Come si può mettere in dubbio un attaccante che segna un gol ogni 125 minuti nell'arco di un'intera stagione, chiudendo con un bottino di 19 reti in 36 presenze, con svariati gol pesanti, e con anche diverse ottime prestazioni? Buona domanda, anzi ottima domanda. Come e perchè non si sa, ma è certo che Olivier Giroud ne sa qualcosa. Lui che lo scorso anno ha segnato due gol ogni tre partite giocate, lui che ha sbloccato situazioni scomode entrando dalla panchina. Quest'anno siamo a quota 13 gol, uno ogni 105 minuti, poco meno di uno a partita.

Eppure il francese, all'Arsenal dal 2012 quando fu acquistato dal Montpellier (con cui aveva vinto il campionato facendo segnar numeri quali 21 gol e 12 assist), è sempre stato nell'occhio del ciclone, per un motivo o per l'altro, per l'atteggiamento qualche volta un po' troppo "francese" in campo, con un po' troppa spocchia, con poca voglia di recuperare o cercando troppe volte la giocata. Oppure per qualcosa successo fuori dal campo, come la notte di fuoco in hotel con una modella alla vigilia del match contro il Liverpool, perso malamente.

In estate si erano rincorse le voci su Benzema, si era parlato di un interessamento per Lacazette, per Higuain, per Cavani. Insomma, sembrava che l'Arsenal dovesse comprare un nuovo attaccante di livello mondiale. E per carità, a nessuno sarebbe dispiaciuto avere in squadra uno di questi. Ma perchè andare a spendere cifre astronomiche quando il realizzatore di razza c'è già? Meglio spendere in altri reparti, come per esempio la porta, dove è arrivato uno dei migliori in circolazione, e si vede che anche la difesa con lui è migliorata.

Ieri sera è arrivata la conferma che Olivier Giroud è probabilmente uno dei 10 attaccanti e realizzatori più forti al mondo, e non è tanto la tripletta a farlo pensare, ma il fatto che si sia davvero caricato la squadra sulle spalle, che abbia guidato l'Arsenal agli ottavi di finale espugnando un campo difficilissimo, dove lo scorso anno avevano perso sia la Juve che l'Atletico, dove storicamente vincere è più che un'impresa. E lo fa in una situazione di enorme difficoltà, e come spesso gli capita la risolve lui, la sblocca lui. Uomo dei gol pesanti.

Le doti tecniche del francese sono inoltre non indifferenti, tant'è che Giroud non è un attaccante che si limita a lavorare col fisico spalle alla porta, anche se lo fa benissimo e le sponde sono spesso efficaci per i rimorchi dei centrocampisti. Sa dialogare di prima, da dare i palloni negli spazi sui tagli, sa smistare la palla, ha visione. Sente la porta, la trova spesso, a parte nelle serate nere, come quella contro il Monaco in casa lo scorso anno, ma capitano a tutti. Giroud è l'attaccante perfetto per Wenger e per le sue idee di calcio, perchè gioca con la squadra e per la squadra, e non fa mancare i gol.

Troppe volte Giroud è stato anche sottovalutato, senza una valida ragione. Thierry Henry, uno che qualcosa con i Gunners in carriera l'ha fatto, se n'è uscito con dichiarazioni pesanti: "L'Arsenal non può pensare di vincere una Premier League con Giroud come centravanti", ha detto. E Giroud come ha risposto? Con i gol. Ha avuto anche sfortuna l'anno scorso, quando ha saltato 15 partite per un problema al metatarso, ma è rientrato e ha ripreso a segnare. Quando ha potuto giocare con regolarità, come nella stagione 2013/14, ha firmato solo in Premier League 16 gol e 9 assist in 36 partite.

Mettere in dubbio uno che mantiene questi numeri è probabilmente da pazzi, specialmente se consideriamo come gioca il numero di palloni che gli arrivano durante la partita. Difficile sfruttarli meglio, difficile per qualunque altro attaccante fare meglio di così. Anche perchè all'Arsenal segnano tanto i centrocampisti, ci sono due ottimi saltatori in difesa, i terzini si inseriscono. Non è una squadra che per vincere ha bisogno per forza dell'attaccante da 25 gol a stagione, perchè i gol li segna. I problemi sono l'infermeria e, in parte, la difesa.

I detrattori di Olivier Giroud intanto stanno cominciando a ricredersi, vedendo la stagione del francese e i suoi numeri. Wenger lo aveva messo in panchina come secondo preferendo Walcott, lui subentrava e segnava. E da novembre chi lo schioda più uno così? Impossibile rinunciarvi. E ieri sera, ancora una volta, abbiamo avuto la conferma che Giroud è un attaccante di livello mondiale. La prova del nove, ma con il 12 sulla schiena.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]