Il talento, la grinta, la velocità e l'incredibile caparbietà: queste le quattro principali caratteristiche per cui Wenger ha voluto portare all'Emirates Alexis Sanchez. Oggi è stato ampiamente ripagato dal cileno, assoluto protagonista di quest'inizio di stagione dei Gunners: il 2-0 con cui l'Arsenal ha espugnato lo Stadium of Light e battuto il Sunderland è tutto firmato dal numero 17. Un gol per tempo, sfruttando due incertezze degli avversari, per decidere una gara tesa e con poche occasioni, e provare a dare una svolta a una stagione fino a qui con più dolori che gioie, condannando i Black Cats alla prima sconfitta casalinga in campionato.

LE SCELTE - Il Sunderland, reduce dal clamoroso 8-0 subito dal Southampton, mantiene il solito 4-5-1 con una sola punta, senza rivoluzionare troppo nell'undici iniziale. Tra i pali parte così l'ex di turno Mannone, con davanti a lui la coppia Brown - O'Shea, con Vergini e Van Aanholt sulle fasce. In mediana comanda Cattermole, coadiuvato da Rodwell e un altro ex come Larsson, mentre Buckley e Adam Johnson sono sugli esterni e hanno il compito di rifornire di palloni l'unica punta Steven Fletcher. Panchina per il nuovo acquisto Reveillere, arrivato in settimana a parametro zero. Assenti Jones, Coates, Giaccherini e Alvarez.

Solita emergenza più o meno in tutti i ruoli per Wenger, che non può disporre, tra gli altri, di Koscielny, Ozil, Giroud, Debuchy, Ospina, Sanogo, Diaby, anche se le sue assenze non fan più notizia, e Wilshere, squalificato. Tra i pali rientra Szczesny dopo la squalifica di coppa, difesa a 4 praticamente obbligata con Chambers e Gibbs sulle fasce, con Monreal al centro vicino a Mertesacker. Ritorno importante in mediana quello di Arteta che fa coppia con Flamini, mentre dietro a Welbeck (passato dal Sunderland in prestito) unica punta agiscono Chamberlain, Cazorla e Alexis Sanchez. Solo panchina per Ramsey e Podolski, match-winner con l'Anderlecht, insieme al rientrante Theo Walcott.

PRIMO TEMPO - Subito intensità alta e contrasti duri in mezzo al campo, con l'Arsenal che per rallentare il ritmo prova uno sterile possesso palla. La prima occasione arriva dopo 10 minuti, quando Mannone non tiene un cross rischiando parecchio, ma O'Shea salva e spazza. Sale il Sunderland nei minuti seguenti, alzando il pressing, ma il maggior tasso tecnico degli avversari si fa sentire. Al quarto d'ora è Welbeck con il destro a giro a sfiorare la traversa, dopo un'azione prolungata senza affondi. Black Cats che si affidano a Cattermole, una diga in mezzo al campo, per recuperare la palla e ripartire, recriminando per un rigore causato da un fallo di mano Mertesacker: troppo vicino e totalmente involontario però il tocco del tedesco, giusto lasciar andare. Con le squadre corte è difficile fare gioco e trovare spazi, ma alla mezz'ora arriva il classico episodio che sblocca la gara: Sanchez ruba palla a Wes Brown, che cicca totalmente il retropassaggio, e il cileno può involarsi verso la porta di Mannone per poi batterlo con freddezza col cucchiaino e regalare l'1-0 all'Arsenal. Il resto del primo tempo è solo di firma Gunners: prima è Cazorla ad andare vicinissimo al gol con un sinistro in diagonale dalla distanza che sfiora solamente il palo, poi tra il 40' e il 42' tutto la squadra di Wenger imbastisce un'incredibile azione d'attacco praticamente tutta al limite dell'area del Sunderland, con gli avversari a difendere, ma senza mai riuscire a trovare il varco giusto per concludere. L'importante è tenere tranquillo Szczesny: la missione riesce, e si va a riposo sullo 0-1.

SECONDO TEMPO - Dopo tanta imprecisione nei primi minuti, con un Arsenal incapace di rendersi pericoloso nonostante alcune opportunità, al 52' arriva la prima vera occasione del match per il Sunderland, con Rodwell che impatta un buon pallone di testa sopra a Flamini, ma non c'è potenza e Szczesny ci arriva. La fase che intercorre tra il 55' e il 70' è un mix di tiri da fuori parati agevolmente (Sanchez da una parte e Larsson dall'altra i due da segnalare) e contrasti non delicatissimi: si guadagnano il giallo Arteta tra i Gunners e Cattermole e Wickham, entrato al posto dell'acciaccato Fletcher, tra i Black Cats. Nonostante la grande intensità, il Sunderland fatica a creare pericoli, così Poyet inserisce Jordi Gomez e Altidore al posto di Adam Johnson e Rodwell, dando più peso all'attacco e più geometria in mediana; dall'altra parte Gibbs esce acciaccato, sostituito da Bellerin. Punta sulle ripartenze la squadra di Wenger, e una di esse rischia di generare il secondo gol, ma l'incornata di Welbeck sul cross di Monreal finisce di poco alta. Rischia il regalo però l'Arsenal: Szczesny in uscita di testa mette la palla sul sinistro di Van Aanholt, che per fortuna calcia fuori; graziato anche il Sunderland però da Sanchez, Cazorla e Welbeck che non riescono a concretizzare un ottimo contropiede, che si chiude con un mancino molle dello spagnolo. Lo stesso fa poco dopo Bellerin, passando la palla a Mannone. Cerca freschezza e lucidità in panchina Wenger, che manda in campo Ramsey e Rosicky al posto di Arteta e Chamberlain nei mimuti finali. Con i padroni di casa lunghissimi e quasi senza raccordo tra difesa e attacco, sono gli ospiti a gestire la palla anche nel recupero, cercando di tenerla lontana dalla propria metà campo, trovando anche il raddoppio in maniera clamorosa al 93': Mannone gestisce malissimo un retropassaggio e il solito, infinto Sanchez, ancora di rapina, gli scippa la palla e la mette alle sue spalle, decretando il 2-0 finale con cui l'Arsenal prova a mettersi alle spalle un inizio di Premier difficile.