Se ne va, Mario. Se ne va dal Milan dopo una, tutto sommato, mediocere esperienza dopo quella positiva al Manchester City. Si porta dietro i suoi dilemmi esistenziali, le sue perturbazioni interne, le sue irruzioni sui social networtk. Lascia l'Italia e riparte, ancora una volta, dall'Inghilterra, come aveva fatto nel 2010 quando aveva lasciato l'Inter.

Va al Liverpool, società tornata accattivante dopo le mirabilie della scorsa Premier, meta sexy per i giovani in rampa di lancio. Lì c'è un bel progetto con crack del calibro di Coutinho, Sturridge e Sterling e nuovi arrivi dal piede caldo come Lallana, Emre Can, Markovic. 20 milioni sembra la cifra sul piatto. Esulando dalla questione "Balotelli vale realmente 20 milioni?" ci spostiamo su un altro quesito: Balotelli giocherà a Liverpool?

La domanda è bella tosta. Balotelli nasce e cresce come seconda punta fra Inter e Manchester City. Al Milan viene "costretto" ad evolversi in centravanti. Il che frutta la bellezza di 12 reti in 13 gare nella seconda parte di stagione 2012-13. La realtà è però che quei gol sono il prodotto di un'eccessiva attenzione degli avversari al fenomeno della prima parte di stagione 2012-13, El Shaarawy, e di tanti rigori. Mario ne giova ma da quando, dalla stagione dopo, diventa primo bersaglio dei difensori, subisce una bruttissima involuzione.

Da risolvi partite qual era si incupisce e diventa il più solitario e svogliato dei centravanti che un gioco può produrre. I suoi tentativi di recuperare palla tornando nella propria metà campo sono rari e più che altro dettati non dalla voglia di fare ma dal senso del dovere. Il suo sorriso diventa stabilmente broncio. L'apatia verso il ruolo di centravanti di una squadra che subìsce solamente come il Milan dell'anno scorso è evidente ed insopportabile. Mario centravanti non è ma, tant'è, a Berlusconi piace lì, dove può sfruttare lo scatto bruciante in area di rigore.

Con l'Italia Mondiale convince poco, anzi per nulla. Vive la pre-season milanista non come superstar attorno alla quale ruota tutto. L'orbita Milan, sfiduciata dalle delusioni del #45, non ruota più attorno a lui. Non deve però aspettarsi che quella Liverpool faccia diversamente. I Reds non sono quel tipo società che dipende da un singolo calciatore, dai suoi comportamente e dai suoi alti e bassi. L'hanno dimostrato con Suarez, senza dubbio il giocatore più forte che sia passato da Anfield negli ultimi 10-15 anni, ceduto senza piagnisteo alcuno.

Balotelli a Liverpool tornerà ad essere, come era a Manchester, uno dei tanti. Come punte, ad Anfield Road, ci sono già Rickie Lambert, Daniel Sturridge e Raheem Sterling. Questo se teniamo conto che Rodgers ha fatto partire la stagione 2014/15 sotto il segno del 4-3-1-2. Si deve leggere quindi sotto questa chiave di lettura l'acquisto di Balotelli: la quarta ed ultima punta che completa il mosaico del 4-3-1-2. In tal caso Mario, si giocherebbe il posto con Sterling ma il golden-boy parte con molto vantaggio: più maturo di Balotelli nonostante i 4 anni in meno, più congeniale ad essere il partner di Sturridge, più propenso alla fase difensiva, più inserito nella realtà inglese e Reds. Insomma, più tutto. Mario dovrà sudarsi a denti stretti il posto da titolare. Sturridge è inamovibile quindi la soluzione principale pare questa: Sterling-Sturridge coppia titolare, Balotelli a fare apprendistato e bagni di umiltà fra panchine e correzioni tecnico-tattiche-comportamentali firmate Rodgers. Da tener conto della della Capital One Cup e della FA Cup però, competizioni che si trasformeranno in veri e propri banchi di prova per Balotelli.

Più spazio ci sarà senz'altro - per l'attaccante italiano - in Champions League. Come molto più spazio potrebbe essergli riservato in caso di 4-2-3-1. Con quest'altro tipo di sistema si passa sostanzialmente dall'avere una mediana composta da tre giocatori ad una formazione che comprenda due ali ed un trequartista. Ipotizziamo: Coutinho trequartista centrale, Sterling largo a destra ed a sinistra Balotelli con Lallana ad insidiare sia lui che Coutinho e Lazar Markovic riserva di Sterling. Questo, ricordiamo, è un assetto spregiudicato e tutto fuorché rodato e probabile. Meno avventato potrebbe essere invece un 4-3-3 che veda gli stessi interpreti del 4-2-3-1 ma con Coutinho pronto ad arretrare il suo raggio d'azione e diventare mezz'ala come fece l'anno scorso.

In parole povere: da punta del 4-3-1-2 Balo avrebbe la concorrenza di Sterling in prima battuta e di Lambert in seconda. Da esterno di sinistra, il suo ruolo naturale, lì dove può ritrovarsi, i suoi avversari per una maglia sarebbero Lallana, Lazar Markovic e Sterling (tutti abili a giocare su entrambe le fasce). Da non sottovalutare la variante Origi: l'attaccante belga che in Brasile ha fatto innamorare svariati osservatori se l'è accaparrato proprio Rodgers che, tuttavia, intuendo che la concorrenza agguerrita avrebbe rischiato di bruciare il giovane, ha preferito lasciarlo un altro anno a Lilla?

L'investimento di Balotelli, se confermato, cozzerebbe con quello di Origi, che - ripetiamo - l'anno prossimo va a Liverpool per fare la prima alternativa al centravanti o su di lì. Ciò vuol dire forse che la dirigenza Reds sta valutando la cessione di Sturridge l'estate prossima? Di cessioni certe e sicure, con l'arrivo di Balotelli, ne spuntano parecchie: lo spazio, già ai minimi termini, per Suso, Borini, Ibe e Assaidi, diviene nullo e le loro partenze sembrano scontate.

Mario Balotelli non arriva a Liverpool per raccogliere l'eredità di Suarez, no, scordatevelo. Il posto da titolare devi sudartelo il triplo qui Oltremanica, rispetto all'Italia, dove il livello tecnico irrisorio ha promosso Balo nonostante lacune evidenti. Il talento, lo sappiamo, c'è. Potenzialmente potrebbe formare con Sturridge una delle coppie più forti - se non la più forte - del mondo.