Preview Premier League, ep.17: Manchester United

Dopo la peggior stagione degli ultimi 25 anni, i Red Devils cercano il riscatto sotto la guida di Van Gaal: la ricostruzione parte dal mercato.

Preview Premier League, ep.17: Manchester United
Preview Premier League, ep.17: Manchester United
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Di VAVEL

La rivoluzione è finalmente arrivata per i tifosi del Manchester United. Dopo una stagione di transizione caratterizzata dallo choc del ritiro di Sir Alex Ferguson, che mai Moyes avrebbe potuto rimpiazzare, l’arrivo del guru Van Gaal porta idee nuove e nuovamente un manager dal polso fermo a guidare lo spogliatoio per tornare tra le Fab Four.

LA SCORSA STAGIONE

L’annata dei Red Devils si apre con la vittoria per 2-0 del Community Shield, eredità del titolo vinto l’anno precedente da Sir Alex. La campagna dello United in Premier League però si può riassumere in una sola parola: delusione, quanto meno per gli standard ai quali i Red Devils ci avevano abituato (6 campionati vinti tra 2002-03 e 2012-13). Gli uomini di Moyes non riescono mai ad avvicinare la tanto amata lotta per il primo posto a causa di un rendimento decisamente al di sotto delle aspettative negli scontri diretti: 0 punti contro City, Liverpool ed Everton, 1 solo contro Chelsea e Tottenham, 4 contro l’Arsenal (unica big alla quale Rooney e co. sono riusciti a tenere testa). In questi 12 scontri diretti la miseria di 6 gol fatti per ben 21 subiti e quindi solo 6 punticini raccolti, la squadra resta per tutta la stagione a bagnomaria ad un passo dall’Europa League e chiude al settimo posto fuori da tutto.

La FA Cup finisce al 90esimo della partita in cui lo United entra in gioco con il gol partita di Bony che regala allo Swansea la sua prima vittoria di sempre all’Old Trafford. Diverso il percorso in Coppa di Lega dove la squadra raggiunge la semifinale ma viene piegata ai rigori nel ritorno del confronto con il Sunderland.

Gli unici sorrisi della stagione arrivano dalla Champions League. Il Manchester passeggia in un girone che doveva rivelarsi ostico almeno sulla carta vista la presenza di Bayer Leverkusen, Shaktar Donetsk e Real Sociedad. Ma le cose non potevano andare lisce per troppo a lungo, infatti nell’andata degli ottavi la compagine di Moyes collassa ad Atene subendo un duro 2-0 dall’Olympiakos. È un colpo durissimo, i Diavoli hanno bisogno di un mezzo miracolo nella partita di ritorno (fra l’altro pochi giorni dopo il sonante 3-0 subito dal Liverpool) che però puntualmente arriva con la “resurrezione” di Van Persie autore di una decisiva tripletta dopo più di un mese a secco.

Nei quarti di finale il Manchester se la vede con i campioni in carica del Bayern Monaco e nonostante un promettente pareggio casalingo nel primo dei due confronti ed il gol del vantaggio di Evra all’Allianz Arena i bavaresi chiudono la pratica nel giro di 20 minuti con Mandzukic, Muller e Robben. Fuori anche dall’Europa quindi e Moyes che poche settimane dopo (in seguito alla seconda sconfitta contro il “suo” Everton) sarebbe stato esonerato, sostituito da Giggs nel doppio ruolo di giocatore e traghettatore fino a Maggio.

CAMPAGNA ACQUISTI

Endless pockets, questo lo state of mind dei Glazer per poter affidare a Van Gaal la miglior squadra possibile. Quest’estate infatti lo United è praticamente su tutti migliori giocatori sul mercato ed il tecnico olandese ha un portafoglio quasi senza limiti per poter assemblare la rosa come meglio crede.

Per adesso gli unici arrivi ufficiali sono quelli di Luke Shaw (per 35 milioni di euro) e Ander Herrera (circa 40), colpi utili al 3-5-2 ma forse esagerati nel prezzo. Dal lato partenze hanno lasciato l’Old Trafford Vidic, Ferdinand e Evra che insieme al ritiro di Giggs lasciano un vuoto di esperienza nello spogliatoio. Inoltre Van Gaal ha apertamente messo sul mercato sette giocatori che non rientrano nei suoi piani: Marouane Fellaini, Nani, Anderson, Javier Hernandez, Rafael, Wilfried Zaha et Will Keane.

