CHELSEA – LEICESTER 2-0 (63’ Diego Costa, 77’ Hazard)

Chelsea (4-2-3-1) : Courtois; Ivanovic, Cahill, Terry, Azpilicueta; Fabregas, Matic; Schürrle (64’ Ramires), Oscar (69’ Willian), Hazard; Diego Costa (80’ Drogba). ALL.: Mourinho.

Leicester (4-4-2) : Schmeichel; De Laet, Morgan, Moore, Konchesky; Mahrez (68’ Albrighton), King, Hammond (72’ Taylor-Fletcher), Schlupp; Nugent, Ulloa (84’ Wood). ALL.: Pearson.

Squadra che vince non si tocca, per questo il Chelsea di Mourinho si presenta alla prima stagionale in casa con la stessa squadra che settimana scorsa ha battuto (di rimonta) il Burnley. Costretto a cambiare invece Pearson dall’infortunio di Drinkwater, al suo posto Hammond, e dalla buona forma di Schlupp che prende il posto di Knockaert. Primo tempo di studio in cui è il Leicester a convincere di più grazie alle occasioni di Ulloa, Mahrez e proprio Schlupp, un po’ sottotono ed a volte confuso in fase offensiva invece il Chelsea che recrimina per un contatto su Diego Costa in area ma nulla più. Nella ripresa le cose cambiano radicalmente con i Blues riversati in avanti e tambureggianti ma che per più di un quarto d’ora si abbattono sul muro alzato da uno strepitoso Schmeichel (decisivo sul colpo di testa di Ivanovic e sullo scavetto tentato da Fabregas) e sulla sfortuna (palo clamoroso di Oscar), i londinesi rischiano addirittura di passare in svantaggio ma Courtois giustifica la sua titolarità ipnotizzando Nugent nell’uno contro uno. Poco dopo l’ora di gioco arriva finalmente il gol partita firmato Diego Costa, alla seconda realizzazione in due partite, dopo una mischia in area. E con il gol si sfalda il Leicester che al 77° subisce anche il raddoppio firmato Eden Hazard, che fino a quel momento era andato a fasi alterne, con un destro chirurgico a chiudere il suo tipico movimento a rientrare dalla fascia mancina. C’è tempo anche per applaudire il ritorno del Re Leone Drogba che riceve una meritata standing ovation quando prende il posto di Diego Costa.

CRYSTAL PALACE – WEST HAM 1-3 (48’ Chamakh - 34’ Zarate, 37’ Downing, 62’ Cole)

Crystal Palace (4-4-1-1) : Speroni; Kelly, Hangeland, Delaney, Ward; Bannan (71’ Williams), Jedinak, O’Keefe (83’ Murray), Bolasie, Chamakh; Campbell (70’ Gayle). ALL.: Millen.

West Ham (4-2-3-1) : Adrian; O’Brien, Tomkins, Reid, Cresswell; Noble, Kouyaté; Downing (90’ Diamé), Zarate (83’ Poyet), Vaz Té; Cole (68’ Sakho). ALL.: Allardyce.

Crystal Palace e West Ham arrivano da una sconfitta nella prima giornata: le Aquile contro l’Arsenal, gli Hammers contro il Tottenham. Entrambe devono rinunciare ad uno squalificato ed effettuano qualche cambio nella formazione iniziale. Ma il cambio decisivo rispetto alla settimana scorsa lo effettua Allardyce dando fiducia dall’inizio a Maurito Zarate che piazzato da numero 10 dietro a Cole riesce a creare più volte scompiglio tra la retroguardia del Palace. Al 34° è proprio l’ex attaccante di Lazio e Inter a sbloccare la gara con un tiro dalla distanza, pochi minuti dopo è Downing a raddoppiare. Uno-due tremendo del West Ham che mette alle corde i padroni di casa. Al rientro dagli spogliatoi la squadra di Millen, traghettatore aspettando l’arrivo di un nuovo allenatore, riesce a trovare la motivazione per reagire e dopo 3 minuti arriva il gol di Chamakh a riaprire la gara. Gli Hammers però non si scompongono, trovano il gol che chiude il discorso tre punti all’ora di gioco con Carlton Cole e gestiscono bene la partita fino al fischio finale.

SOUTHAMPTON – WEST BROMWICH ALBION 0-0

Southampton (4-2-3-1) : Forster; Clyne, José Fonte, Yoshida, Bertrand; Wanyama, Schneiderlin; Davis (46’ Long), Ward-Prowse (78’ Cork), Tadic; Pellé. ALL.: Koeman.

West Bromwich Albion (4-4-1-1) : Foster; Wisdom, Dawson, Olsson, Pocognoli (60’ Davidson); Berahino (89’ Sessegnon), Gardner, Mulumbu, Brunt; Dorrans; Anichebe (52’ Ideye). ALL.: Irvine.

Il Southampton ancora non convince, dopo la sconfitta (attendibile) contro il Liverpool un pareggio a reti bianche contro un non irresistibile WBA. Pesano le assenze soprattutto in attacco. Dall'altra parte gli ospiti non fanno nulla per animare la partita soprattutto nel primo tempo. Stesso 11 per entrambe le squadre ma Tadic e Berahino, uomini partita 7 giorni fa, non brillano ed è la fisicità dei vari Wanyama, Gardner, Schneiderlin e Mulumbu a farla da padrone. Nella ripresa Koeman e Irvine cambiano l’attacco buttando nella mischia i nuovi acquisti Long e Ideye: il primo con la presenza di Pellé sembra sarificato mentre il nigeriano convince e si candida come titolare dalla prossima in avanti, ma non cambia nulla ed il palo di Ward-Prowse resta l’unico brivido di questi 90 scialbi minuti.

SWANSEA – BURNLEY 1-0 (23’ N.Dyer)

Swansea (4-2-3-1) : Fabianski; Angel Rangel, Jordi Amat, Williams, N.Taylor; Ki, Shelvey; Dyer (66’ Montero), Sigurdsson, Routledge (90’ Tiendalli); Bony (64’ Gomis). ALL.: Monk.

Burnley (4-4-1-1) : Heaton; Trippier, Duff, Shackell, Mee; Arfield, Marney, Jones (91’ Sordell), M.Taylor (72’ Wallace); Ings; Jutkiewicz (82’ Barnes). ALL.: Dyche.

Ancora una vittoria per lo Swansea che parte quindi alla grande in questo inizio di Premier League, ancora una sconfitta per la neopromossa Burnley, sempre combattiva ma sfortunata. Dopo la vittoria a sorpresa dell’esordio all’Old Trafford Monk conferma in toto la squadra che ha battuto gli uomini di Van Gaal convincendo, trascinata dal ritorno di Sigurdsson. I Clarets che scendono in campo oggi sono gli stessi che avevano spaventato Mourinho, sperando in migliori fortune. Pragmatica la gara dei gallesi che con una grande cavalcata di Dyer passano in vantaggio nel primo tempo per poi chiudersi in difesa resistendo agli sterili attacchi degli ospiti. Poco efficaci gli ospiti che palesano diverse lacune ancora importanti, soprattutto in attacco dove il grande acquisto Jutkiewicz non riesce ancora ad ingranare dopo un precampionato più che convincente.

Questa la classifica in attesa delle altre gare del turno:

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