Una macchina perfetta, incredibilmente perfetta. Il Leicester City è nettamente la sorpresa più grande di tutto il calcio europeo al giorno d'oggi, e gran parte del merito ce l'ha Claudio Ranieri. Arrivato in estate tra lo scetticismo generale, ha fatto ricredere tutti (e difficilmente qualcuno ha ancora dubbi), sfruttando al meglio il calendario non impossibile per racimolare punti e raggiungere il primo posto solitario. E lui se la gode, ma sempre con i piedi per terra, come racconta alla Gazzetta dello Sport.

"Arriviamo a quota 40 - esordisce - poi vediamo. Ho il dovere di tenere i piedi a terra. Ora viene il difficile: da qui a Capodanno abbiamo un ciclo terribile. Dobbiamo giocare contro Manchester United, Swansea, Chelsea, Everton, Liverpool e Manchester City. Con i Red Devils sarà una grande sfida. Il Manchester è un colosso del calcio mondiale e Van Gaal uno degli allenatori più importanti in circolazione". Eppure la storia degli incontri tra i due allenatori pende decisamente da una parte: dal 18 al 27 febbraio 1999 il Valencia di Ranieri incontrò tre volte il Barcellona di Van Gaal. Vinse sempre Ranieri. "Ricordo bene - dice lui - Il 18, finì 3-2 a Barcellona nell’andata dei quarti di Copa del Rey. Il 24, 4-3 per noi al Mestalla nel ritorno e, il 27, 4-2 al Camp Nou in Liga. A fine stagione conquistammo la Copa del Rey battendo 3-0 in finale l’Atletico Madrid. Avevo una grande squadra. Claudio Lopez era un iradiddio. C’erano Mendieta, Carboni, Ilie". 

Quel Valencia fu grande, ma anche questo Leicester sta davvero dimostrando di non essere da meno, e riconosce un giocatore sopra a tutti gli altri, azzardandoanche un paragone: "Vardy è il Torricelli d’Inghilterra. Tre anni fa giocava tra i dilettanti. È il simbolo della squadra per il suo modo di interpretare il calcio: segna, attacca gli spazi, è il primo a pressare, non si arrende mai. La standing ovation a Newcastle? Lo meritava dopo aver segnato per la decima giornata di fila, ma volevo anche non rischiare. In settimana aveva avuto un problema fisico".

E sul passato: "Mi pare di rivivere i tempi di Cagliari, Firenze e Valencia. Stiamo lavorando a un progetto. La società mi ha chiesto di porre le basi per il futuro. Sto dimostrando di non essere bollito come sembrava dopo le sconfitte con la Grecia. Mi pare che la situazione non sia migliorata dopo la mia partenza". E c'è qualche sassolino da togliersi dalla scarpa: "Sono l’unico allenatore al quale, negli ultimi anni, l’Inter ha venduto i giocatori". A proposito di Inter, Mourinho veleggia a metà classifica e il Leicester ha esattamente il dopio dei punti del Chelsea: "Ho letto che ha evocato la figura di Tom Cruise e il film “Mission: impossible” per indicare le speranze del Chelsea di riconquistare il titolo. Io dico che Mou arriverà tra i primi quattro". Invece sta sorprendendo il Liverpool di Klopp: "La sua mano c’è e si vede. Il Liverpool ha già assimilato le sue idee".

Non può mancare uno sguardo alla Spagna e all'Italia: "A Madrid sono riusciti a distruggere la macchina costruita da Ancelotti. Il Barcellona è già in fuga e non lo riprenderanno più". E in Serie A: "Roma a parte, mi auguro vinca una tra Napoli e Fiorentina. Il Napoli era già forte, ma ha trovato in Sarri un ottimo direttore d’orchestra, e la gavetta è la strada maestra. Io ho cominciato a Pozzuoli e Lamezia Terme. Per questa ragione sto con Sarri".