La differenza con la passata campagna acquisti è che in questa nessuno sembra voler snobbare lo United, come accadde con Fabregas, Baines, Coentrao e Khedira, e soprattutto pare esserci una strategia dietro ognuno degli obbiettivi estivi. Vidal sarebbe fondamentale per la mediana, Cuadrado sarebbe probabilmente il migliore al mondo nel ruolo di tornante destro, Blind è il jolly che Van Gaal apprezza di più, Benatia un difensore più che necessario. Vedremo quanti indosseranno la casacca dei Red Devils a fine Agosto.

PUNTO DI FORZA E PUNTO DEBOLE

Al contrario dello scorso anno il punto di forza del Manchester United sarà l’allenatore, Van Gaal un manager dalle idee chiare e che non ha paura di prendere il posto occupato da più di 25 anni da un mostro sacro come Ferguson. Inoltre la coppia Van Persie - Rooney (quando entrambi al massimo della forma) è una delle meglio assortite del campionato. Altro aspetto "positivo" sarà il fatto di potersi concentrare solo sulla Premier vista la programmata assenza dal calcio europeo questa stagione. C'era incertezza su come la squadra potesse abbracciare in poco tempo una nuova filosofia di gioco ma per quanto dimostato finor nel più che soddisfacente precampionato la rosa sembra aver assorbito bene le consegne del suo nuovo allenatore grazie ad un precampionato perfetto. Il punto debole resta la difesa: ad oggi un trio formato da Jones-Evans-Smalling non può certo fare dormire sogni tranquilli.

L’ALLENATORE

Aloysius Paulus Maria "Louis" van Gaal, nato l’8 Agosto del 1951. professione santone. Quattordici titoli nazionali tra AZ, Ajax, Barcellona e Bayern Monaco. Una Champions League, una Coppa Uefa, una Supercoppa UEFA (la seconda con il Barcellona) ed una Coppa Intercontinentale alla guida di uno degli Ajax più forti di sempre: questo il curriculum dell’allenatore olandese, senza dimenticare il terzo posto conquistato con la Nazionale ai recenti mondiali brasiliani.

Van Gaal è un allenatore che si sa adattare agli uomini che ha in squadra e che riesce sempre a tirare fuori il meglio da ognuno di loro. Suo altro pregio è saper "reinventare" i giocatori a sua disposizione. Nel corso degli anni lui stesso ha saputo cambiare ed è passato dal 3-4-3 "totale" del suo Ajax pigliatutto ad un 4-4-2 offensivo al Barcellona, dal 4-2-3-1 tedesco fino al 3-5-2 dei recenti mondiali.

COME GIOCHERÀ?

Il Manchester United si schiererà con il 3-5-2 visto in azione con la Nazionale olandese. In porta sempre De Gea, davanti a lui Jones-Evans-Smalling…un trio che per ora fa venire i brividi. Sugli esterni agiranno il nuovo acquisto Shaw e Valencia, convincente nel precampionato. La mediana formata da Herrera, Mata (nel ruolo che in Brasile fu di Sneijder) ed uno tra Fletcher e Carrick ha bisogno, come la difesa, di rinforzi. Davanti il neo capitano Rooney e Van Persie dovrebbero formare un duo inarrestabile. Molti i giocatori in esubero, molti i giocatori che dovrebbero arrivare (in primis, pare, Arturo Vidal) però potrebbero rivoluzionare l’assetto per quanto riguarda i suoi interpreti ma non i ruoli.

Come nell'Olanda vista in Brasile i due tornanti avranno il doppio compito di spingere e difendere a tutto campo, il trio difensivo vedrà nella persona di Evans (o forse Benatia?) il "libero" pronto a dirigere ogni mossa dei due compagni mentre il mediano "di rottura" sarà pronto a rimediare ad ogni eventuale carenza nella fase difensiva. Mata avrà il compito di collegare centrocampo e attacco mentre Herrera (o Vidal?) dovrà portare sia qualità sia quantità, davanti Van Persie e Rooney avranno praticamente carta bianca per terrorizzare le difese di Premier League.

LE ASPETTATIVE

I tifosi dei Red Devils non sono abituati a perdere e soprattutto non sono più abituati ad una stagione senza Champions League. Sicuramente il desiderio di ognuno di loro sarebbe di togliere agli odiati cugini il titolo. C’è da dire però che portare a termine tale impresa non sarà per nulla facile, tutte le rivali si sono attrezzate a competere per la vittoria finale e Van Gaal avrà bisogno di rodare la sua squadra prima che essa possa essere efficace. Una stagione senza aspettative potrebbe essere quanto di più salutare, ma si sa “At Manchester United we strive for perfection and if we fail, we might just have to settle for excellence” (Sir Matt Busby).