La media classifica può essere uno stile di vita, una tradizione che per molte società viene rinnovata di anno in anno. C'è chi vi ci milita da decenni, chi, come per trofeo, è riuscito ad entrarci da poco tempo. Per molti è opprimente, per altri vale uno scudetto. Ad un passo dalla gloria europea, a due dalla retrocessione. Solitamente in queste zone si può stare tranquilli solo quando mancano due/tre giornate al termine del campionato. Andiamo alla scoperta delle squadre che, ai nastri di partenza, fanno parte di questa "classe sociale".

EVERTON

L'Everton ha bisogno di cambiare marcia. La scorsa stagione i toffees non sono riusciti a misurarsi con l’impegno europeo, fallendo ad effetto domino sia in campionato che in coppa. Senza una panchina all’altezza e con i tanti impegni - anche le coppe nazionali - , la squadra non è riuscita ad esprimere quanto di buono espresso nel primo anno di gestione Martinez. Il tecnico spagnolo è arrivato a Goodison Park dopo l’exploit in FA Cup col Wigan, meritandosi una panchina prestigiosa come quella dell’Everton, tuttavia l’anno scorso col vento contro ha avuto difficoltà a dirigere la barca e il suo equipaggio. “Martinez Out” intimavano i toffeeman durante la stagione scorsa, terminata con un’insignificante undicesimo posto: quest’anno si può dare continuità ad un ciclo che ha fatto sognare la Liverpool Blu o piombare in un’altra stagione dove la sopravvivenza diventa l’unica ricompensa.

Il Calciomercato estivo non stravolge la rosa, cerca di ritoccarla difendendo i suoi pezzi pregiati. Dal Manchester United arriva in prestito il talentuoso Tom Cleverley che si aggiunge ad un centrocampo già di sostanza e qualità. Ritorna, questa volta a titolo definitivo, il giovane Gerard Deulofeu dal Barcellona per 6 milioni. Martinez lo aveva già allenato al suo primo anno di Everton. L’ha rivoluto. Sa che può cambiare le partite in corso e sa che potrebbe essere sulle fasce, insieme a Mirallas, la vera forza dell’Everton: rapidità e tecnica a servizio di Martinez. Martinez che però perde due difensori centrali d’esperienza come Sylvain Distin e Antolin Alcatraz. In più si aggiungono le voci sempre più insistenti di una partenza di John Stones verso Stamford Bridge, così Martinez si troverebbe col solo Phil Jagielka come difensore centrale. Situazione che preoccupa non poco il tecnico spagnolo, che al Mirror si è espresso così: "La nostra squadra non è completa. Stiamo ancora cercando due innesti e abbiamo bisogno di assicurarci che si adattino perfettamente al gruppo. Il difensore centrale è uno dei due ruoli da coprire: due esperti hanno lasciato la squadra e noi abbiamo bisogno di colmare quelle lacune". Dunque il mercato dovrebbe mettere a disposizione di Martinez almeno altri due difensori centrali, per il resto la squadra è pressoché completa.

Il modulo sarà sempre il 4-2-3-1 con Lukaku punta centrale (ci si aspetta molto da lui, dopo una stagione deludente) accompagnato dal trio che molto probabilmente sarà composto da Deulofeu, Barkley e Mirallas. In mediana si giocano il posto Besic, Barry, McCarthy e Cleverley, con quest’ultimo adattabile anche ai tre dietro Lukaku. Mirallas e Delofeu (con McGeady e Naismith pronti a scalzare le gerarchie) saranno l’arma in più dell’Everton. Se le fasce saranno ben innescate di conseguenza arriveranno palle a Lukaku, di conseguenza pericoli per le difese avversarie. Se poi sulla trequarti Ross Barkley decide di giocare come più volte ha dimostrato, il quartetto offensivo dell’Everton diventa uno dei più insidiosi della Premier. L’unica vera lacuna sembra essere la difesa. Troppi i gol subiti la scorsa stagione. I terzini Baines e Coleman sono di qualità e di spinta, bravi nell’attaccare lo spazio meno nel difenderlo, dovranno saper dare equilibrio ad una squadra che col tempo tende a sbilanciarsi troppo. Da affiancare alla coppia Stones e Jagielka servirebbe un difensore agile, bravo nell’anticipo, capace di dare valide alternative ad un Martinez che ansiosamente aspetta innesti nel reparto arretrato: urgono.

L’obiettivo sarà quello di piazzarsi tra le prime sei, riprendersi l’Europa. Le contendenti sono tante ma l’Everton quest’anno può avere dalla sua la mancanza di coppe europee, quindi la possibilità di potersi concentrare sul campionato e sulle coppe. A Goodson Park è da tanti anni che non si alza più un trofeo. Chiedere direttamente la Premier sarebbe utopistico, quindi concentrarsi sulle coppe potrebbe essere una valida soluzione. L’ultima vittoria risale alla stagione 1995/1996, i toffees quell’anno alzarono la Supercoppa d’Inghilterra dopo aver vinto l’anno prima la FA Cup contro il Manchester United. Il digiuno si fa sentire, i toffeeman hanno fame di vittoria.

WEST HAM

La stagione degli Hammers non è certamente iniziata senza fatiche. Dopo aver ottenuto l'accesso in Europa League tramite i preliminari grazie al Fair Play finanziario, la squadra del neo manager Slaven Bilic per poco non si è arresa al secondo turno preliminare agli umili maltesi del Birkirkara, squadra allenata da Giovanni Tedesco e capitanata da una nostra vecchia conoscenza: Fabrizio Miccoli. Proprio l'ex Palermo ha segnato due gol tra andata e ritorno, portando così il prestigioso West Ham ai rigori, i quali per un totale finale di 5-3 hanno sorriso agli inglesi ma che, per come sono andati i due match, li hanno spaventati fortemente.

La stagione del club londinese è già entrata nel vivo. Non pochi campanelli d'allarme suonano nello spogliatoio diretto da Slaven Bilic, ex giocatore del West Ham negli anni novanta, alla sua prima esperienza in panchina nella Premier League, dopo essere stato ct della Croazia e negli ultimi due anni allenatore del Besiktas. Per ripartire al meglio bisognerebbe riguardare le cassette del West Ham della prima parte della stagione scorsa: armonioso, brillante, vincente. Sam Allardyce aveva incantato Upton Park (che dalla stagione 2016/2017 non sarà più la casa del West Ham) con la stessa facilità con cui è stato capace di rompere l'incantesimo. Dopo uno degli avvii di campionati migliori di sempre, gli Hammers sono, giornata dopo giornata, ripiombati a metà classifica. Poi sette pareggi e nove sconfitte nelle ultime uscite sono costate l'addio di Allardyce, per un finale che ha stravolto l'inizio. La società - che ha progetti ambiziosi - ha puntato su Slaven Bilic, riforzandogli la squadra con nomi del calibro di Angelo Ogbonna, Dimitri Payet (decisivo nell'ultima amichevole contro il Norwich), Pedro Obiang ed il giovane Stephen Hendrie. Downing e Cole hanno lasciato Londra ma la squadra sulla carta si è rifornzata. L'obiettivo sarà quello di entrare tra le prime dieci e giocare una dignitosa Europa League, con il solito occhio alle prestigiose coppe nazionali.

Il modulo adottato nei preliminari di Europa League è stato il 4-4-2, tranne nel primo match contro il Lusitanos dove gli Hammers sono scesi in campo con un 4-2-3-1. Noble è l'uomo attorno a cui gira tutta la squadra, a centrocampo sarà affiancato da uno tra l'ex Sampdoriano Pedro Obiang, Diego Poyet e Cheikhou Kouyatè. Saranno principalmente questi tre ad alternarsi in cabina di regia, in un centrocampo che prevede il doppio centrocampista centrale. Davanti Bilic ha diverse alternative. Sakho, Enner Valencia, Maiga, Carrol, ma il punto fermo di queste prime uscite è stato l'ex laziale Mauro Zàrate che è stato provato anche come trequartista nel 4-2-3-1. Slaven Bilic sembra averci puntato, Mauro ha doti tecniche fuori dal comune e se messo in un ordine tattico ben preciso può sicuramente fare la differenza. Partire più indietro o da seconda punta, cambia poco. Zàrate deve ritrovare fiducia e i gol, la convinzione nel dribbling, nel tiro, nella giocata. Può essere l'arma nascosta vincente di un West Ham pronto a battere martello.

