Mercoledì 14 maggio 2014. Apparentemente una data come tutte le altre, ma non è così. Soprattutto per Siviglia e Benfica. È il giorno della finale di Europa League, partita che per queste due squadre rappresenta non solo la possibilità di aggiudicarsi un trofeo stagionale: ci sono infatti altri motivi per cui le due compagini vogliono arrivare fino in fondo.

LA MALEDIZIONE DEI PORTOGHESI- Per i portoghesi c'è una maledizione da sfatare: quella dell'ormai celebre Bela Guttman. Chi era costui? Un allenatore ungherese, non uno qualunque, ma colui che ha voluto Eusebio nella sua squadre e lo ha trasformato in un fuori classe, un uomo carismatico, che non si è mai fermato davanti alle difficoltà. Nel 1962, anno in cui il Benfica ha conquistato la sua seconda Coppa dei campioni consecutiva, vincendo tra l'altro una finale splendida contro il Real Madrid per 5-3, tra la dirigenza e Guttman ci fu una rottura, causata soprattutto dal mancato pagamento di un premio relativo proprio alla vittoria in Coppa. Al momento di andarsene, Guttman pronunciò le fatidiche parole: "Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d'Europa, e il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni."
Detto, fatto. Da allora il Benfica ha perso tutte le 7 finali europee disputate fino a oggi. Eccole nel dettaglio:
1-2 contro Chelsea, UEFA Europa League 2012/13
0-1 contro Milan, Coppa dei Campioni 1989/90
0-0 dts (5-6 dcr) contro PSV Eindhoven, Coppa dei Campioni 1987/88
1-2 (tot.) contro Anderlecht, Coppa UEFA 1982/83
1-4 (dts) contro Manchester United, Coppa dei Campioni 1967/68
0-1 contro Inter, Coppa dei Campioni 1964/65
1-2 contro Milan, Coppa dei Campioni 1962/63

IL RISCATTO DEGLI SPAGNOLI - Per il Siviglia invece, che questa competizione l'ha già vinta due volte, nel 2005/06 e nel 2006/07, sarebbe un'opportunità di rilancio a livello europeo non indifferente. Parliamo di una squadra che solamente tre anni fa è stata testa di serie nei sorteggi dei gironi di Champions League, e che quest'anno è finita in Europa League quasi per caso: si è infatti classificata nona nello scorso campionato, ma il Malaga, sesto classificato, non è in regola con il fair-play finanziario, mentre il Rayo Vallecano, ottavo classificato, ha dei debiti verso i propri giocatori. Quindi ecco l'occasione per gli Andalusi, che l'hanno fin'ora sfruttata nel migliore dei modi.
Inoltre, questa stagione doveva essere quasi "di transizione" per la squadra di Unai Emery, che in estate ha perso tre degli uomini migliori che aveva in rosa: Jesus Navas e Negredo, passati al Manchester City, e Kondogbia, ceduto al Monaco. Eppure, l'ottimo lavoro di Unai Emery e la voglia dei giocatori di mettersi in mostra e riscattarsi è stata decisiva per giungere fino in fondo: a questo punto manca solo la ciliegina sulla torta.

QUI BENFICA - La squadra di Jorge Jesus arriva a questa finale forse nel migliore dei modi: campione del Portogallo da due settimane, detentrice della Coppa di Lega Portoghese da una settimana (vittoria sul Rio Ave per 2-0), con la finale di Taca de Portugal da giocare domenica prossima.
Ha eliminato due squadre tra le più quotate per la vittoria finale: il Tottenham, negli ottavi di finale, e la Juventus in semifinale. Il tutto dopo aver disputato una Champions League deludente, uscendo ai gironi per mano di PSG e Olympiakos.
Jorge Jesus in finale non potrà contare però su tre giocatori fondamentali: Enzo Perez, Eduardo Salvio e Lazar Markovic saranno infatti squalificati e non potranno dunque scendere in campo per il match probabilmente più importante della stagione per il Benfica. Si prospetta comunque il solito 4-4-2: tra i pali ballottaggio tra Oblak e Artur, con il primo favorito sul secondo. La linea difensiva sarà formata dai titolari indiscussi, Maxi Pereira e Siqueira sulle fasce, con la collaudatissima coppia Garay-Luisao al centro. Sulle fasce a centrocampo agiranno Gaitan e Sulejmani, mentre in mediana sono favoriti Ruben Amorim e André Gomes. Davanti i soliti tre per due posti: Rodrigo sembra il più sicuro, dubbi tra Cardozo e Lima, anche se quest'ultimo pare favorito, essendo in un ottimo momento di forma.

