"Gioco per i soldi. Il calcio non è la mia passione". Chi ha detto questa frase?  Assou-Ekotto, difensore del Tottenham. Viva la sincerità. Ma ad essere troppo sinceri si rischia di pagare le conseguenze, ma non è per questa frase che il nome del giocatore camerunense sta facendo il giro del mondo, bensì per un Tweet. Anch'esso sincero probabilmente, ma la Football Association non ha fatto sconti e per un elogio al gesto anisemita di Anelka, la "quenelle", Assou-Ekotto oltre a star fermo per tre giornate, dovrà pagare una multa di 50mila sterline. "Mi congratulo con te per la splendida quenelle": questo aveva scritto lo scorso Dicembre. 

Non è il primo Tweet-scandalo scritto da Assou-Ekotto.  Infatti nella scorsa stagione, non considerato nel progetto degli Spurs da parte dell'allora tecnico del Tottenham Villas Boas, venne mandato in prestito al QPR. Quando l'allenatore portoghese venne esonerato, dopo la pesante sconfitta per 5-0 contro il Liverpool, festeggiò postando su Twetter la canzone "Happy", accompagnata da una foto con l'altro epurato, Adebayor, che li ritraeva in veste gioiosa.

Di recente non è il solo ad essere stato squalificato per un Tweet. Infatti anche Felipe Melo ha dovuto pagare 4.500 euro, più due giornate di squalifica, per aver insultato, con un cinguettio , il presidente del Fenerbahçe, Aziz Yldirim.

La "quenelle" di Anelka, quando vestiva la maglietta del WBA

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Micael Caviglia
Scienze della Comunicazione, scrivo su Vavel di Calcio, approfondendo la Lazio, la Premier League ed il tennis. Lo sport è cultura. Su Twitter sono qui