Quanto sia importante questo risicato, brutto e sporco pareggio ottenuto all'Emirates Stadium da parte del Chelsea ce lo racconta John Terry, eroico e stoico capitano dell'armata di Mourinho al minuto 90. Al triplice fischio di Oliver l'esultanza di JT - che trascina con sé nel'euforia i suoi compagnia - è veemente, caparbia e dura. Si esulta come se il titolo fosse arrivato matematicamente oggi. Così non è. Lo 0-0 fra l'Arsenal di Wenger ed il Chelsea di Mourinho rappresentava l'ultimo grande ostacolo prima del traguardo finale. I Blues avevano saltato il penultimo settimana scorsa, battendo il Manchester United in casa.

Con lo 0-0 odierno il Chelsea - oltre ad issarsi a +10 sulla runner-up - ferma anche la seconda delle due ultime pretendenti ad iscriversi alla impossibile rimonta scudetto. Basterà una vittoria nel recupero per disinnescare la minaccia Manchester City. Il titolo non potrà arrivare tuttavia mercoledì: il Chelsea - pur vincendo - si porterebbe a +13 sull'Arsenal terzo, a sua volta però potenzialmente capace di fare 15 punti nelle altre 5 gare ancora da giocare.

L'Arsenal veniva da otto vittorie conseutive, 11 nelle ultime 12, 13 nelle ultime 15 in Premier League. Segnava da 25 gare consecutive in campionato. Stavolta non ha né vinto né segnato. Si è fermata sullo 0-0, spegnendo sul nascere le intenzioni di Wenger, che era pronto allo sgambetto su un Mourinho che non aveva mai battuto in 12 precedenti fino ad oggi. Lo Special ha invece prolungato la striscia a 13 ed ha anche centrato la 29° partita su 31 con almeno un punto guadagnato quando si tratta di affrontare le prime quattro in classifica in Premier League. In pratica: su 31 scontri diretti ne ha persi 2.

Mou sorprende tutti quando consegna il team sheet. A sostituire l'infortunato Diego Costa e quel Remy non al meglio non c'è Drogba. Mou opta per Oscar falso nueve con alle sue spalle Hazard e Ramires larghi più Willian in posizione di 10. Davanti alla difesa la coppia Fabregas - Matic con in difesa gli abituali 4.

L'Arsenal non cambia molto dalla cintola in sù. Ramsey - Coquelin (Wilshere ancora panchinaro) diga. Alexis Sanchez, Ozil e Cazorla a formare la linea di fantasisti dietro Olivier Giroud. Welbeck sacrificato sull'altare dell'equilibrio tattico. In difesa Nacho Monreal vince il ballottaggio con Gibbs, stessa cosa per Bellerin con Debuchy a destra mentre al centro fa in tempo a tornare Mertesacker.

L'attuale rapporto di forze (Arsenal più in forma) viene a confermarsi nei primi 45 minuti di gioco. Un po' per questo ed un po' per la natura di ogni squadra di Mourinho è l'Arsenal a fare la gara nel primo tempo. Che saranno i Gunner la squadra a tenere in mano le redini della gara lo si capisce subito: i cinque uomini del centrocampo di Wenger (i due mediani più i tre trequartisti) sono racchiusi in pochi metri. La squadra è corta, ama palleggiare ma questo Arsenal ama andare anche in verticale quando si deve. Il Chelsea si adatta e comincia a rispondere con qualche ruvidezza di troppo.

Il primo highlight arriva al quarto d'ora è sarà probabilmente l'occasione più chiara di tutto il primo tempo. Lo stampo è Blue: Fabregas sventaglia in maniera precisissima per Oscar, in posizione di prima punta. Il gracile brasiliano cerca a suo modo di dire la propria contro Mertesacker e Koscielny e ci riesce, trovando il modo di provare il pallonetto a scavalcare Ospina, che intanto stava uscendo. A tenere in gioco un Oscar altrimenti in fuorigioco è Hector Bellerin che non sale in tempo. Sarà lo stesso 20enne spagnolo a salvare barracca e burattini respingendo sulla linea quello scavetto che stava andando a finire in fondo alla rete. Intanto Mourinho reclama in maniera velata un mezzo rigore per il contatto Ospina - Oscar.