LA STELLA - Non è facile trovare un giocatore in particolare in una squadra così compatta e unita, ma forse c'è un elemento che in questa stagione si sta consacrando definitivamente come uno dei migliori nel suo ruolo: Ezequiel Garay, centrale difensivo che il prossimo 10 ottobre compirà 28 anni, è da un paio d'anni sul taccuino delle big europee, ma il Benfica non ha mai voluto privarsene, visto che vicino a capitan Luisao forma una coppia difensiva formidabile, chiedere ad Antonio Conte e alla sua Juventus. L'argentino è cresciuto nel Newell's Old Boys ed è arrivato in europa all'età di 18 anni, acquistato dal Racing Santander: qui si mette in luce giocando 84 partite tra il 2005 e il 2009 e segnando addirittura 14 gol, essendo un rigorista affidabile, oltre che una minaccia aerea non indifferente. Il Real Madrid lo paga 10 milioni di euro nell'estate 2008: arriva a Madrid nel 2009, ma in due anni, fino al 2011, riuscirà a mettere insieme solamente 25 presenze, con un gol, penalizzato anche da diversi problemi al ginocchio. Vien ceduto per 5,5 milioni di Euro al Benfica, dove trova continuità e diventa una colonna della squadra portoghese e anche della nazionale Argentina, con cui ha fin'ora messo insieme 18 presenze, senza mai trovare la via del gol.
Probabilmente quest'estate Garay lascerà Lisbona: i grandi club lo cercano, ma per strapparlo alle Aguias ci vorranno minimo 20 milioni. Pare che il Manchester United sia fortissimo su di lui.

QUI SIVIGLIA - Gli Andalusi occupano attualmente il quinto posto nella Liga, e nell'ultima giornata dovranno difenderlo dalla Real Sociedad, distante solo un punto. La squadra è reduce dalla sconfitta per 1-0 sul campo del Getafe, ma Emery ha lasciato a riposo 8/11 della formazione titolare.
Non ha di certo avuto un cammino europeo facile: ha infatti dovuto affrontare i concittadini del Betis agli ottavi, eliminandoli solamente ai calci di rigore. Più netta invece la vittoria ai quarti con il Porto, mentre in semifinale contro il Valencia, dopo la vittoria casalinga per 2-0 all'andata, è stato il gol del 3-1 firmato da M'Bia al 94' a regalare al Siviglia la finale, ribaltando la situazione.
Unai Emery potrà contare sui suoi uomini migliori per questa finale. In porta ci sarà il portoghese Beto; linea difensiva a 4 con Coke a destra, Fazio e Pareja al centro, mentre sulla sinistra dubbio tra Alberto Moreno e Fernando Navarro, con il primo favorito. In mediana sicuro del posto l'eroe della semifinale M'Bia, a fianco a lui favorito Iborra su Carriço. I tre trequartisti dovrebbero essere Vitolo, Rakitic e Reyes, con il primo comunque non sicuro del posto, vista la concorrenza di Marko Marin. Davanti Bacca favorito su Gameiro.

LA STELLA - Ivan Rakitic, croato di 26 anni nato in Svizzera, già nel 2006 era un titolare inamovibile del Basilea, dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili: in prima squadra segna anche 11 gol. Lo Schalke 04 lo nota e lo preleva nell'estate del 2007 per sostituire Lincoln, pagandolo 5 milioni di Euro. A Gelsenkirchen l'avventura parte splendidamente: la prima stagione sono 10 gli assist, a cui si aggiungono anche tre gol. Ma il rendimento cala, causato anche dalla crescita continua del giovanissimo Julian Draxler: Rakitic viene quindi ceduto al Siviglia nel gennaio del 2011, per un cifra irrisoria: 2,5 milioni di Euro. In Andalusia trova la sua dimensione: è il perno della squadra, la palla passa sempre da lui. Conclude la stagione 2012/13 con 34 presenze, 8 gol e 10 assist, ma in estate a Siviglia c'è l'esodo: il croato però resta, nonostante la pressione del Liverpool per portarlo ad Anfield. Quest'anno è quello della definitiva consacrazione: 12 gol e 12 assist, una stagione da vero trascinatore. E adesso vuole conquistare il suo primo trofeo internazionale, per poi volare in Brasile con la sua Croazia.

I PRECEDENTI EUROPEI - C'è un solo precedente europeo tra queste due squadre: risale al settembre del 1957 e si trattava del turno preliminare di Coppa dei Campioni 1957/58. Questa partita fu per entrambe quella dell'esordio in competizioni europee. Il Siviglia di Satur Grech ha battuto il Benfica di Otto Glória per 3-1 in casa all'andata e ha pareggiato 0-0 a Lisbona al ritorno. Dunque, una vittoria per il Siviglia e un pareggio il bilanco.

L'ARBITRO - Il fischietto designato è il tedesco Felix Brych. Il 38enne è arbitro Fifa dal 2007 e vanta 50 partite nelle competizioni UEFA. Fu il quarto ufficiale nella finale dello scorso anno, giocata ad Amsterdam tra Benfica e Chelsea. In questa stagione ha arbitrato sei gare di Champions League, e a Giugno sarà in Brasile per arbitrare ai mondiali. L'arbitro tedesco si è reso protagonista in stagione per un errore piuttosto cuorioso: il giorno è il 18 ottobre 2013, la partita è quella tra Hoffenheim e Bayer Leverkusen, valida per la Bundesliga: il punteggio è 1-0 in favore degli ospiti. Kiessling, punta del Leverkusen, colpisce il pallone di testa: la palla esce oltre il palo, ma successivamente rientra in porta a causa di un buco nella rete. Brych convalida il gol che risulterà poi decisivo nella vittoria finale per 2-1. Ecco il video del curioso episodio: