La stagione ufficiale del calcio inglese è pronta a ripartire con un grande classico. Chelsea contro Arsenal, i detentori del titolo di campioni d'Inghilterra contro i vincitori dell'ultima edizione dell'Fa Cup. Un derby, uno dei tanti immersi nella storia pluricentenaria dei club di Londra. Un match che vale un trofeo, il Community Shield 2015, che consentirebbe una partenza più leggera a chi dovesse conquistarlo. Ma anche una sfida - l'ennesima - tra due allenatori che non si piacciono. Josè Mourinho - Arsene Wenger, rivali ormai storici che giocano da tempo al mio miglior nemico.

In realtà il bilancio degli scontri tra i due (sul campo si intende, nonostante siano stati sul punto di venire alle mani nell'ultima gara giocata a Stamford Bridge) non autorizzerebbe nessuno a parlare di rivalità. Troppo netto il distacco tra i due, con il portoghese che si è aggiudicato ben sette dei tredici round già disputati. Sei i pareggi e nessuna vittoria a favore dell'alsaziano in quasi dieci anni trascorsi tra polemiche, frecciate a mezzo stampa, battute al veleno e poco humor britannico. Eppure Chelsea-Arsenal continua a far parlare di sè gli appassionati del calcio inglese (e non solo) per il confronto tra due dei migliori allenatori al mondo. Troppo netto il contrasto di stili, verbale e calcistico, per non alimentare ancora un dualismo che sembra a volte accendersi più fuori dal campo che nei 90 minuti di gioco.

"Boring boring Chelsea", cantavano i supporter dei Gunners nel finale del match di ritorno della scorsa Premier League disputatosi all'Emirates Stadium, ennesima occasione non sfruttata dagli uomini di Wenger per avvicinarsi ai Blues, sempre impeccabili nell'erigere un muro e blindare lo zero a zero quando più conta. Il gioco arioso dell'Arsenal, quel 4-2-3-1 da anni espressione del credo del tecnico francese, contro il pragmatismo del portoghese, che ha invece sempre concesso meno spazio allo spettacolo. Gli ultimi due match giocati in casa del Chelsea sono stati però una lezione difficile da dimenticare per Wenger e i suoi: otto gol subiti in centottanta minuti con la costante sensazione di essere aggrediti dagli avversari, psicologicamente e non solo tecnicamente. Le ultime edizioni dell'Arsenal hanno tuttavia riportato il club a praticare l'antica abitudine di alzare trofei, con due Fa Cup vinte consecutivamente. Non tantissimo per chi, come l'alsaziano, fino al 2005 aveva fatto incetta di campionati, ma neanche così poco considerando il digiuno quasi decennale che ne era seguito. Di qui le infinite battute al veleno di Mourinho, tra cui l'ultima dello scorsa primavera: "Deve essere bello vivere aspettando di vincere, sapendo poi di non essere mai esonerato", in riferimento al ruolo di plenipotenziario rivestito dall'avversario all'Arsenal.

Nella prima versione dello Special One al Chelsea, è stato Didier Drogba ad agitare per anni le notti dei tifosi (e dei difensori) dei Gunners, decidendo partite importanti come il Community Shield del 2005 (esattamente dieci anni fa) e la finale di Coppa di Lega del 2007. Il ritorno del portoghese alla guida dei Blues nel 2013, dopo la deludente esperienza al Real Madrid, non ha modificato gli esiti del confronto con il "nemico" Wenger, con il 6-0 del 22 marzo 2014 in Premier a rovinare la festa per le mille partite da allenatore dell'avversario sulla panchina dell'Arsenal. Un paio di pareggi a reti inviolate all'Emirates ha sinora completato lo score dei risultati tra i due. La prossima puntata della saga promette ancora una volta scintille: i Gunners sembrano finalmente pronti per competere fino il fondo per il titolo, mentre il Chelsea è già una corazzata in grado di spaventare le big d'Europa. Il tutto si svolgerà nell'affascinante cornice di Wembley, palcoscenico di uno spettacolo che i tifosi dell'Arsenal sperano diverso da quelli visti negli ultimi dieci anni.