La Premier League è senz’altro un campionato mai banale: ogni anno riserva numerose sorprese e la stagione 2015-16 non ne è esente. Alzi la mano chi si aspettava un Leicester, che avrebbe dovuto sudarsi la salvezza, in testa alla classifica, a quasi venti punti dal Chelsea, campione in carica. Oppure è l’anno buono per l’Arsenal, che pare aver trovato una propria identità di gioco e si è dimostrata più matura rispetto alle annate precedenti? Senza dimenticare il Manchester City, dietro al duo Leicester-Arsenal, con un punto di differenza, la qualità della rosa la consacra tra le pretendenti di diritto.

Dietro al trio, si presenta una squadra, che sta sorprendendo l’Inghilterra e l’intero pianeta calcistico per la compattezza difensiva e la qualità del gioco: il Tottenham. Nel Borgo di Haringey, ai piedi del White Hart Lane, storico impianto londinese, il Tottenham inizia a scalare le posizioni in classifica, issandosi alla quarta piazza, a soli cinque punti dalla vetta, con all’attivo la miglior difesa dell’intero campionato.

Possono davvero i Liliwhites tentare il colpaccio, conquistando la Premier League? Le premesse ci sono: miglior difesa del campionato e quarto attacco, con trentotto reti realizzate, di fronte ai diciotto subiti, la squadra è solidissima e mostra una propria identità di gioco. Il leader degli Hotspur è, senza dubbio, il tecnico argentino, Mauricio Pochettino. Durante l’approdo dell’allenatore ex Southampton, il Tottenham attraversava un periodo di profondo rinnovamento, dovuto all’addio della stella Gareth Bale, assieme a Luka Modric e Rafael Van Der Vaart. Qualche flop nelle scelte di mercato, soprattutto in attacco, con Roberto Soldado, visto a Londra due stagioni, per poi essere ceduto senza troppi rimpianti al Villarreal. Tra le mani sapienti del buon giardiniere Pochettino, maestro nel plasmare i talenti giovani, sono cresciuti diversi giocatori, ormai in grado di fare la differenza anche in età bassissima, destinati ad essere il futuro dell’Inghilterra calcistica: uno su tutti, Harry Kane.

L’attaccante britannico è sicuramente il punto cardine della rosa londinese, autentica macchina da gol, sta trascinando il Tottenham a suon di reti, dodici all’attivo in questa stagione. Le squadre da titolo hanno bisogno di attaccanti sopra la norma, in grado di fare la differenza da soli: Harry Kane è uno di questi, dotato di un fiuto del gol pari a pochi e di una buona tecnica di base, che sommata alle sue capacità fisiche, lo rendono un cliente davvero scomodo anche ai difensori più navigati. Hurri-kane è la punta di diamante del progetto messo in piedi da Pochettino, deus ex machina della squadra: il punto di forza è il collettivo e l’intensità dei giocatori, soprattutto a livello difensivo. Non è un caso, che il Tottenham sia la miglior difesa del campionato: merito della collaudata coppia belga Alderweireld-Vertonghen, unita alla freddezza di Lloris, che producono diversi clean sheet di partita in partita. Non solo Kane e difesa, ma il supporting cast è d'alto livello, per quanto giovane: bisogna citare Eriksen, padrone del centrocampo con la sua fantasia, affiancato dai giovanissimi Dele Alli e Eric Dier. Quest'ultimo è una delle note più liete, giocatore versatilissimo, in grado di ricoprire più posizioni in difesa, per poi essere dirottato in mediana, rivelandosi il jolly della squadra. Non va dimenticato il ritrovato Erik Lamela, inizialmente destinato a partire, a causa di un'annata sottotono, per poi esplodere, grazie alla fiducia di Pochettino.

Caratteristica peculiare di questa squadra, è l’età media: l’undici che ha trionfato contro il Manchester City a fine settembre (4-1), aveva un’età media di 23.6 anni. Mica male, considerando il fatto che solo il portiere e la coppia centrale siano gli unici titolari over-25. Il discorso dell’età media relativamente bassa va analizzata sotto diversi punti di vista: da una parte, la squadra è futuribile al massimo, con giocatori nel pieno della loro crescita fisica, d’altro canto, però, la maggior parte dei giocatori è alla prima avventura in una rosa di livello, peccando di esperienza in certi frangenti. Non è più solo un fattore fisico, ma un aspetto mentale: l’inesperienza paga. Il North London Derby di novembre ha portato diversi rimpianti in casa Spurs: il pari sta più stretto ai Lilywhites, che non hanno avuto quel cinismo, posseduto invece dai più navigati cugini dell’Arsenal, i quali vantano una lunga esperienza in ambito continentale, capaci di sfruttare tutte le occasioni.

Nonostante un importante filotto di risultati utili consecutivi, gli Spurs non sono esenti da improvvisi e inspiegabili passi falsi, come la sconfitta patita contro il Newcastle, maturata all’ultimo secondo, dopo aver sprecato numerose occasioni da gol. L’inesperienza è sicuramente uno dei fattori negativi, ma non l’unico: il Tottenham ha una rosa poco profonda, il rischio è quello di non trovare alternative credibili, in caso di stop di un titolare, soprattutto in attacco, dove Kane è l’unica punta di livello, senza una riserva vera e propria.

In sostanza, gli Hotspur potrebbero davvero dare fastidio al trio Leicester-Arsenal-Manchester City, infilandosi nella lotta per il vertice, anche se tra le mura del White Hart Lane regna un cauto ottimismo. L’obiettivo numero uno di Pochettino è quello di far volare basso la squadra, soprattutto con i giovani, creare un gruppo solido, che potrebbe rivelarsi il futuro della Nazionale inglese, con buona pace per le altre big europee e qualificarsi in Champions League. La strada è in salita, ma i ragazzini terribili sono pronti a tutto.