Non si poteva lasciare un particolare, che particolare per gli amanti del calcio non è. Il Kit 2015/2016 infatti è una chicca per gli appassionati. La Umbro ha sfornato delle maglie che uniscono il classico, la storia del club, con la modernità. Il busto è totalmente granata, le maniche blue vivace, il colletto è a girocollo con il contorno sempre celeste che riprende quello dei calzettoni. I pantaloncini sono totalemente bianchi. Questa stagione, comunque andrà, è un appuntamento con la storia del club, infatti sarà l'ultimo anno che il West Ham giocherà a Boleyn Ground, più noto come Upton Park. Per rendere onore al terreno storico degli Hummers, la maglia ricorda quella indossata nella prima partita su questo campo nel lontanissimo 2 settembre 1904, contro gli acerrimi rivali del Millwall. I richami in oro sul logo Umbro e sullo stemma rendono ancora più solenne l'ultima maglietta che giocherà a Boleyn Ground, come puntualmente viene inciso e ricordato sotto lo stemma: "The Boleyn Ground 1904/2016". 112 anni di storia da onorare. E' una responsabilità.

STOKE CITY

La scorsa stagione solo sei punti, due vittorie, hanno distanziato lo Stoke City dall'Europa. Soliditá e concretezza: i Potters hanno costruito, sulla base di questi due ingredienti, un'annata che ha superato anche le loro stesse aspettative, candidandosi quest'anno per un campionato di media-alta classifica. L'estro di Bojan, le incortate di Crauch, l'organizzazione tattica di Mark Hughes, tutto fa pensare che al Britannia Stadium, con i suoi quasi 30mila spettatori, sará difficile passare per tutti.

La societá ha operato un mercato davvero molto oculato. Fatta cassa con le cessioni di Begovic (11 milioni), N'zonzi (10 milioni) e Huth (4 milioni), non si é limitata a rimpinguare le casse del club, ma, sempre con un occhio ai conti, ha investito per rendere la rosa competitiva. La perdita di N'Zonzi é un duro colpo, é stato il giocatore con più presenze la scorsa stagione. A centrocampo, anche se con caratteristiche più offensive, arriva Afellay, svincolato dal Barcellona. Insieme a Bojan potrá formare una coppia "catalana" dove se il talento prevarrá sulla discontinuitá, i Potters ne vedranno delle belle. Davanti é arrivato Joselu (8 milioni dall'Hannover), che potrá ampliare il rango di scelte per mister Hughes insieme all'esperto Crouch e il senegalese Diouf. Tra questi tre é prevista una staffetta a partita in corso, perché con molte probabilitá il modulo sarà sempre il 4-2-3-1, quello più scelto la passata stagione, che prevede un solo attaccante centrale. Il trio dietro la prima punta sarà formato da Arnautovic (fascia sinistra), Afellay (traquartista centrale ma adattabile anche ad esterno) e Bojan (fascia destra libero di svariare) ma le soluzioni sono tante altre: più che all'equilibrio tattico, caratteristico dello Stoke, questo schema è solo fantasia e qualitá. A molti piacerebbe vederli tutti insieme ma conoscendo Huges sará difficile. Quindi non scordiamoci di Adam e Ireland che garantiscono più copertura, e Walters, sicuramente meno offensivo di Bojan. Per quanto riguarda la difesa Shawcross e uno tra Wilson e Wollscheid (4 milioni dal Leverkusen) saranno i centrali, il neo arrivato Glen Johnson il terzino sinistro, Bardsley quello destro.