Un altro episodio dubbio arriva al 22°, ed è ancora il Chelsea la presunta vittima. Fabregas - al primo ritorno all'Emirates - cerca il dribbling su Santi Cazorla entrando in area di rigore. L'ex Barça salta l'ex Villarreal e rovina al suolo dopo un contatto minimo ma che c'è, a differenza di quanto valuta Oliver - impegnato ad osservare come e quanto fosse stato lo stesso Cesc a cercare il contatto con il polpaccio di Cazorla.

Nonostante il metro di giudizio dell'arbitro possa risultare piacevole per il discorrere del match diventa lapalissiano come gli errori comincino a diventare un po' troppi da giustificare al 33°. Stavolta è l'Arsenal a recriminare: un'azione Gunner si chiude con un cross al volo di Bellerin. Su di esso ci si avventa Santi Cazorla che tira anch'egli al volo trovando un tiro morbido e lento che va a scontrarsi sul braccio largo di Cahill. Il braccio è largo, il rigore netto.

Al 35° buona chance per un Arsenal padrone territorialmente del campo: è Sanchez a sbagliare il passaggio finale diretto a Giroud, non intendendosi con il francese. Il cileno non pare brillantissimo quest'oggi. La prima frazione si concluderà però con una seconda occasione per il Chelsea: stavolta a non capirsi sono Ramires e Willian con il Keynano Azul che non scatta in profondità sul suggerimento dell'ex Shaktar. Quando Oliver decreta il ritorno negli spogliatoi la sensazione è che l'Arsenal, se stessimo giocando a punti, dovrebbe essere in vantaggio. Tuttavia l'occasione più importante è capitata al Chelsea (vedi Oscar).

Al 46° Mourinho decide che è il momento di usare il jolly Drogba, anche per tenere impegnati i centrali avversari, fino ad allora sull'attenti sugli inserimenti dei trequartisti. In realtà la sostituzione non cambia nulla. Il secondo tempo non va per nulla via in maniera veloce. Il match perde di ritmo con il Chelsea adesso a fare possesso palla ed a controllare a suo piacimento la velocità della manovra. Una mini-occasione per parte prima del 90°. Al 68° Mertesacker getta alle ortiche un'occasione che fosse capitata a qualunque altro Gunner che non fosse stato lui sarebbe risultata essere più pericolosa: su calcio piazzato Courtois - come farà per ogni calcio da fermo da difendere - esce in presa alta intimidendo i saltatori avversari. La palla giunge però a Mertesacker che ha difficoltà nel coordinarsi per il tiro in controtempo. Il risultato è uno scempio balistico. Quattro minuti dopo occasione per Didier Drogba con un tiro troppo alto.

Al 90° si chiuderà sullo 0-0 un match non bellissimo, anzi, diciamocelo, discretamente mediocre. Il pragmatico Chelsea si prende un altro punto decisivo per la corsa allo scudetto. I Gunners hanno dimostrato di potersela giocare alla pari ma non sono riusciti a sfondare il muro avversario: ripreso il City al secondo posto con un bonus di una partita in più da giocare. Wenger si porta a +9 sul Liverpool, prima pretendente alla zona Champions League, ormai ad un passo.

Il Chelsea prosegue nella sua striscia di risultati utili consecutivi totali (13) ed in trasferta (8) ma interrompe la striscia di vittorie consecutive (4) e di vittorie consecutive fuori casa (5). Inoltre questo è il sesto clean sheet dei londinesi nelle ultime 14 partite giocate lontano da Stamford Bridge. L'Arsenal vede infrangersi la striscia di vittorie consecutive (8) e di vittorie consecutive in casa (9) ma non quella di risultati utili totali (9) ed in casa (10). Si ferma la statistica che li vedeva a segno nelle ultime 25 match totali e negli ultimi 15 in casa ma prosegue quella che conta 7 clean sheet nelle ultime 13 di Premier League.