne allenatore del Monaco: con la squadra del principato vinse al primo anno il campionato, e tre anni dopo la coppa di Francia, prima di venir esonerato nel 1994 dopo un pessimo inizio di campionato. La sua esperienza ha comunque lasciato il segno, soprattutto nei giocatori: George Weah, quando nel 1995 vinse il FIFA World Player, ringraziò pubblicamente Wenger, specificando come senza di lui probabilmente non si sarebbe trovato così in alto. Dopo l'esonero l'alsaziano volò in Giappone, a Nagoya, dove vinse la Coppa dell'Imperatore e chiuse il campionato al secondo posto.

E torniamo così alla fatidica data: David Dein, vice-presidente dell'Arsenal, lo scelse come sostituto di Bruce Rioch, sfruttando l'amicizia che già esisteva dal 1988, quando i due si incontrarono a una partita dei Gunners. Il 12 ottobre 1996 Wenger esordì, vincendo per 2-0 contro il Blackburn, ma chiuse la stagione al primo posto. Al secondo anno arrivò addirittura il double, con Premier League e FA Cup. La storia si ripeterà quattro anni dopo, ma fu la stagione 2003-2004 a essere storica, quella degli invincibili. 26 vittorie e 12 pareggi, per un totale di 90 punti in 38 partite, e campionato vinto senza nemmeno perdere una partita: un record per la Premier League, che difficilmente verrà battuto. Curioso fu come Wenger a inizio stagione disse "possiamo vincere il campionato senza mai perdere", e fu deriso da buona parte della stampa. L'anno dopo arriverà un'altra FA Cup, e fu l'ultima prima del digiuno, in cui le critiche non sono mai mancate. Nel 2006 venne sconfitto in finale di Champions League dal Barcellona per 2-1, e non riuscì più a vincere fino a questo maggio. Nonostante questo digiuno, la maggior parte dei tifosi ha sempre dichiarato di esser dalla sua parte, specialmente per l'ottimo calcio palla a terra che esprime l'Arsenal, e soprattutto perchè ha scritto, e sta scrivendo, la storia dei Gunners.

Il 22 marzo ha raggiunto le 1000 panchine, e questa stagione vuole, e può, portare la sua squadra sul tetto d'Inghilterra, dopo 11 anni di digiuno. Wenger ha una particolare predisposizione per la crescita dei giovani: raramente una promessa viene delusa con lui. Ramsey, Wilshere, Walcott, Chamberlain, Fabregas, Vieira, lo stesso Weah, Van Persie e tantissimi altri sono diventati, o diventeranno, dei giocatori di livello mondiale sotto la sua guida, sempre attenta e pronta a correggere gli errori. La precisione prima di tutto.

L'Arsenal durante la premiazione per la vittoria dell'FA Cup

PALLA A TERRA E FARLA GIRARE :

Come avevamo detto, "passing and progressive football". Questo il gioco di Wenger, che cerca sempre di fare calcio, esprimere qualità con il palleggio, anche in orizzontale se necessario, e sfruttando le fasce e gli inserimenti dei centrocampisti. Un calcio completo, quasi totale. Sì, quasi, perchè troppo spesso l'allenatore alsaziano tende a trascurare la fase difensiva, che negli ultimi anni ha dato enormi grattacapi ai Gunners. Troppe disattenzioni che vanno ad annullare tutto il buono creato in attacco, anche se forse si sta trovando la quadratura del cerchio definitiva all'Emirates, con Koscielny e Mertesacker. In ogni caso, il gioco dell'Arsenal è riconosciuto come uno dei migliori al mondo, anche se, almeno ultimamente, è stato poco, pochissimo vincente. La squadra prima di tutto, ma grazie ai fuoriclasse si vincono le partite importanti. Wenger sembra aver assemblato finalmente tutti i pezzi per completare il puzzle, manca solo il tassello finale: il definitivo ritorno nell'élite del calcio mondiale. Arriverà? Forse, ma le probabilità sembrano aumentare di giorno in giorno.

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About the author
Antonello Angelillo
Giornalista di calcio e basket NBA. Adoro scrivere di moduli, giocatori, cambi e tabellini in generale. Amante del calcio inglese, dell'Inter e simpatizzante del Real Madrid.