Lo Stoke City per valore della rosa in termini monetari è seconda a tutte le sauadre più importanti della Premier. Transfermarkt infatti la posiziona solo al sestultimo posto, davanti a Watford, Leicester City, WBA, Norwich e Bornemouth. Gli introiti totali del club sono circa 120 milioni, 80 spesi in pagamenti vari. La società è accorta nello spendere, lo fa con preparazione ed efficacia, gestendo al meglio gli introiti, spendendo ma allo stesso tempo cercando di fare profitti. Il debito ammonta "solo" (vedendo quello delle altre squadre inglesi) a circa 40 milioni. Solo WBA, Tottenham, Swansea e Crystal Palace finanziariamente sono messe meglio. Un lavoro oculato che parte dagli uffici societari e si espande sul campo, dove nulla è concesso al caso.

La stagione tra poco ricomincerà, si riparte dal 6-1 rifilato al Liverpool nell'ultima giornata della passata Premier League. Dopo un precampionato che sta passando in Germania, lo Stoke è pronto a lanciare in campo i suoi alfieri.

CRYSTAL PALACE

Il Crystal Palace riparte da una stagione che, per come si è conclusa, va incorniciata. Le Eagles partivano con un solo obiettivo, da ottenere con tutte le proprie forze: rimanere in Premier League. Ci sono riusciti, soffrendo, ma gustandosi un finale di stagione fantastico, che Alan Pardew è riuscito a rendere tale grazie ad una cavalcata da record. Infatti prendere una squadra da metà stagione, relegata tra le ultime tre, e portarla tra le prime dieci, non era ancora riuscito a nessuno. Quindi volano le Eagles sulle ali dell'entusiasmo, consapevoli che riproporre l'annata passata non è più un'utopia. L'allenatore ci crede, la dirigenza pure. Le aquile londinesi sono pronte a spiccare il volo.

La società crede nel suo progetto, perchè investe. È da tre anni a questa parte che il Crystal Palace riempie il campo delle entrate e lascia pressochè vuoto (tranne le scadenze di contratto o i prestiti che possono non essere inclusi nelle cessioni) quello delle uscite. La squadra cresce di anno in anno, questa stagione sarà più forte - almeno sulla carta - di quella che ha terminato il campionato scorso alla decima posizione. L'innesto di Yohan Cabaye è di alta caratura. Il centrocampista aggiunge tecnica ad un centrocampo roccioso. Fantasia che non manca davanti, dove figurano calciatori come Wilfred Saha e Yala Bolasie, quest'ultimo cercato da mezza Premier. L'attaccante congolese era stato pagato 630mila euro tre stagioni fa quando militava al Bristol City, ora vale 10 milioni. Tenerlo significherebbe preferire la qualità in campo che la quantità in banca. Anche se è da dire che la plusvalenza, sopratutto per un club come il Crystal Palace, è una tentazione non da poco.

Come giocherà Pardew? Ripartirà sicuramente dalle certezze dell'anno scorso: 4-2-3-1 adattabile a 4-4-2. Ora sulla mediana non ha solo forza fisica e tanto agonismo, ma anche qualità. Cabaye sarà una pedina fondamentale e con il capitano Jedinak formerà la coppia di centrocampisti centrali. Il terzetto alle spalle dell'unica punta Gayle (ma ci sono anche Chamakh e Murray) sarà formato da Zaha sulla destra, McArthur centrale e sulla fascia sinistra agirà Bolasie. Difesa confermata: Souarè terzino destro, i centrali saranno Dann e Delaney, terzino destro Ward.

L'obiettivo stagionale sarà quindi ripetere l'annata passata, ricalcando più il girone di ritorno che quello d'andata, ma in sintesi Pardew e società vogliono una salvezza tranquilla per dare continuità alla loro permanenza in Premier che ormai dura da tre anni.

I fondatori del Crystal Palace erano operai dell'omonimo palazzo in stile vittoriano costruito a Londra nel 1851 per l'esposizione universale a Londra. All'epoca il Crystal Palace era considerato un baluardo dell'architettura in ferro, simbolo di modernità. La squadra attuale, che non ha più la sua sede nel Crystal Palace, distrutto da un rogo nel 1936, è operaia come i suoi fondatori ma sa essere anche bella come la costruzione in ferro dello storico palazzo. Le Eagles per la stagione 2015/16 vogliono chiudersi in una botte (o meglio palazzo) di ferro e restare nella massima serie inglese. Per loro la media classifia, alla fine, è un trofeo.