La Premier è da sempre teatro di storie affascinanti e, in un anno in cui il campionato fatica a riconoscere il proprio padrone, il cammino di Crystal Palace e Leicester rappresenta sicuramente la sorpresa più grande di inizio stagione. Rispettivamente 4° e 5° in graduatoria, abbracciate a quota 15 punti, -3 dai paperoni del City e -1 dal redivivo Arsenal, le due società raccolgono i frutti di un mercato lungimirante e dell’affidabilità dei propri tecnici.

La vecchia volpe al comando delle Foxes è un italiano con un passato importante ed un presente intrigante nel football d’Oltremanica, quel Claudio Ranieri sedotto e abbandonato agli albori della gestione Abramovich. Dopo aver timonato grandi club in Italia, Spagna e Francia, e al termine della disastrosa esperienza come selezionatore della Grecia, Tinkerman, com’è meglio conosciuto in Inghilterra, è tornato a competere in Premier League. Il dogma è sempre lo stesso, 4-4-2 e pedalare, si difende in 11 e si riparte. Ma quest’anno c’è qualcosa in più, e i numeri sono li a testimoniarlo: 17 gol fatti e sprazzi di gioco esaltante, le ali che segnano e fanno segnare e un Vardy versione stellare che ha griffato 7 gol in 8 giornate. Se a questo aggiungiamo la coesione tra gli elementi, un gruppo mai domo e capace di rimontare partite incredibili (3-2 all’Aston Villa e 2-2 da 0-2 con lo Stoke ndr) abbiamo il manifesto di questo Leicester, crollato sotto i colpi di cannone dell’Arsenal, ma in grado di rialzarsi prontamente e andare alla pausa in zona Europa.

Dall’altra parte troviamo il Crystal Palace, cinico, compatto e senza mezze misure. O si vince o si perde. Segna meno, subisce meno ma, va detto, non è stato particolarmente aiutata dal calendario, che ha già messo la banda Pardew di fronte a tre delle quattro principali candidate al titolo (City, Arsenal e Chelsea). Il momento di gloria è sicuramente rintracciabile nella clamorosa vittoria a Stamford Bridge (seconda sconfitta in 100 partite casalinghe col Chelsea per Josè Mourinho) in cui si è visto il meglio che i Claret&Blue possano offrire: ottima difesa, grandi ripartenze e inventiva affidata alla linea offensiva. Cabaye - fedelissimo di Pardew che già gli aveva affidato le chiavi del suo centrocampo a Newcastle - è l’anima di un Palace che dalla metà campo in sù ha la possibilità di spaventare qualsiasi squadra, con Zaha e Bolasie che si stanno esprimendo al massimo, esaltati da un vibrante gioco sulle fasce.
La società naviga in ottime acque, il presidente ha voglia di investire – come conferma la vicenda Cabaye – ha scelto un manager ambizioso (Alan Pardew) e in squadra c’è un buon mix di talento ed esperienza, tutti ingredienti che alzano l’asticella, rendendo l’obiettivo stagionale qualcosa in più che una tranquilla salvezza.

Siamo solo all’inizio, è vero, ma il campionato è tra i più livellati degli ultimi anni e il Southampton della passata stagione ci ha insegnato che, se almeno una delle due squadre dovesse tenere botta fino a Natale, l’Europa potrebbe non essere più un miraggio.