City o United, caccia all'anti-Mourinho. Azzurri come l'acqua gli uni e rossi come il fuoco gli altri, orgogliosi della loro bacheca stracolma quelli vestiti di rosso e dell'appellativo di "vicini rumorosi" quelli vestiti di blu, fieri di essere i veri tifosi della città di Manchester, perchè non legati soltanto al concetto di vittoria (o almeno questo è quello che sostengono loro, dubitiamo che i cugini la pensino così). Sembra un derby da "fuori i secondi", perchè il Chelsea vola e sembra non avere un'antagonista. E' stato il City a vestire per mesi questo ruolo, fino alla carestia di risultati degli ultimi mesi, coincisa con lo stato di grazia di Arsenal e United, che nel frattempo hanno messo il naso davanti in classifica. Insomma, chi perde può dire addio ai sogni di gloria, chi vince può cercare di rendere giustizia alla fama della Premier, un campionato da sempre appassionante fino all'ultimo secondo dell'ultima giornata e che, per tradizione, il Chelsea non può vincere così facilmente. 

Un derby mai banale quello di Manchester, un derby che un tempo era il derby tra il dream team rosso e i perdenti blu, che però nel 1974 condannavano i Red Devils alla storica retrocessione con il gol dell'ex più famoso della storia del calcio inglese, il tacco velenoso di Dennis Law, che ancora a distanza di più di 40 anni fa sorridere i tifosi Citizens, in una gara che per un City che galleggiava a metà classifica non valeva nulla, ma vuoi mettere l'orgoglio di scaraventare i Diavoli Rossi all'inferno?

Un derby divenuto scontro tra titani con l'avvento dello sceicco Mansour, che in poco tempo ha reso il City una corazzata ad altezza United. Eppure, i primi derby del City "arabo" sono pieni di bocconi amari: a cominciare dallo spettacolare 4-3 del 2009, il derby del traditore Tevez, campione d'Europa con i Red Devils e convinto dai petroldollari a diventare un Citizen. Una partita stupenda decisa nei minuti di recupero, dal pareggio del gallese Bellamy che sapeva di beffa per gli uomini di Ferguson alla zampata all'ultimo respiro di Michael Owen, ultima fiammata del pallone d'oro 2001. Altra beffa Citizen nel 2011, in un derby vinto dallo United per 2-1, con uno dei gol più belli della storia della Premier League, sicuramente il più bello della storia di questo derby: la sontuosa rovesciata di Wayne Rooney, una rovesciata definita perfetta anche da Ferguson, che definì quel gol "il più bello mai segnato a Old Trafford".

Ma la vendetta Citizens era lì dietro l'angolo, lontana solo 6 mesi, e chissà se mai sarebbe stata possibile vendetta migliore: 23 ottobre 2011, è il derby dello storico 6-1 a domicilio, il derby del "Why always me" di Balotelli, il derby dello scacco matto di Roberto Mancini alla leggenda Ferguson, il derby che ha reso il Mancio una leggenda Blue. E' la stagione del ritorno al titolo del City, in uno dei campionati più belli e appassionanti della storia del calcio. Un campionato per larghi tratti dominato dagli uomini di Mancini. Poi l'impressionante rimonta dei Red Devils, che arrivano a collezionare 8 punti di vantaggio, prima di subire la controrimonta, resa epica dal finale thrilling dell'ultima giornata: lo United espugna comodamente la tana del Sunderland, ma quello che accade al "City of Manchester" ha dell'incredibile: un caparbio Qpr, alla ricerca di punti-salvezza, è clamorosamente avanti 2-1 allo scoccare del 90', ma un clamoroso uno-due firmato Dzeko-Aguero, ai minuti 92 e 94 regala la Premier al City di Mancini, che torna sul trono inglese dopo 44 anni, e mai come allora i vicini sono stati tanto rumorosi. 

Domani un altro episodio di un derby mai banale, che non regala mai partite normali o noiose. Chissà se anche domani vivremo un pomeriggio mozzafiato, ma sicuramente l'atmosfera di Manchester, già adesso, sarà piuttosto rovente.